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Al mercato dell’ovest – I due cali di “Poste italiane” – Cin cin con l’ 88% di acqua – A giudizio dall’evasore

Fatti e misfatti di marzo 2014

Al mercato dell’ovest

“Quando Barak Obama ha scandito – nella conferenza-stampa seguita all’incontro con Matteo Renzi – che “la pace non è gratis”, tutti hanno avuto conferma della prevista tirata d’orecchi a quell’Italia la quale avrebbe intenzione di ridurre, da 90 a 45, l’acquisto dei cacciabombardieri americani “F35″”.

Che la pace non sia gratis, purtroppo, è vero da sempre. Ma è sicuro che oggi, per assicurarsela, sarebbe indispensabile acquistare un numero più alto possibile di cacciabombardieri “F35” al mercato americano dell’ovest?

I due cali di “Poste italiane”

“Poste italiane” – ha fatto conoscere il Consiglio di amministrazione presieduto da Massimo Sarmi – ha dovuto registrare un utile in leggero calo”.

Gli utenti di “Poste italiane”, invece, stanno continuando a registrare un servizio, specialmente nel recapito della corrispondenza, in calo pesantissimo. Utile societario in leggero calo, dunque, e servizio agli utenti in calo pesantissimo: quale sarà il “premio di produzione” per l’amministratore delegato Massimo Sarmi, il cui compenso annuale è già di due milioni, 201 mila euro più spicci?

Cin cin con l’ 88% di acqua

“L’emendamento alla legge comunitaria – proposto, dai pd Nicodemo Oliveiro e Michele Anzaldi, per aumentare la percentuale di frutta nelle bibite dal 12 al 20% – è stato bocciato, in Commissione agricoltura alla Camera, dopo il parere negativo espresso dal Governo”.

Si continueranno a bere bibite, dunque, con appena il 12% di frutta e il resto di acqua e chissà che cos’altro. Un risultato che ha scandalizzato non solo le Associazioni dei consumatori, ma anche molti colleghi pd degli onorevoli Oliveiro e Anzaldi. Tanto che qualcuno si è anche posto questa domanda: “Ma il Ministro Maurizio Martina è Ministro per le Politiche agricole o delle multinazionali produttrici di bibite?” Cin cin, intanto, con un succo d’acqua e dodici gocce di arancia.

A giudizio dall’evasore

“La dottoressa Maria Rosaria Grossi – ha rivelato “L’Espresso” – era stata rinviata a giudizio, quand’era in Magistratura a Milano, per una storiaccia di tangenti e di consulenze d’oro, ma, poi, era stata scagionata da queste imputazioni anche se, nella sentenza di assoluzione, era stato però sottolineato che, “per quasi un quarto di secolo aveva riscosso personalmente e per contanti, da innumerevoli soggetti, canoni di locazione non dichiarati al Fisco””.

A questo punto, giustamente, uno potrebbe chiedersi: com’è finita per la dottoressa Maria Rosaria Grossi? Il Consiglio superiore della magistratura ha continuato sì a respingere le sue richieste di riammissione nei ruoli ordinari, ma, poiché il Consiglio di giustizia tributaria (al quale spetta il compito di occuparsi, specificatamente, dei requisiti di onorabilità dei giudici fiscali) non ha avuto alcunché da eccepire, la dottoressa Maria Rosaria Grossi è ora tranquillamente a decidere cause nella Commissione tributaria di Milano. Lei evasore fiscale riconosciuto, insomma, a giudicare, lì, cause intentate contro evasori fiscali indagati. Un altro paradossale episodio da “Italia dei cachi”. E poi c’è chi vorrebbe non si sfiorase nemmeno con un dito l’attuale “sistema Giustizia”.

 

 


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