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Nel mio articolo del 12 ottobre ho illustrato la proposta di “decolonizzare Roma”, cambiando il nome delle Strade e della Piazze che fanno riferimento alle nostre imprese coloniali in Africa.
Ora illustro un’altra proposta.
Nelle nostre città e paesi ci sono Strade e Piazze intitolate a militari che hanno attuato, durante il Governo monarchico o fascista, una cruenta repressione delle manifestazioni popolari di protesta. Questi personaggi meritano ancora oggi di essere ricordati, con la intitolazione di una Strada o di una Piazza e con l’erezione di una Statua o di un Monumento? Io credo di NO perché non è ammissibile che in uno Stato democratico, quale è il nostro dal dopoguerra, si continuino a ricordare persone che hanno causato tante vittime tra la popolazione che stava manifestando per chiedere il miglioramento delle condizioni sociali.
Nello specifico, credo che la rimozione delle Statue e dei Monumenti non comporti particolari problemi.
Invece, riguardo al cambiamento del nome della Piazza e della Strada, come ho scritto nel precedente articolo, dato che può essere “problematico” a livello politico ed amministrativo farlo, ed anche perché comporta molte lungaggini burocratiche, è però facile apporre, in modo adeguato, un cartello o una targa che spieghi “cosa ha fatto” la persona alla quale è intitolata la Piazza e la Strada.
Sono sicuro che in questo modo la stragrande maggioranza dei cittadini sarebbero d’accordo con la “integrazione storica”.
Un primo personaggio sul quale intendo far riflettere è il Generale Fiorenzo Bava Beccaris che attuò la cruenta repressione dei cosiddetti “moti di Milano” del 6-9 maggio 1898 (chiamati dal Deputato repubblicano Napoleone Colajanni “Protesta dello stomaco” perché causati dal rapido e notevole aumento del prezzo del pane, da 35 a 60 centesimi il Kg), addirittura a colpi di cannone caricato “a mitraglia”, che causò più di centinaio di vittime civili, anche donne e ragazzi, e più di 500 feriti.
Al generale Bava Beccaris, diventato Senatore del Regno il 16 giugno 1898 (appena un mese dopo i “moti”, per il “grande servizio reso al Re ed alla Patria”!) sono intitolate strade a Milano ed a Torino.