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La prima partita amichevole dei Piccoli Amici

Con i bimbi della Parrocchia Gesù Bambino a Sacco Pastore, al campo di calcetto dell’oratorio di San Tommaso di Aquino a Tor Tre Teste

Sabato 14 maggio 2022 al campo di calcetto dell’oratorio di San Tommaso di Aquino si è svolta la prima partita amichevole con la squadra della Parrocchia Gesù Bambino a Sacco Pastore. Tutti bambini del 2015/2016, fate voi i conti per la loro età.

I nostri “avversari” si sono presentati impeccabili nelle loro divise da gioco, con il loro staff di allenatori/dirigenti/accompagnatori e il loro sacerdote che ha letto, aiutato da tutti i bambini, la preghiera dello sportivo:

Signore, aiutami ad essere un vero sportivo.
A vincere e restare modesto.
A perdere e conservare il sorriso.
A conservare la mia dignità in campo.
Ad accettare tutte le decisioni dell’arbitro, giuste o ingiuste, regolari o irregolari.
A saper vincere senza stravincere.
Ad essere forte senza essere brutale.
A giocare invece di scontrarmi.
A pensare alla squadra piuttosto che a me stesso.
Ad ignorare il pubblico e comprendere l’arbitro.
Ad apprezzare il bel gioco senza distinzione di squadra.
A felicitarmi con l’avversario.
A tendergli la mano quando sono vinto, riconoscendo la sua abilità.
Con Te Signore, potrò vincere me stesso ed essere contento della vittoria altrui!

I Piccoli Amici della Parrocchia di San Tommaso d’Aquino, non sono stati da meno.

Gara impostata su quattro tempi da 15 minuti, 6 atleti in campo per  squadra più il portiere, sostituzioni libere, ogni tempo con il proprio risultato. Uno spettacolo di gioia e di baby calcio. La sensazione più bella? Non ho sentito nessun bambino parlare di vittoria o sconfitta, ho visto solo divertimento e orgoglio di essere in campo. Con i loro 6 anni o poco più hanno dimostrato di aver compreso quanto gli è stato insegnato dalle famiglie e dagli educatori.

Non sempre è cosi. Purtroppo ci sono anche situazioni contrarie.                                    La Famiglia è prima ad ogni cosa, l’educatore aiuta a portare all’acqua, bere resta una scelta dell’attore, piccolo o grande; e questo vale in ogni ambito educativo e in ogni età, in modo particolare quando riteniamo di aver di fronte “situazioni difficili”. Noi dobbiamo fare la nostra parte, evitando l’indifferenza, il nostro compito è ribadire la nostra presenza costante. Ie “situazioni difficili” non possono e non devono inquinare il gruppo, ma Ie “situazioni difficili” non possono e non devono essere abbandonate a se stesse.

Non è un compito semplice. Non siamo poliziotti che gestiscono bambini, ma degli adulti che fanno la loro parte: ti porto all’acqua, se vuoi dissetarti decidi tu. L’obiettivo deve essere che “la situazione difficile” si senta  spinta a fare la sua parte, senza essere obbligata.


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