La battaglia dell’Almone. Continua l’impegno di cittadini e associazioni per disinquinarlo
Intervista a Roberto FedericiContinua la battaglia di cittadini e associazioni del territorio per il disinquinamento del fiume Almone.
Lunedì scorso, come è già stato pubblicato su questo giornale, è stato consegnato dalla comunità Territoriale del VII Municipio e dall’Associazione amici del Parco della Caffarella un esposto alla procura della Repubblica che descrive dettagliatamente lo stato preoccupante di questo storico corso d’acqua, principale asse idrico del Parco dell’Appia antica.
In particolare si chiede alla Procura di indagare su 3 tipi di inquinamento dell’Almone: microbiologico, chimico e da solidi sospesi. Tutti provenienti dagli scarichi dei Comuni, dai fossi tributari del fiume a loro volta inquinati e dagli scarichi abusivi.
Abbiamo chiesto all’old man river Roberto Federici, storico animatore di questa battaglia per restituire ai romani il loro fiume, nonché esponente dell’associazione “amici della Caffarella” e vicecoordinatore della Comunità, di delucidarci sullo stato di questa lunga lotta e sulle risposte da parte delle Istituzioni.
Federici, come si sono comportate in questi anni le istituzioni locali nei confronti del gravissimo inquinamento del fiume Almone, sacro agli antichi Romani e cantato da Virgilio nell’Eneide?
Quando nel 2011 il Comitato per il Parco della Caffarella ha deciso di occuparsi dell’inquinamento dell’Almone abbiamo avuto modo di assistere ad un continuo palleggiamento di responsabilità. La Provincia, responsabile dei controlli, dichiarava inizialmente che l’Almone era pulito. Quando abbiamo dimostrato l’esistenza degli scarichi urbani senza depurazione di Quarto Miglio e Statuario e richiesto i controlli alla Polizia Provinciale, la Provincia ha cambiato registro, ma non strada, dichiarando che la Regione aveva deliberato nel 2004 l’esclusione dell’Almone dai fiumi da monitorare.
E voi come avete risposto?
Abbiamo risposto che la Legge 152 del 2006 imponeva comunque i controlli e le sanzioni. Noi, però, continuavamo a constatare che controlli e sanzioni tardavano a concretizzarsi. Il motivo lo abbiamo compreso alcuni anni dopo, quando le vicende della cosiddetta “Mafia Capitale” portarono in galera l’allora comandante della Polizia Provinciale Luca Odevain o Odevaine. Un personaggio che si era modificato il cognome, aggiungendovi una “e” per poter diventare, in quanto condannato in precedenza per droga, vice capo di gabinetto dell’ex Sindaco Veltroni.
Malgrado ciò le sollecitazioni continue nei confronti della Provincia consentirono l’attuazione di un paio di interventi di rimozione rifiuti che intasavano il fiume.
E invece la Regione come si è comportata?
Peggio. La Regione Lazio, diretta dalla Polverini, non si è neppure degnata di rispondere alle richieste.
Analogamente fecero i Comuni di Rocca di Papa, Marino e Ciampino e solo dopo le diffide e un esposto al prefetto si è potuto avere qualche notizia.
Allora vi siete rivolti al Comune. E scommetto che avete avuto soddisfazione.
Tu vuoi scherzare. Manco per idea. Anche il Comune di Roma, Sindaco Alemanno, non è stato da meno.
Non ci fu, per esempio, alcuna risposta alla richiesta di 500 cittadini, in calce ad un’interrogazione d’iniziativa popolare, di approvare i lavori del collettore fognario per Quarto Miglio e Statuario.
Solo l’intervento del prefetto ha consentito l’approvazione in giunta della delibera e l’inizio dei lavori del collettore fognario Quarto Miglio – Almone da parte dell’ACEA Ato2 e a carico dell’azienda stessa.
Ma questo calvario istituzionale è mutato in seguito?
Con l’amministrazione Regionale di Zingaretti qualche passo avanti si è avuto.
Dopo una decina di snervanti riunioni con la segreteria del presidente della Regione e con la Direzione Ambiente, si è provveduto a 3 interventi di pulizia dell’alveo fluviale. Analogamente con la Giunta Marino qualcosa è stato fatto; si è evitata la proroga degli autodemolitori di via dell’Almone a restare “in loco”, cioè in pieno Parco Regionale dell’Appia Antica.
La fatica però è stata enorme e un libro scritto dall’associazione la descrive in dettaglio, ma nonostante questo il degrado persiste. Con l’intervento della Magistratura sugli “sfasci” di via dell’Almone si è aperta concretamente la possibilità dell’attuazione della Legge 152/2006 che punisce chi inquina. Così la Comunità Territoriale del VII Municipio ha chiesto all’associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella di scrivere una prima bozza di esposto-denuncia, che ha subìto utili integrazioni da tutto il direttivo della Comunità, per essere poi sottoposto alla firma dei Comitati, delle Associazioni e dei cittadini.
Cosa chiedete con questa denuncia?
Premesso che l’Almone è l’asse idrico del Parco dell’Appia Antica e che rappresenta l’emergere della falda acquifera, inquinare il fiume significa inquinare la falda e con essa le sorgenti. Pertanto l’esposto-denuncia è molto articolato. Si chiede di indagare sui 3 tipi di inquinamento dell’Almone (microbiologico, chimico e da solidi sospesi). Poiché a noi risulta che l’Almone sia un fiume gravemente inquinato, chiediamo si indaghi sulla situazione depuratori di tutti i Comuni interessati da percorso dei due tributari dell’Almone (il fosso del Calice o Statuario e il fosso del Calicetto o Patatona); che si verifichi la loro corrispondenza al numero degli abitanti del Comune; che si continuino ad effettuare sopralluoghi per l’individuazione di scarichi abusivi, così come sta facendo la Polizia di Roma Capitale incaricata delle indagini nel tratto terminale dell’Almone; che si controllino le decine di scarichi autorizzati dalla Provincia in passato; che si verifichi la situazione dell’allacciamento al collettore fognario di Morena; che si controlli tutto il corso del fiume e gli eventuali scarichi abusivi presenti.
Come ha risposto la gente?
Molto positivamente. Domenica scorsa al parco sotto la pioggia battente in sole 4 ore abbiamo avuto la sottoscrizione di 8 comitati e associazioni, tutti aderenti, alla Comunità Territoriale del VII Municipio a cui si sono aggiunti 232 cittadini che hanno dato forza alla denuncia. L’esposto è stato ovviamente sottoscritto dal coordinatore della Comunità Maurizio Battisti che è stato anche il presentatore della denuncia alla Procura della Repubblica.
Cosa si può fare ora per sollecitare l’amministrazione?
L’associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella ha sempre sollecitato le amministrazioni ad adempiere alle loro funzioni e continuerà a farlo anche dopo questa denuncia.
In particolare ci sentiamo di sollecitare la Regione Lazio affinché realizzi, con l’Almone, il primo Contratto di Fiume regionale. Sarebbe un passo importante per riunire insieme enti, amministrazioni pubbliche, privati e associazioni al fine di operare finalmente per il bene comune.
Fino ad ora abbiamo visto una frammentazione di responsabilità ed un rimpallo delle stesse: tutti sono un po’ responsabili, ma nessuno lo è veramente. Se si sottoscrivono da parte di tutti i soggetti impegni condivisi e si assicurano i controlli, allora c’è la concreta possibilità di successo. E’ questo quello che prevede il Contratto di Fiume e chi lo ha applicato, come la Regione Lombardia sul Seveso e l’Olona, ha costatato i risultati. Il Contratto di Fiume lo impone la CEE, la prevede il Collegato Ambientale alla Legge di Stabilità 2016 e la stessa Regione ha approvato un la risoluzione n. 319 del 30/9/2015 proprio per impegnare la Giunta alla realizzazione del Contratto di Fiume per l’Almone.
E’ ora di finirla con questo modo assurdo di massacrare l’ambiente. Non possiamo più continuare a diluire i nostri inquinanti nell’aria e nelle acque e nello specifico in quelle dell’asse idrico del Parco dell’Appia Antica, invidiatoci da tutto il mondo. Ne va, inoltre, della nostra salute e di quella delle future generazioni.
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