Memoria di un anno senza il “giornalista giornalista” Andrea Purgatori

Lo ricordiamo con un libro che parla di lui e del suo lavoro

In ogni storia italiana, alla fine, tutto si aggiusta” (Giulio Andreotti)

Premessa    

Qualche giorno fa ho ricordato l’inizio della guerra civile spagnola. Poiché sotto leggerete di un Libro e di diversi Film, qui scrivo brevemente di un Libro e di un Film che quella guerra civile (1936-1939) riguardano e raccontano.

Dunque, il Libro s’intitola “Per chi suona la Campana” ed Ernest Hemingway (1899-1961), che in Spagna aveva combattuto per la Repubblica, lo scrive nel 1940, ad un anno dalla fine di quel Conflitto e ad un anno dall’inizio del Secondo conflitto mondiale.

Chi non ha letto il Libro. E chi non ha visto il Film che, nel 1943, il regista americano Sam Wood ne trae (interpreti: Gary Cooper e Ingrid Bergman) che si racconta fece infuriare Hemingway che detestava Hollywood e il mondo del cinema.

Bene. l’Edizione originale del Film dura 170 minuti. Quella italiana, proiettata da noi nel 1947, di minuti ne dura soltanto 130. Domanda: che fine hanno fatto quei 40 minuti tagliati che, guarda caso, riguardavano tutte le scene dell’intervento italiano in Spagna, a fianco delle truppe falangiste di Mola e Franco?

Chiedere all’Ufficio Censura della Presidenza del Consiglio della neonata Repubblica Italiana. La “guerra fredda” era in corso e noi eravamo il Paese che aveva inventato il fascismo e che era stato – e non da subito – solo “cobelligerante” e dunque eravamo un Paese “vinto” e in sovrappiù collocato in una posizione geografica cruciale  per la “lotta politica” tra i due blocchi (ricordare la famosa “questione del confine orientale”).

Quei 40 minuti tagliati sono niente altro che i fotogrammi – in bianco e nero – della nostra cattiva coscienza; fatti sparire a colpi di forbice, pensando di “aggiustare” (vedi appresso) la Storia a proprio piacimento da chi, al tempo, era al potere (ché noi ancora non c’eravamo).

Andrea Purgatori, un anno dopo

365 giorni sono un tempo assai lungo da passare quando non hai più gli “appoggi”, i “porti sicuri” ai quali sostenerti, nei quali fermarti a riflettere, quando ne senti il bisogno. Uno dei miei “appoggi”, dei miei “porti sicuri” si chiamava Andrea Purgatori e lui, dal 19 Luglio del 2023, non c’è più.

Seguendo quello che Andrea Purgatori scriveva, ma soprattutto quello di cui ragionava nei suoi Programmi televisivi (l’ultimo, andato in onda per diversi anni, era “Atlantide, Storie di uomini e di mondi”, su La 7) di quello che mi e e ci capitava intorno: città, Paese. Mondo sono riuscito a capire e capirci, come spesso scrivo, un po’ di più.

Ma Andrea Purgatori non era solo un giornalista della carte stampata e della televisione, era anche uno a cui piaceva il Cinema e lui il Cinema lo aveva frequentato, da Attore /nel Film “Fascisti su Marte”, diretto nel 2006, da Corrado Guzzanti e Igor Skofic, nel quale Purgatori era il fascista Fecchia e da sceneggiatore di film come “Il Muro di Gomma”, di Marco Risi (1991) e “Fortapache”, sempre diretto da Marco Risi, nel 2009.

Su Andrea Purgatori e la sua vita professionale è in Libreria un Volume interessante. S’intitola “Andrea Purgatori, Volevo fare il giornalista-giornalista”, lo ha curato Paolo Conti e lo ha pubblicato la Casa Editrice Solferino. E’ il libro di cui oggi vi propongo la lettura.

Ma prima di scrivere altro, ringrazio il mio amico fraterno Piero che questo libro ha segnalato alla mia attenzione perché facessi altrettanto con la vostra.

Dunque, esauriti i doverosi ringraziamenti procediamo nel percorrere la strada tracciata da Purgatori (1953-2023) nella sua intenza, anche se purtroppo breve vita di “giornalista-giornalista”. E in questo percorso credo sia giusto cominciare da alcune battute di una sceneggiatura di Purgatori che riporto appresso: «Gianca’ questo non è un paese per giornalisti-giornalisti, questo è un paese per giornalisti-impiegati» Il dialogo avviene, tra Giancarlo Siani, giornalista napoletano ucciso dalla camorra e il suo Direttore, che lo invita a lasciar perdere certe sue inchieste assai pericolose.

Ecco, è da questo dialogo che Purgatori infila nella sceneggiatura del Film di Marco Risi, “Fortapache”, che deriva non solo il titolo del Libro che vi ho segnalato sopra, ma anche e soprattutto l’idea del giornalismo e del giornalista che era propria dI Purgatori:  Il giornalista non è qualcuno che sta seduto dietro una scrivania e maltratta una tastiera, senza mai avere maltrattato le suole delle proprie scarpe, ma qualcuno che va sul campo, fa domande scomode (anche se spesso ovvie), scava dovunque per scoprire la verità e quando la trova . e se ne convince – la racconta e se ci sono lati oscuri o resi tali da qualcuno non molla l’osso finché tutto quello che c’era da sapere e dire è stato conosciuto e detto.

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Forse non tutti conoscono la storia professionale di Andrea Purgatori che il libro ripercorre. Dunque, sarà utile un breve riepilogo per titoli: dagli esordi come cronista nella Roma del delitto Pasolini e delle rivolte dei movimenti extraparlamentari e studenteschi, al lavoro investigativo nel drammatico quinquennio nero (1978-83): il rapimento e l’esecuzione di Aldo Moro; gli omicidi a Roma del magistrato Riccardo Palma, responsabile degli istituti di prevenzione e pena – «Qui Brigate rosse. Abbiamo giustiziato Palma Riccardo, servo delle multinazionali» fu la prima rivendicazione –, e del giudice Mario Amato, freddato alla fermata dell’autobus da due terroristi dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari); la nomina del generale Carlo Alberto dalla Chiesa a prefetto di Palermo, per dare una risposta pronta e risoluta alla guerra di mafia nella città: sarà ucciso pochi mesi dopo insieme alla moglie e all’agente della scorta; l’attentato al papa; il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi.

Poi arriva quella che per Andrea Purgatori fu l’inchiesta della vita, la strage di Ustica del 27 Giugno 1980 (81 morti). E’ lì che Purgatori riprende la sua ostinata battaglia combattuta da sempre contro i depistaggi, le deviazioni, le false piste e il muro di gomma, che si trova davanti chi vuole scoprire il come e il perché di una storia. Nella storia della strage di Ustica, muro di gomma che Purgatori riuscì a sfondare, grazie al fiuto, al talento e alla determinazione del giornalista-giornalista che non ha mai scelto il quieto vivere.

Andrea Purgatori e la strage di Ustica 40 anni dopo, uno Speciale di “Atlantide, Storie mdi uomini e di mondi

Dopo la Trasmissione di Rai 3 “Telefono Giallo” condotta da Corrado Augias, del 6 Maggio 1988, a cui aveva partecipato anche Purgatori, e il successivo Speciale, sempre di “Telefono Giallo” del 1991, nel quele Purgatori era in Studio tra i giornalisti presenti in Studio (https://www.raiplay.it/video/2018/01/Telefono-giallo-Puntata-del-10101991-eb3eb2d2-8368-4a30-9ef6-ce9d61637110.html), 40 anni dopo quella strage, nel 2020, è lui a condurre, su La 7, uno Speciale della sua Trasmissione “Atlantide” su quella strage; Speciale, intitolato “Ustica,  40 anni di Bugie” che apre con queste parole: “Buona sera. Come si fa a raccontare e a ricordare una storia lunga 40 anni come quella della strage di Ustica, dove ci sono certamente 81 vittime, ma ancora nessun colpevole. 40 anni sono un tempo infinito per chi aspetta la verità e pretende giustizia. Sono quasi due generazioni e in questo caso la memoria conta, ma non basta, non è tutto. (*)

Quella puntata di Atlantide la potete vedere e ascoltare per intero qui: https://www.la7.it/atlantide/rivedila7/atlantide-ustica-40-anni-di-bugie-03-09-2023-331875

La frase di Giulio Andreotti che avete letto all’inizio di questa Nota, Andrea Purgatori la infila in un pezzo che scrive per il Corriere della Sera per presentare il Film di Marco Risi, “Il Muro di Gomma”. Non ci sono parole più lontane dall’idea non solo di giornalismo che aveva Andrea Purgatori: quando accade un fatto non c’è proprio bisogno di “aggiustare” niente, se “aggiustare” vuol dire coprire le colpe, depistare, stravolgere la verità, ad uso e consumo del potere. La verità effettuale delle cose per Andrea Purgatori va sempre cercata, trovata e fatta conoscere, questo fa un giornalista-giornalista.

Nota finale, apparentemente fuori tema, ma solo apparentemente però

Poiché nella vita di Andrea Purgatori il Cinema ha avuto un posto non secondario, mi sembra giusto chiudere questa Nota ancora con un riferimento ad un Film. Nel Film di Mario Monicelli, “I Soliti Ignoti” (1958) c’è una scena in cui  appunto i “soliti ignoti”: Tiberio Murgia (detto Ferribotte), Totò, Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Renato Salvatori e Carlo Pisacane (detto Capannelle), si ritrovano a rendere omaggio a uno di loro, Cosimo Proietti (Memmo Carotenuto) investito e ucciso da un tram mentre, in bicicletta tenta uno scippo dopo una fallita rapina al Banco dei Pegni, Mentre Totò, appena uscito dalla Chiesa, esclama: “Pare che dorme” Tiberio Murgia, dice, con aria ispirata: “Sono sempre i più meglio che se ne vanno”.

E’ vero, “Sono sempre i più meglio che se ne vanno”. Ciao Andrea, grazie per averci aiutato a capire di più e meglio e buona permanenza lassù. 

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(*) Occorre ricordare che – come testimonia nella trasmissione di Purgatori, Corrado Augias ricevette, il giorno dopo il 6 Maggio del 1988, una telefonata dal Magistrato che per primo aveva  indagato sull’abbattimento del DC 9 itavia. Quel magistrato si chiamava Paolo Borsellino, al tempo Sostituto Procuratore della Repubblica a Marsala. Borsellino aveva subito  chiesto al Centro Radar di Marsala dell’Aeronautica Militare i Fogli di Servizio degli Avieri di turno la sera del 27 Giugno 1980, ma gli erano stati forniti degli elenchi contraffatti e successivamente era stato sollevato da quell’Inchiesta.

Particolare curioso, Augias confessa di essere rimasto sorpreso da quella telefonata dato che  Borsellino era notoriamente uomo di destra, mentre, altrettanto notoriamente RAI3 era nota come una Rete di sinistra. Ma Borsellino aveva telefonato ad Augias per dirgli dell’importanza che la telefonata di un ex Aviere in servizio a Marsala quella sera, arrivata alla fine della puntata di Telefono Giallo aveva per l’inchiesta


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