

Due pentole nel futuro d’Italia
“Matteo Renzi – ha ripetuto l’affondo, nel tradizionale editoriale su “La Repubblica”, il “fondatore” Eugenio Scalfari – ha messo a bollire una pentola d’acqua, ma finora non ha buttato nulla a cuocere… Oggi bisogna creare una sinistra che riconosca le tutele anche ai ceti medi, ma metta in testa quelle dovute ai lavoratori. A me non sembra che che Renzi sia il più adatto e Berlusconi il suo migliore alleato… Mi ha fatto piacere che anche il “Corriere” abbia capito che il personaggio che ci governa è il frutto di tempi bui e, se i tempi debbono essere cambiati, non sarà certo quel frutto a riuscirci”.
Non ci riuscirà insomma – per il “fondatore” Eugenio Scalfari – in quanto non all’altezza. Ma se proprio dovesse essere – è invece convinto il “premier” Matteo Renzi – in quanto i “poteri forti” si sono chiaramente coalizzati contro di lui. Solo che lui ha risposto di non avere paura né degli editoriali di De Bortoli e di Scalfari sul “Corriere della sera” e su “La Repubblica” né della Confindustria né della Cgil né della Conferenza episcopale né di Diego Della Valle nè di tutto quello e di tutto ciò che sta loro dietro e, da buon ex chierichetto, magari neppure del diavolo. “Non mollo – ha avverttito – andrò avanti”. Anche se, insieme ai “poteri forti”, si è aggiunto anche il “piccolo” Pippo Civati il quale ha minacciato, insieme ad altri pd, di fare le valigie e andarsene, se l’articolo 18 sarà buttato a mare. A bollire forte, dunque, non è soltanto la famosa pentola nella quale – secondo il “fondatore” Scalfari – Matteo Renzi non ha calato nè la pasta nè altro e che, continuando a bollire a vuoto, ha cominciato ad evaporare insieme con il favore dell’opinione pubblica e dell’appoggio parlamentare. A bollire forte c’è un’altra pentola, una pentola a pressione, che ha cominciato a fischiare e sta rischiando di esplodere: la pentola nella quale i cosiddetti “poteri forti” hanno invece messo molta carne a cuocere. Pentole, comunque, sì. Ma attenzione, soprattutto, alla padella. Per non cadere alla fine, da lì, sulla brace.
Dogmi
“L’articolo 18 – è intervenuto, nel dibattito politico, il segretario della Commissione episcopale italiana, monsignor Angelo Bagnasco – non è un dogma di fede”.
E’ vero: l’articolo 18 non è incluso nei dieci dogmi di fede di Santa Romana Chiesa. Non riconoscendolo, dunque, non si pecca di eresia. Ma il dibattito istituzionale è su un altro piano: se sia laicamente o no negarne il valore assoluto nella legislazione del lavoro italiana.
Conversioni
“Nella struttura di Cesano Boscone, dove ogni venerdì vado per i servizi sociali che mi sono stati assegnati – ha detto con orgoglio Silvio Berlusconi – ho anche convertito un comunista”.
Matteo Renzi, il quale continua a non sopportare la presenza di tanti comunisti nel “suo” Pd, potrebbe chiedergli come ha ottenuto questa miracolosa conversione. Magari prima di quella direzione del partito che, convocata ai primi della prossima settimana, si preannuncia tutt’ altro che tranquilla.
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