La pazza sanità di Niki – Il “pollice verso” degli italiani alle Istituzioni – Matteo Al Pacino
Fatti e misfatti di dicembre 2014La pazza sanità di Niki
“La Procura regionale della Corte dei conti – nel luglio scorso – ha scoperto numerose spese fuori controllo della Asl di Bari e ha ipotizzato un danno intorno ai 50 milioni”.
Ebbene, che cosa è successo da luglio ad oggi? Che si sappia, nulla. Mentre – secondo i dati dell’ “Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali” – altre Asl pugliesi continuano a rendersi protagoniste di “spese pazze”. L’Azienda sanitaria di Foggia ha pagato per tre anni 1.600 euro più Iva, invece dei 60 euro di mercato, ogni litro di disinfettante per sala operatoria. Altre aziende sanitarie stanno pagando 1,410 euro e 75 centesimi, invece dei 448 euro e 95 centesimi di mercato, ogni “stent coronarico medicato a rilascio di farmaco”, 0,054 euro, invece che 0,028 euro, ogni ago a farfalla da utilizzarsi per i prelievi e 16 centesimi in più, rispetto al prezzo di riferimento elaborato dall’Osservatorio dei contratti pubblici, ogni siringa. Ma – potrebbe chiedersi qualcuno: e la Regione Puglia? La Regione Puglia, di fronte al “profondo rosso” della sua sanità, non è corsa a tagliare le “spese pazze” delle varie Asl, ma si è affrettata, invece, ad aumentare i ticket ai cittadini per le ricette dei medicinali e per le visite specialistiche. E dire che il “leader” di “Sinistra Ecologia Libertà” nonché Governatore della Puglia, Niki Vendola, aveva più volte sostenuto che il ticket sanitario andava considerato come un “balzello medioevale”. Che cosa è stato, dunque? Niki Vendola si è trasformato, all’improvviso, in un tristo feudatario?
Il “pollice verso” degli italiani alle Istituzioni
“La diciassettesima indagine su “Gli italiani e lo Stato” – portata a termine da “Demos” – ha dato questi risultati: il 97% dei cittadini non stima i partiti e il 93% il Parlamento, meno del 30% si fida dei Comuni e meno del 20% delle Regioni, solo il 15% ha fiducia nello Stato, il 33% nella Magistratura, il 44% nel Capo dello Stato e appena uno su quattro crede nell’Europa”.
Percentuali da sgomento. Che fotografano, infatti, un’Italia ormai profondamente delusa, sconfortata, offesa. E, dietro a questi sentimenti, sicuramente anche stanca di reazioni, quasi adattatasi ad uno Stato e ad Istituzioni che, indubbiamente, hanno fatto molto per meritarsi tutto ciò. Pericoloso, molto pericoloso. Per la democrazia, ma anche perché un clima così potrebbe aprire vaste praterie ad un ritorno di certo terrorismo. Chi avrebbe il ruolo e il dovere di riconquistare la fiducia dei cittadini, però, non sembra preoccuparsene. Ed è proprio questo il fatto preoccupante.
Matteo Al Pacino
“Sono convinto ha invece detto tra l’altro, nella conferenza-stampa di fine d’anno, il “premier” Renzi – che l’Italia ce la farà… Mi sento come Al Pacino il quale, nel ruolo di allenatore di una squadra di football americano nel film “Ogni maledetta domenica”, dice ai suoi che ce la possono fare e, infatti, li porta alla finale”.
Dopo Matteo “Speedy Gonzales”, dunque, Matteo Al Pacino. Si resta in attesa, a questo punto, di Matteo “Superman”. Bene così, comunque: l’importante è che l’ Italia cambi davvero verso non solo a parole. E che il ritmo annunciato per il 2015, sempre nella conferenza- stampa, non sia un ritmo lento. O il “Ballo del qua qua”.
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