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Reati gravi, ma senza più il pericolo di andare in galera – Da pedofilo a insegnante di scuola media

Fatti e misfatti di dicembre 2014

Reati gravi, ma senza più il pericolo di andare in galera

“L’omissione di soccorso, l’abbandono di minori o di incapaci, l’esercizio abusivo di una professione, l’attentato ad impianti di pubblica utilità, l’atto persecutorio come lo “stalking”, il commercio o la somministrazione di medicinali guasti, la fabbricazione o la detenzione di materiale esplodente, l’incesto, la fabbricazione o il possesso di documenti di identificazione falsi, l’occultamento di cadavere e anche il vilipendio di tombe – con l’applicazione del decreto legislativo di attuazione della legge 67/2014 varato pochi giorni fa dal Governo – non saranno più considerati reati degni di carcerazione. Salvo che il giudice chiamato a valutarli non ritenga, autonomamente, di arrestare invece il colpevole”.

Sarebbe giusto che il Governo spiegasse tutto ciò ai cittadini basiti. E non continuasse ad adottare provvedimenti simili, alla chetichella, con la speranza che nessuno se ne accorga finché possibile. Ma sarebbe anche giusto – qualunque possa essere una eventuale spiegazione del Governo – che questo Governo sia più dalla parte dei cittadini onesti e vittime che da quella dei sempre più numerosi delinquenti. E non venga a dire che le carceri non ci sono o che non ci sono i soldi per pagare altre guardie carcerarie. Le carceri ci sono eccome e, anzi, molte ultimate e inutilizzate stanno andando perfino in rovina. E i soldi per pagare nuove guardie carcerarie potrebbero essere reperiti dai tanti milioni che vengono sequestrati, da carabinieri e a guardie di finanza, ai camorristi e ai mafiosi. O con quelli ci si devono appianare, ad esempio, i “profondi rossi” delle inefficienti e malgestite compartecipate?

download (5)Da pedofilo a insegnante di scuola media

“L’animatore di un “kinderheim” di Legnano Sabbiadoro – nell’ormai lontano 1998 – mette ripetutamente le mani nelle parti intime di una bambina di cinque anni e mezzo, viene subito denunciato dai genitori, i giudici di primo grado lo condannano a tre anni e sei mesi nel 2004 (sei anni dopo), i giudici di appello, con il patteggiamento, ad un anno e quattro mesi nel 2007 (nove anni dopo) finché il mascalzone finisce per non andare nemmeno un giorno in carcere”.

Perché ricordare questo fatto, pur grave, conclusosi tanti anni fa? Perché, dopo questo vergognoso primo atto, ne è poi seguito un secondo, altrettanto vergognoso, reso noto soltanto oggi. Quell’animatore pedofilo, nel 2011, è stato assunto con contratto a tempo indeterminato, come docente di ruolo in matematica, in una scuola media statale di Torino. Ora, certo, è giusto che per i colpevoli dei reati anche più odiosi, una volta scontato il loro conto con la Giustizia, ci sia la possibilità di un’occupazione lavorativa. Sembra però azzardato, quasi una beffa, il fatto che un pedofilo condannato come tale ottenga di andare ad insegnare in una scuola media statale. Ora comunque, con lodevole insolita rapidità, il Ministero ha istituito una commissione che vada, accerti e riferisca. Ma anche questa commissione agirà con lodevole insolita rapidità in modo da poter assumere, finalmente, i giusti provvedimenti? C’è da augurarselo. Perché sono già trascorsi troppi anni scolastici con questo professore condannato pedofilo in cattedra in una scuola media statale. E non si vorrebbe che trascorresse anche il prossimo, tranquillamente, come se nulla fosse stato.


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