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Una piccola Pompei a Roma

Una dimora raffinata di epoca traianea distrutta da un incendio a largo Amba Aradam

Un ulteriore incredibile ritrovamento archeologico è avvenuto lungo il percorso della nuova metro C di Roma. Anche la Capitale può vantare, tra i mille tesori che custodisce da secoli, il ritrovamento di una dimora raffinata, distrutta da un incendio durante l’epoca traianea.
Grazie alla realizzazione del Pozzo Q15 a largo Amba Aradam, un’opera che è servita per mettere in sicurezza le vicine Mura Aureliane, è stata scoperta una casa romana appartenuta sicuramente ad un personaggio importante della Roma imperiale. Si è scesi a più di nove metri sotto terra e ancora si procederà fino ad arrivare ad una quota di meno tredici metri, rispetto al piano di calpestio attuale.
Tutto ciò è stato possibile grazie al blindoscavo. Come fanno sapere i tecnici della Soprintendenza e come vuole la stessa legge che regolamenta gli scavi di archeologia preventiva, con una semplice trincea si potevano scavare solo 1200 metri cubi di terra.
In questo caso gli archeologi sono scesi molto più in profondità senza incorrere in nessun problema statico, in quanto le paratie perimetrali in pali di cemento e l’ampiezza del pozzo – otto metri di diametro e quattordici metri in profondità, di cui dieci già scavati – hanno permesso un’indagine a quote altrimenti inaccessibili per un normale scavo archeologico.

All’interno del pozzo, a nove metri di profondità dal livello della strada, è riemerso un ambiente di due stanze di circa cinquanta metri quadri di superficie.

Per la prima volta anche nella Capitale sono stati ritrovati dei soffitti lignei che hanno permesso agli studiosi di constatare con mano le tecniche costruttive suggerite da Vitruvio. Del soffitto fanno parte le travi con all’interno ancora i chiodi utilizzati per fissarle.

A decoro di questa incredibile scoperta, il ritrovamento di pareti dipinte (si notano infatti tracce di colore rosso sulle pareti verticali) e bellissimi mosaici sia colorati che monocromi.

A testimoniare la sciagura che si era battuta su questa dimora, tra l’altro non distante dalla scoperta avvenuta qualche tempo fa della caserma, il ritrovamento dello scheletro di un cane rimasto bloccato sulla porta.

E’ un fermo immagine di quasi duemila anni fa e un po’ ricorda quello che era successo a Pompei; perché proprio in eccezionali situazioni ambientali e climatiche è possibile conservare le strutture lignee di secoli fa che ancora oggi possono raccontare la loro storia.


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