Roma Est, impariamo a conoscerla – Parte seconda: il fiume Aniene
Proseguiamo oggi con i nostri articoli per conoscere meglio il territorio dove viviamo attraverso le sue ricchezze e le sue criticità. Oggi tratteremo il fiume Aniene, il corso d’acqua che attraversa i nostri quartieri, ricco di storia a partire dalla preistoria fino ai nostri giorni.
Un lungo corso d’acqua, ricco di storia, che attraversa il nostro territorio prima di confluire nel Tevere. Ma cosa sappiamo di lui oltre le cronache locali che raccontano di inquinamento, miasmi e allagamenti? Per gli abitanti dei primi insediamenti lungo l’alveo del fiume, compresi i romani, era una risorsa importante e, proprio per questo, veniva rispettato come una sorta di dio: intorno a lui sono nate tante leggende. Prima fra tutte quella che le attribuisce il nome che, secondo lo scrittore Plutarco, derivò dal re etrusco Anio affogato nelle sue acque nel tentativo di raggiungere il rapitore della sua bella figlia Salea.
Era conosciuto anche con il nome di Teverone, così come veniva chiamato dagli antichi popoli insediati nella parte bassa delle sue rive. Nasce da un gruppo di sorgenti sui monti Simbruini posti al confine tra Lazio e Abruzzo. La piovosità di questo territorio e la natura della terra costituita prevalentemente da rocce calcaree creano sorgenti perenni che alimentano il bacino dell’acqua. Il bacino idrografico è pari a 1466 kmq che si sviluppano tra le province di Frosinone e Roma. Nella prima parte del suo percorso si presenta come un torrente con buche profonde poi, man mano che si scende di quota, la pendenza diminuisce così come la velocità, il suo letto si allarga ed aumenta la portata idrica.
La costruzione del primo acquedotto risale al II secolo a.C. e, da allora, l’Aniene ha rappresentato una fondamentale risorsa per gli abitanti di Roma ed ha nutrito popoli e civiltà rilevanti sorte lungo le sue sponde. L’abbondanza che aveva caratterizzato il fiume nei secoli passati è ormai un ricordo: ai nostri giorni possiamo solo costatare che ad alimentare il fiume è rimasta un’unica sorgente, quella del Pertuso, motivo per il quale la portata di questo corso d’acqua è notevolmente diminuita. A meno che per affluenti non vogliamo considerare i numerosi scarichi industriali e gli imponenti depuratori che, soprattutto nel Lazio, riversano acque trattate (spesso sospette) nel fiume. È in questo modo che il fiume cambia aspetto in modo repentino: l’acqua limpida e cristallina del percorso abruzzese diventa melmosa e di quel colore scuro che non ha bisogno di analisi per capire il suo forte grado di inquinamento.
Una volta era una risorsa: la sua forza era utilizzata per muovere le pale dei mulini, era la linfa che dava refrigerio ai prodotti della terra, le donne vi lavavano i panni e gli animali si dissetavano con il prezioso liquido. Poi è stato abbandonato. Le persone gli hanno voltato le spalle e, per l’Aniene, è iniziato il lento e inesorabile degrado. Due automobili, un motorino, poltrone, un frigorifero e una vasca da bagno sono solo alcuni degli oggetti che i volontari hanno trovato nel corso di un’iniziativa ecologica nel tratto finale del fiume a una decina di chilometri da Montesacro. In precedenza erano state trovate teste di maiale e altri residui industriali che la raccontano lunga di come vengono smaltiti questi rifiuti speciali. Come non ricordare il recente ritrovamento, durante gli scavi del cantiere delle complanari A24, di uno sversamento di rifiuti inquinanti con forte presenza di cianuri, di cui abbiamo dato notizia.
La depurazione è ancora insufficiente, per pulizia e controllo. Ultimamente, con il contratto di fiume, firmato presso la Regione Lazio da enti locali ed associazioni, sono stati fatti alcuni passi avanti nella direzione giusta. Il Programma di Azione del Contratto di Fiume Aniene è articolato in 93 schede di azione da implementare in un arco temporale di 5 anni, dal 2022 al 2026. Le Azioni da mettere in campo sono divise in alcune che riguardano direttamente l’alta valle, altre che sono indirizzate al tratto della media valle, alcune per il territorio della basse valle ed infine alcune che sono trasversali e riguardano l’intero bacino idrografico.
Per ogni azione è stato individuato un soggetto responsabile di seguire l’andamento e l’implementazione della proposta.
Ogni azione, inoltre, risponde a uno o più dei seguenti obiettivi generali:
• mitigazione e adattamento ai rischi idrogeologici;
• miglioramento ambientale;
• uso sostenibile delle risorse ambientali;
• valorizzazione turistico-ricreativa dell’ambiente.
Nel complesso il partenariato pubblico-privato del Contratto di Fiume Aniene ha condiviso un paniere di azione molto ampio e articolato, testimone di un forte interesse per il corso d’acqua e le sue relazione con i territori che attraversa.
Bibliografia:
Dall’ecosistema ager all’ecosistema urbs: il territorio di Roma (Regione Lazio)
Wikipedia
Sito del Museo del Pleistocene
Contratto di fiume Aniene
Antonio Barcella – Corso Storia del territorio dell’Università Popolare Michele Testa
Abitare A
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