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Nel parco Palatucci non ci sono telecamere attive e purtroppo è un parco “aperto”, di notte e di giorno.
Troppi accessi liberi e quindi esposizione a scorrerie dei malviventi.
Scendendo dalla stradina mattonata, appena passato l’anfiteatro e la piazzetta con l’ulivo, si arriva al campo di calcio “Cervini”. Proseguendo, fiancheggiando il campo di calcio, c’è un piccolo viale sterrato che porta verso la “lingua” verde tra via Gadola e via Roberto Lepetit o ad una casa ubicata proprio all’interno del parco vicino all’ingresso da via Lepetit.
Oggi è stata una giornata ventosa, con nuvole che si ammassavano e che si aprivano, poca gente a correre o camminare nei viali del parco alle 11 del mattino.
Un uomo di 65 anni anni, in completo sportivo, cammina per recuperare dai postumi di una operazione all’anca.
Solo e in sovrappensiero sente un braccio che si poggia sulle sue spalle, si volta e vede un giovane uomo che gli sorride.
Non realizza sul momento, ma sente un piccolo strappo sul collo, e vede il giovane allontanarsi di fretta.
Si accorge peròche non ha più la catenina d’oro, e sente sulla pancia il contatto del metallo della croce d’oro e dell’aquila laziale, che, nello strappo, si sono sfilate dalla catenina.
Il malvivente ha lasciato, involontariamente, metà del bottino sul corpo dell’uomo.
Sull’uomo è rimasta anche la paura e la sensazione, brutta, dell’insicurezza.
Ricordo gli anni in cui nel parco Palatucci girava la coppia dei poliziotti o deicarabinieri a cavallo, e la macchina dei vigili urbani.
Non è il momento di ripensare e affrontare seriamente un problema , finora mai affrontato seriamente?