Roma Est, impariamo a conoscerla – Parte quinta: le oasi ecologiche e i grandi parchi
La nostra città è ricca di aree protette che insieme ai parchi, alle ville storiche, alle tenute agricole, al verde pubblico e privato, dà vita ad una eccezionale rete naturalistica ricca di biodiversità di inestimabile valore. Il nostro territorio è un esempio di ricchezza in specie faunistiche e floristiche soprattutto nei pressi del fiume Aniene e delle zone umide. Una delle principali ricchezze naturalistiche della città consiste nella elevata presenza di specie indigene e solo negli ultimi anni alcune piante e alcuni animali esotici ed invasivi si sono diffuse spesso grazie alla disattenzione e all’ignoranza della mano dell’uomo.
La Riserva Naturale della Valle dell’Aniene e il Parco Naturale della Cervelletta
Osserviamo quanto accade vicino a noi. L’area protetta più vicina al nostro quartiere è la Riserva Naturale della Valle dell’Aniene che comprende anche il Parco Naturale della Cervelletta che si estende per circa 620 ettari. L’area è gestita dall’ente regionale RomaNatura. È uno dei principali corridoi biologici della nostra città e proprio la presenza del fiume la rende così interessante a livello naturalistico. La vegetazione della riserva è caratterizzata principalmente dalla presenza di specie igrofile (organismo vegetale che vive bene in un ambiente molto umido) legate all’ambiente ripariale (vegetazione che ha il proprio habitat naturale sulle rive di corsi e specchi d’acqua) del fiume. Percorrendo le rive dell’Aniene si osservano in prevalenza salici e pioppi che qualche tempo fa caratterizzavano tutta l’area e la rendevano una foresta intricata ed affascinante. Le formazioni igrofile si sviluppano soprattutto lungo le sponde dell’Aniene e del fosso della Cervelletta dove è localizzata una delle zone umide più importanti della città. Le specie che si sviluppano nel sottobosco sono quelle tipiche di questo tipo di terreni: il sambuco nero, la salcerella, la mestolaccia comune, la robinia (specie aliena ormai adattata). Durante l’anno, nei mesi primaverili, tali habitat si arricchiscono dei vivaci colori del giaggiolo acquatico, comunemente conosciuto come iris giallo, e in estate ed autunno del girasole del Canada. Nella riserva, nella fascia d’acqua profonda 80 – 100 cm, si sviluppa la cannuccia palustre, riconoscibile dalla pannocchia piumosa, che si sviluppa rapidamente grazie ai fusti radicanti.
Il fiume Aniene e i fossi minori favoriscono la presenza di una ricca fauna acquatica, tra cui non è raro avvistare insetti, del tipo efemerotteri detti comunemente effimere, che svolgono il loro sviluppo e gran parte della vita nelle acque correnti. Sono cattivi volatori a causa delle ali posteriori molto ridotte (a volte possono addirittura mancare), con un conseguente sviluppo del mesotorace. Le dimensioni sono spesso esigue, con un’apertura alare mediamente sui 12 mm. Le ali sono spesso trasparenti, ricche di nervature solo nella forma adulta, e non sono mai ripiegate sul proprio corpo: a riposo sono sempre tenute in posizione verticale, cosa che negli altri insetti avviene solo dopo una muta ninfale o pupale . Altri ordini caratteristici di questi ambienti sono i tricotteri. Sono uno degli Ordini più importanti di Insetti acquatici in quanto componenti di catene trofiche complesse e per il fatto che la loro biologia interagisce con interi comparti di organismi fluviali. Sono insetti anfibiotici poiché, da adulti, sono aericoli, anche se volatori di scarsa abilità, mentre i loro stadi pre-immaginali sono acquatici. Popolano inoltre queste zone umide, soprattutto nel parco naturale della Cervelletta, oltre alle libellule e ai coleotteri, gli imenotteri e i ditteri. Questi ultimi rappresentanti delle ben conosciute zanzare che si riproducono facilmente in prossimità delle acque dove depongono le uova. Fugace è l’avvistamento del granchio di fiume ossia il crostaceo d’acqua dolce che vive in tane scavate in zone con acque calme o poco correnti. La sua presenza nella zona umida della Cervelletta è confermato anche nel libro “La Cervelletta di Mimmo e con Mimmo” del prof. Pietrangeli.
Le acque della riserva sono popolate da alcuni pesci importanti (la lampreda e lo spinarello) e dall’anguilla. Quest’ultima è una specie diffusa nelle acque dolci, salmastre e marine a corrente debole o assente, ma non si può escludere di trovarla in acque anche molto mosse. Di giorno si rintanano e solo di notte vanno alla ricerca di cibo: larve d’insetti, crostacei e pesci morti. In questa ricca oasi naturalistica non può mancare la presenza di tanti anfibi ma a caratterizzare questo patrimonio biologico della Cervelletta ci sono esemplari inaspettati di testuggine d’acqua. È un animale che ha una dieta prevalentemente insettivora e a base di pesce, da adulta, invece, diventa prettamente vegetariana.
La ricchezza faunistica di questa zona, posta tra i quartieri di Colli Aniene, Tor Sapienza e Tor Cervara, è molto di più di quanto abbiamo descritto finora. Nel caso di una passeggiata nel parco, se si è fortunati si possono fare incontri emozionanti con animali e uccelli particolari: il martin pescatore, l’usignolo di fiume, la cannaiola, il pendolino, l’anatra selvatica, l’airone cinerino, il fagiano, la gallinella d’acqua, il cormorano, il merlo, lo storno, la passera, il gheppio, la poiana, la volpe, l’istrice, il tasso, il coniglio, la talpa, il ramarro, il granchio d’acqua dolce, la nutria, la tartaruga palustre. Bisogna essere attenti osservatori e , soprattutto, occorre rispettare quel silenzio che merita un ambiente ecologico così importante. Tra gli uccelli predatori è possibile avvistare inoltre la cornacchia grigia ma l’ultima specie che si sta diffondendo capillarmente sul territorio è una specie aliena che si è ormai diffusa in Italia: i pappagalli. Appartengono a due famiglie diverse ossia i parrocchetti dal collare e i parrocchetti monaci e si riconoscono dalle loro caratteristiche fisiche: colore, piumaggio e becco. Sono originari del Sudamerica e dell’Africa centro settentrionale ma ormai si sono radicati nel nostro territorio e si stanno abituando alla presenza umana. Sempre meno diffidenti e facilmente fotografabili, stanno proliferando nelle zone più verdi della periferia romana.
L’area della Riserva Naturale della Valle dell’Aniene si estende da Ponte Mammolo sulla via Tiburtina, fino a Ponte Nomentano sulla via Nomentana, ed è caratterizzata dal percorso sinuoso del fiume Aniene fino alla sua confluenza con il Tevere. Il paesaggio alterna zone pianeggianti con querceti composti da farnie, cerri, roverelle, a zone umide, dove sono presenti olmi, salici bianchi, frassini e aceri. In altre aree si trovano piccoli rilievi di natura tufacea, dove ancora si possono notare i resti di antiche cave di tufo, sfruttate sin dall’epoca romana. Per quanto riguarda la fauna della riserva, sono presenti l’istrice, l’airone cinerino, il martin pescatore e il cormorano, mentre nei corsi d’acqua vivono il gambero e il granchio di fiume, indicatori di acque pulite. Notevoli le presenze storico-archeologiche; tra queste le due ville romane di via Tilli e di Ripa Mammea e il deposito pleistocenico di Rebibbia-Casal de’ Pazzi, dove lo scavo ha riportato alla luce resti di grandi animali preistorici, soprattutto elefanti.
Parco Naturale di Aguzzano
Il Parco, istituito nel 1989 e stretto tra la via Nomentana, la via Tiburtina e il GRA, è un polmone verde in mezzo a quartieri densamente edificati e rappresenta un punto di svago e di incontro per i cittadini che abitano la zona est di Roma.
Il nome pare che derivi dal fondo di “Auzano” altrimenti detto la grande tenuta agricola della romana gens Acutia , una famiglia medievale che si occupava della grande tenuta agricola. In seguito a vari processi di urbanizzazione, il parco negli anni cinquanta-anni sessanta perse una vasta porzione della sua estensione a causa della costituzione dei nuovi quartieri di Monte Sacro, Ponte Mammolo, Monte Sacro Alto e San Basilio (Roma), proseguita negli anni successivi con la zona di Casal de’ Pazzi, e Rebibbia. Tuttavia l’espansione urbanistica fece sensibilizzare delle associazioni ambientaliste che intendevano tutelare dei lembi della tenuta del Parco di Aguzzano facendo così istituire il parco con legge 08/08/1989. Nel luglio 1997 il comune di Roma ha occupato 13 dei 52 ettari. per valorizzare il territorio piantando alberi a protezione dei giochi per bambini.
E’ un’area protetta tra le più piccole della città ed è caratterizzata da una serie di lunghi viali alberati con filari di Pini domestici, Pioppi del Canada e Platani che rendono estremamente piacevole, anche nelle giornate più calde, fare passeggiate, pedalare o fare jogging. E’ percorso in tutta la sua lunghezza dal Fosso di San Basilio, che ospita lungo le sue sponde, oltre ad alcuni Salici bianchi, una vegetazione arbustiva a tratti intricata ed impenetrabile, dove trovano rifugio diverse specie di uccelli, quali l’Usignolo di fiume, la Gallinella d’acqua e la Ballerina bianca.
Il resto del parco è costituito da prati frequentati da gruppi di Storni provenienti dalle zone più centrali della città che si mischiano alle Passere e ai Cardellini, abituali frequentatori della zona.
Pur non presentando elementi di elevato valore naturalistico, il parco costituisce, nell’ambito della rete ecologica cittadina, un importante corridoio di collegamento tra la Riserva Naturale della Marcigliana e la Riserva Naturale della Valle dell’Aniene.
Bibliografia
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università Popolare Michele Testa
“La Cervelletta di Mimmo e con Mimmo” – il libro del prof. Pietrangeli
Abitare A
RomaNatura
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