Inaugurato Emporio solidale a San Lorenzo nel nome della legalità

L’immobile confiscato alla mafia ed affidato al II Municipio

Nella mattinata di sabato 21 gennaio 2023 si è svolta a via degli Equi nel quartiere San Lorenzo l’inaugurazione di un nuovo “Nonna Roma Social Market”, un emporio solidale di supporto alle persone fragili.
Particolarità del locale, rispetto alle altre esperienze di empori solidali presenti su Roma, è che l’attività si svolge presso un locale confiscato alla criminalità organizzata e messo a disposizione dal Municipio II, venendo così restituito alla collettività attraverso una pratica sociale e solidale e diventando presidio democratico di legalità e giustizia.

Assieme al presidio “Roberto Antiochia” di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” del Municipio II, si è deciso di intitolare il centro ad Antonio Esposito Ferraioli, vittima innocente della camorra, un giovane cuoco di uno stabilimento di Pagani (Salerno) e delegato sindacale che per difendere i diritti dei colleghi, accorgendosi che la carne arrivata nella sua cucina era marcia, decise di denunciare la camorra ma venne ucciso con due colpi di lupara il 30 agosto 1978 prima ancora di riuscire a denunciare.
Delitto per il quale dopo 44 anni non è ancora stata fatta giustizia.

All’inaugurazione erano presenti, oltre al Presidente di Nonna Roma Campailla ed ai molti volontari dell’associazione, la Presidente del Municipio II Francesca Del Bello, l’Assessore alle Politiche Sociali Municipio Roma II Gianluca Bogino, l’Assessora alle Politiche Sociali del Comune di Roma Barbara Funari e Mario Ferraioli, fratello di Antonio Esposito Ferraioli.

Come descrive l’associazione Nonna Roma sui suoi canali di comunicazione, e come ribadito dal Presidente Campailla, la progettualità dell’emporio solidale si colloca come ulteriore risposta alla crescente povertà che colpisce la popolazione in un difficile periodo sul piano economico e sociale. Attraverso l’emporio solidale si realizza una modalità di distribuzione alimentare e di sostegno dove c’è il diritto a scegliere cosa ricevere per dare maggiore consapevolezza e dignità alle persone coinvolte. “Questo progetto si concretizza grazie all’impegno in prima persona del Municipio che ha fortemente voluto questa iniziativa” ha concluso Campailla “La nostra intenzione è quella di non delimitare l’azione all’attività dell’emporio, ma di fare rete con chi sul territorio si occupa di casa, con gli sportelli ed i patronati, con i servizi per i cittadini già presenti sul territorio, perché pensiamo che il nostro sia solo un pezzo di un lavoro che vada inserito in un circuito territoriale.”

La Presidente Francesca Del Bello ha ripercorso la storia che ha portato all’apertura dell’emporio, partendo dal 2020, anno in cui il II Municipio chiese l’assegnazione di questi due locali confiscati alla criminalità organizzata (quello destinato all’emporio e quello proprio di fronte), e dopo alcuni passaggi con Roma Capitale, grazie all’assessore capitolino alle politiche del Patrimonio Tobia Zevi questi sono stati assegnati al Municipio, cosa che ha quindi permesso al Municipio di mettersi subito al lavoro per aprirli e renderli fruibili per la cittadinanza. “Abbiamo assunto un impegno nei confronti della collettività” ha concluso Del Bello, “dal momento che quando un’istituzione locale richiede un bene confiscato deve già avere un progetto esecutivo da realizzare nell’immobile. Ed abbiamo mantenuto un impegno che per noi aveva un enorme valore simbolico”.

Per il II Municipio intervenuto anche Gianluca Bogino, Assessore alle Politiche Sociali, secondo il quale il progetto nasce per rendere più stabile e dignitosa la distribuzione alimentare alle famiglie in difficoltà. “Nonostante ci siano diversi strumenti messi in campo dalle istituzioni per persone in difficoltà” ha proseguito “purtroppo sulla povertà assoluta non c’è la stessa attenzione e la stessa meticolosità e strutturalità degli interventi. Avere un emporio, a differenza del pacco, significa poter scegliere cosa prendere, il che significa dare più dignità a chi usufruisce di tale servizio. Sono sempre stato convinto che i bisogni primari debbano essere soddisfatti dallo Stato, quindi era fondamentale che fosse l’istituzione pubblica a garantire questo tipo di servizio, indipendentemente dal grande spirito che mettono i volontari in questa ed altre attività.” Bogino ha tenuto a precisare che il Municipio ha messo le risorse strutturali ed economiche, ma che il grande valore aggiunto è stato dato dall’apporto di Nonna Roma e di tutti i suoi volontari, apporto che è stato fondamentale per arrivare ad aprire oggi questo luogo.

Interventi istituzionali chiusi dall’Assessora alle politiche sociali del Comune di Roma Barbara Funari, che ha brevemente salutato e ringraziato gli organizzatori, dicendo che il quartiere di San Lorenzo si arricchisce di una nuova bella storia e di una importante risposta nei confronti della povertà.

Agnese, volontaria di Libera ha spiegato ai presenti qual è il significato che ha questo luogo e qual è il significato di intitolarlo ad Antonio Esposito Ferraioli. Questo spazio passa dall’essere un simbolo della presenza criminale nel territorio al diventare invece un luogo di mutualismo e giustizia sociale. “Dal marzo 1996 sono tantissime quelle realtà che riutilizzando un bene oggi producono lavoro, guardando ad un futuro etico e sostenibile e creando integrazione tra i cittadini. Questi beni ci raccontano di una presenza mafiosa che non possiamo ignorare, ma ci dicono anche che grazie alle tante associazioni che da anni lavorano qui a san Lorenzo ed altrove, è possibile combatterle le mafie.” Ha proseguito Agnese, che ha aggiunto che le mafie si insinuano sempre di più nel nostro tessuto sociale, approfittando della solitudine e della disperazione delle persone. Per questo l’apertura di un emporio che mette al centro le persone deve essere visto principalmente come un gesto di antimafia sociale. Il centro, nello specifico, è stato intitolato ad Antonio Esposito Ferraioli, per i suoi cari Tonino, vittima innocente della camorra, ucciso nel 1978, che solo dopo una lunga battaglia della famiglia è stato riconosciuto come vittima innocente delle mafie. “La memoria di Tonino è ormai diventata impegno di tanti e tante che ogni giorno provano a rendere i propri territori dei posti migliori; anche il nostro presidio avrà l’impegno di portare avanti la memoria di Tonino nel nostro territorio

Infine, molto toccante l’intervento di Mario Ferraioli, fratello di Antonio: “Un emporio della carità intitolato a mio fratello è un gesto fatto col cuore dai volontari, ma è anche un gesto coraggioso per ricordare chi ogni giorno lottava attraverso la pratica della legalità.
Questa è una carità intelligente, non parolaia, perché fatta di gesti ed accoglie il prossimo, lo ascolta, sa guardare negli occhi la povertà, e dona un gesto di speranza a persone che sono meno fortunate di noi.
L’accoglienza comincia dentro di noi, vita che sorregge vita.

Tonino tra i suoi valori che aveva portato nel suo lavoro, ne aveva uno più degli altri, la dignità, e non accettava che venisse calpestata.
Oggi della parola legalità si fa un abuso, ma la legalità non è come un abito da indossare quando ci fa più comodo, ma uno stile di vita da assumere e da portare dentro. La legalità è qualcosa che non si insegna, ma si “consegna”, come facciamo noi attraverso gesti ed azioni quotidiane. Essere coraggiosi significa fare le cose giuste anche se si ha paura
.
Oggi c’è bisogno di tanti giovani, ma questi giovani hanno bisogno di adulti credibili e coerenti, per questo è importante unire la memoria all’impegno. Ci vuole un lampo di coraggio per prendere in mano la propria vita e farne un capolavoro.

La vera vittoria nella vita è lasciare un gesto o un segno per gli altri, come stiamo facendo noi stamattina. Oggi di mio fratello rimangono i tanti ricordi di lui, e le cose che sono state realizzate che parlano di lui e della sua storia. Questa in particolare è la prima realizzazione che avviene al di fuori della Campania e ciò mi rende particolarmente felice”.

Mario Ferraioli ha quindi salutato e ringraziato tutti i presenti, prima di ricevere una targa dedicata al fratello, declamando una “ricetta” particolare, i “ciottolini della legalità”, dedicata (anche nel nome) a Don Ciotti, tramite la quale si declamano i principi della legalità, dell’onestà e della coerenza e si invita chi la legge a far tesoro di valori che possano rendere il mondo un luogo migliore.


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