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La domenica cosa? La domenica come?

Perché si è perso il senso della comunità

La domenica alcuni vanno al Centro commerciale: per rigenerarsi, rivedere amici, perché è importante stare bene in famiglia. Ci si mette in auto, si cerca il parcheggio, ci si gode lo spazio antistante e una volta entrati si studia sulla cartina all’ingresso il percorso da fare, si ascoltano gli annunci e la musica in sottofondo. Tocca fare più di una fila, ma non importa. All’ora di pranzo si rimane, si mangia insieme, poi una passeggiata con qualche amico incontrato lì. Ci si va perché puoi fare compere, per cose che servono a vivere e cose che servono a sentirsi bene, per essere al passo coi tempi.

La domenica alcuni vanno a Messa. Si va per rigenerarsi, per rivedere amici, per fare una cosa importante insieme a tutta la famiglia. Ci si mette in moto tutti insieme, c’è la ricerca del parcheggio, a volte ci si ferma nel piazzale esterno, si entra, si ascolta, c’è il canto, il cibo materiale e spirituale insieme, e alla fine le chiacchiere fuori il piazzale. Ci vai per sentirti meglio, per avere tutto ciò che di meglio si può avere, per avere ciò che ci fa vivere.

La differenza nei due modi di vivere la domenica può essere impercettibile. Si va a Messa come fosse un giro di compere, per condividere un momento familiare e rivedere gli amici. Si va al Centro commerciale per venerare la moda, la tecnologia, i nuovi giochi, con lo stesso rispetto con cui si andrebbe in Chiesa: perché sembra dare uno scopo alla fatica della settimana, farti godere i frutti del tuo lavoro. Se si toglie Gesù dai nostri pensieri e la vita eterna dai nostri desideri, un posto vale l’altro.

La differenza però è quello che fa di te. La spesa domenicale ti rende un consumatore, uno da blandire perché spenda, consumi e lavori di più, per tornare a spendere e consumare; la Messa ti rende figlio di Dio in cambio di niente, libero da ogni febbre di desideri. La spesa domenicale necessita di persone che lavorino per te, persone che quel giorno con la loro famiglia non ci possono stare: crea disuguaglianza e separazione; la Messa è fonte di libertà per tutti, luogo di incontro dei poveri e dei ricchi, luogo di fratellanza: crea amicizia e comunità. Dio chiede solo ciò che dona maggiore gioia ai Suoi figli.

La gioia di passare la domenica in famiglia è un privilegio. Dà serenità pensare a quelle persone che lavorano per offrirci servizi essenziali, necessari, a volte vitali. È così la comunità: a turno ognuno dà il proprio contributo perché tutti possano avere il giusto riposo. È bella la comunità: sapere che qualcuno interverrà se nostro figlio è in pericolo; che i nostri anziani contano su un bravo vicino; che qualcuno ci aiuterà, se un malore ci dovesse colpire lontani da casa. Quando mia madre si ritrovava senza sale la domenica, o si era dimenticata il pane, non era strano bussare dal dirimpettaio per chiedere ciò che mancava. Ora no. Si va al supermercato. E qualcuno è costretto a lavorare per qualcosa che non è vitale, che non è urgente, che ci potrebbe dare il vicino, a lavorare di domenica quando i figli sono a casa. È così che si è perso il senso della comunità. Il servizio vitale offerto a turno crea un ambiente di gratitudine e generosità; il servizio a cui sei costretto per offrire ciò che si potrebbe avere ogni altro giorno della settimana crea divisione e risentimento.

C’è maggiore comunità nel chiedere il sale al vicino o nell’immergerci nel chiassoso mondo pubblicitario dei centri commerciali? Dove ci sentiamo più umani: nel gioco sereno con i figli e una chiacchierata sulle scale condominiali, o nell’impersonale mondo di consumatori e lavoratori dei negozi in serie? La domenica in parrocchia costruisce relazioni, lo spazio dell’Oratorio crea conoscenze nuove. Al commesso e alla cassiera del negozio aperto la domenica non si dona amicizia. È così facile fare del bene a volte: basta saper scegliere. Dovremmo pensarci un po’, per scegliere. Potremmo pensarci. Dove c’è più gioia?

Buona domenica.


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