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Non è sufficiente informare …e basta

A proposito dell'anziano ottantaseienne nel quartiere Don Bosco che, rientrando a casa, l'ha trovata occupata 

Roma, quartiere Don Bosco, un anziano di circa 86 anni va in ospedale per tre settimane per sottoporsi al alcuni controlli medici, rientra presso la propria abitazione e la trova occupata con tanto di serratura cambiata. Non riuscendo a rientrare in casa, aveva chiamato le forze dell’ordine ma nell’immediato si era dovuto limitare a sporgere denuncia contro la donna che aveva preso possesso di casa sua. Il lieto fine è: l’anziano è finalmente rientrato nella sua abitazione, accompagnato dai carabinieri. Al loro arrivo i nomadi occupanti avevano già lasciato l’edificio. Quanto sopra da me scritto, in sunto, è stato riportato da tutti i giornali nazionali e tutti i maggiori canali televisivi.

Sono notizie importanti che vengono cavalcate per attirare il grande pubblico, ma non vengono approfondite al fine di dare le possibili soluzioni di legge ai possibili futuri malcapitati. Così, peraltro, cresce la preoccupazione nell’opinione pubblica. Anche perché questa volta non si trattava delle solite occupazioni di alloggi pubblici da assegnare ma di un normale appartamento privato, abitato da anni dal suo proprietario che si era solo assentato momentaneamente.

Ho letto con curiosità questa mattina un editoriale sull’edizione romana del  Corriere della Sera di Roma di Gianfranco Amendola (magistrato e politico italiano, esponente della Federazione dei Verdi e già parlamentare europeo. Nel suo ruolo di magistrato si è interessato, a partire dal 1970, ai reati ambientali e fino al 1989 di oltre 15.000 processi per i reati sopra menzionati) che commentava, sezionando, l’argomento.

“Non è tollerabile che ci vogliano più di venti giorni per intervenire se, approfittando dell’assenza del proprietario, qualcuno forza la porta di casa, cambia la serratura, mette il suo nome sulla porta e si appropria della casa e delle cose ivi contenute. Eppure le leggi ci sono. Basta la querela del proprietario per legittimare l’intervento della polizia giudiziaria la quale ha l’obbligo di impedire che i reati vengano portati a conseguenze ulteriori; anzi, nei casi di urgenza, quando non è possibile attendere il provvedimento del magistrato e vi è pericolo che si possano aggravare o protrarre le conseguenze del reato, può effettuare, di sua iniziativa, un immediato sequestro preventivo dell’abitazione, mandando via gli abusivi e trasmettendo entro 48 ore gli atti al PM per la convalida e gli ulteriori provvedimenti.”… “Nel caso del pensionato romano, invece, si è preferito seguire la via «normale», affidata dalla legge a PM e GIP; e tutto si è complicato, specie considerando che questi uffici giudiziari sono gravati di una immensa mole di lavoro, spesso urgente, con vistose carenze di organico. In ogni caso, venti giorni sono veramente troppi, specie quando il fatto è chiaro, la illegalità permane, i colpevoli sono individuati, non ci sono circostanze particolari da valutare, e ogni giorno che passa aumenta il pericolo di aggravamento della situazione per il proprietario incolpevole.”

Ho ritenuto opportuno prendere in “consegna” il commento del dott. Amendola e trasferirlo ai lettori di Abitare a Roma per offrire una informazione di qualità aggiuntiva.

Poi incrociamo le dita, augurandoci che non si siano più possibili futuri malcapitati.


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