Roma, V Municipio: Dopo sfratti associazioni ora immobili a canone abbattuto

Lo denuncia CAIO (Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate): "prima cacciati in centinaia, a che gioco stanno giocando i 5 Stelle"?

Il M5S ci ripensa sulla gestione dei beni pubblici. Dopo lo sfratto di diverse associazioni da immobili di proprietà del Comune di Roma, in virtù della delibera 140/2015 della Giunta Marino, con la motivazione che l’abbattimento del canone previsto dalla delibera 26/1995 fosse “pregiudizievole per l’amministrazione pubblica”, arriva il colpo di scena: il V Municipio di Roma, sempre amministrato dai pentastellati, ha messo a bando un immobile di proprietà comunale in via Prenestina per lo svolgimento di progetti per attività sociali e culturali, proprio ai sensi della delibera 26/1995, ovvero con la riduzione del canone in misura dell’80% (consultabile al seguente link: https://www.comune.roma.it/web/it/bando-concorso.page?contentId=BE C571973).

Una “capriola”, quella del Movimento Cinque Stelle capitolino, che ha fatto infuriare associazioni e movimenti di tutto il territorio cittadino dopo la denuncia da parte del coordinamento Caio, la Comunità per le Autonome Iniziative Organizzate di Roma, che in un post sul proprio profilo Facebook ha attaccato duramente l’amministrazione.

“A che gioco stiamo giocando? La Giunta a Cinque stelle del Municipio V mette a bando un immobile pubblico ai sensi della delibera 26 del 1995 dopo che la Giunta Raggi ha posto sotto sfratto centinaia di associazioni ritenendo che l’abbattimento del canone previsto dalla menzionata delibera fosse pregiudizievole per l’amministrazione pubblica”, scrive il Caio.

“Andiamo per gradi. Sono ormai trascorsi quattro anni da quando si è insediata la Giunta a 5 stelle. In questi anni il Governo cittadino si è caratterizzato per un feroce accanimento nei confronti di tutte le realtà sociali che, attraverso l’utilizzo del patrimonio pubblico, hanno offerto servizi ai romani. La ferocia si è manifestata attraverso l’invio di lettere di diffida contenenti intimazioni di pagamento anche per importi milionari: questo è il caso del Csoa Auro e Marco, al quale venivano chiesti 6 milioni di euro per il pagamento di un canone relativo ad un immobile che poi si è scoperto non essere censito neanche al catasto fabbricati. Ovviamente questo si è trasformato in una sconfitta in giudizio per l’amministrazione capitolina che ha anche dovuto pagare le spese del processo”.

Ma, sottolinea il coordinamento, “la giunta delle stelle, probabilmente il luogo da cui è stata calata, non si è fermata qui: ha inoltrato a tutte le associazioni una lettera di riacquisizione in autotutela, il che tradotto in soldoni vuol dire che ha posto sotto sfratto tutte le associazioni che utilizzano il patrimonio comunale. Le motivazioni addotte dall’amministrazione, ormai da quattro anni, riguardano il fatto che, in applicazione della delibera 140/2015, è necessario riacquisire tutti gli immobili, in attesa che venga emanato un regolamento che disciplini la futura assegnazione. Quindi, la giunta delle stelle ha riacquisito gli immobili per poi lasciarli vuoti, in attesa del famoso regolamento”. A parte, prosegue il post, “l’illogicita’ di riacquisire un immobile per lasciarlo vuoto e la sua contrarietà ai più elementari principi di diritto, l’amministrazione in questione oggi ha rinnegato tutto quanto fatto sino ad oggi in relazione alla gestione del patrimonio”. Infatti, denuncia la Comunità, “abbiamo scoperto un bando (D.D.974 del 16.4.2020) che ha ad oggetto l’assegnazione del locale sito in via Prenestina 286a-286b per lo svolgimento di progetti per attività sociali e culturali. Udite udite, questo bando è emanato ai sensi della delibera n. 26 del 1995 e prevede la riduzione del canone in misura dell’80%. Non vi è più alcun riferimento alla natura disponibile o indisponibile del bene che viene genericamente definito bene comune”.


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Un commento su “Roma, V Municipio: Dopo sfratti associazioni ora immobili a canone abbattuto

  1. Devo commentare?,va bene. Non sono italiano ma ho voluto tantissimo un cambiamento radicale in questo paese, in questa città bellissima e affascinante, ammiro tantissimo la sindaca Raggi, di Maio, ma soprattutto la giustizia che per altro non fa la giustizia,. Quando vai in aula di un tribunale scrive visibile:LA LEGGE E UGUALE PER TUTTI, sapete benissimo soprattutto la mia carissima sindaca Virginia che non è così,e che sempre sono condannati i più deboli. Non voglio parlare del mio passato perché so che lo sapete perché ni sono fatto abbastanza notare,quello che vorrei dire e di chiedere la mia dignità, i miei diritti come presidente in Italia, come persona onesta, come contribuente, come persona umana. Mi sono stati negati alla mia insaputa tanti diritti, ho sentito solo di doveri. Sapete penso sempre prima ai altri, alle persone che stanno peggio di me,ma sono arrivato anche io ai limiti. Non è colpa vostra perché non avete creato voi questo caos, e stato creato in tempo,con furbizia, con ignoranza, con arroganza, delle persone sbagliate, sono arrivato in questo paese dal 2002 e il mio camino non e stato facile, ma tutto sommato va bene cosi perché non sono venuto per arricchirmi, sono venuto per la disperazione, per trovare la serenità. Un saluto.

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