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Sabato 25 novembre 2023, a Roma, 500mila donne hanno detto “BASTA!” alla violenza di genere e ai femminicidi. Molte decine di migliaia lo hanno ripetuto a Messina ed in altre Piazze del nostro Paese. Una boccata d’aria fresca si prende (e se ne fa tesoro) quando le persone comuni decidono di prendere in mano il loro destino e scendono in strada, organizzate, per farlo a tutti presente.
Le cronache di ieri ci raccontano di una politica (quella ufficiale) “presa in contropiede” da quelle donne scese in strada, per noi, per loro e per tutte le altre donne che non lo possono fare più (106 ad oggi). E così la Ministra Roccella – incapace di capire che tutto è politica e non solo quella ufficiale – parla di “cortei rovinati dall’ideologia”, senza rendersi conto di quanto lei stessa la incarni e la reciti, ogni giorno, l’ideologia del governo di cui fa parte, che solo ci inonda di belle parole e praticamente nulla fa, di serio e concreto, contro la violenza sulle donne. Transeat: i ministri (e i governi) passano ma la voglia di cambiare il mondo resta e fa proseliti.
Ieri a Tombelle, un paesino tra Padova e Vicenza, situato a poca distanza da quello di Giulia Cecchettin, un gruppo di ragazzini e ragazzine 16enni ha bloccato e permesso l’arresto di un 71enne che picchiava e prendeva a calci in pancia la moglie. Giovani virgulti crescono, cara Ministra Roccella, se ne faccia, una buona volta, una ragione.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito del Governo Meloni, Giuseppe Valditara, aveva invitato studenti e studentesse delle Scuole italiane ad un minuto di silenzio in memoria delle donne uccise perché donne, ovvero in memoria dei femminicidi (106 da Gennaio 2023 ad oggi). Stare in silenzio non serve. Occorre, invece, alzare la voce per darla a chi non può più parlare. Occorre fare rumore perché si senta – forte e chiaro – il grido delle donne uccise per un’idea di possesso che non esiste e non deve esistere, donne troppe volte rimaste inascoltate come il grido di quelle che quotidianamente rischiano di tacere per sempre per lo stesso motivo abietto. Lo lanciamo quel grido, ma è come parlassero al vento.
L’iniziativa di cui leggerete qui ci chiede, invece, di alzarli i nostri occhi, ovvero di guardare verso il cielo. Si tratta – come scrive Tea Sisto sull’ultimo Numero del Nostro Mensile online, Patria Indipendente, di una iniziativa nata:
Qui trovate i nomi e le storie di queste 14 donne: https://www.patriaindipendente.it/servizi/pietre-vive-di-memoria-per-giulia-e-le-altre-luogo-per-luogo-brindisi/
Sono storie simili alle tante altre che, purtroppo, conosciamo quotidianamente come sgranassimo un rosario sulla violenza contro le donne. Leggiamole e ricordiamole e soprattutto non restiamo in silenzio quando una donna viene uccisa, perché donna. Facciamo nostra la loro voce il loro grido, non solo il 25 Novembre, Giornata Internazionale Contro la Violenza sulle Donne. ma ogni giorno di questa nostra vita.
Così hanno scritto le studentesse e gli studenti dell’Istituto Professionale “Morvillo Falcone”, di Brindisi, presentando l’iniziativa da loro lanciata:
Ugo Fanti, Presidente della Sezione Anpi di Roma Aurelio-Cavalleggeri “Galliano Tabarini”