S. I. Municipio X: “Torna Tiberis 2020, ma per mantenere aperti i varchi al Pontile non ci sono risorse”

Marco Possanzini: "L’unico divieto fatto formalmente rispettare dal M5S è quello di disturbo agli Stabilimentari"

“Non è una presa in giro, è on line sul portale di Roma Capitale – dichiara in una nota Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio – l’avviso pubblico per individuare le aziende pronte a sostenere, con dei finanziamenti, l’apertura della spiaggia artificiale sotto Ponte Marconi. Il covid-19 ha sconvolto tutto, ha sconvolto il mondo intero, ma non ha minimamente fermato l’apertura di Tiberis, la spiaggia finta agghindata sul Tevere sotto Ponte Marconi. Mentre per riaprire Tiberis si cercano sponsor privati, quindi finanziamenti privati, non si ha notizia di come questa Amministrazione abbia utilizzato le risorse pubbliche, quindi soldi dei cittadini, messe a disposizione dalla Regione Lazio al fine di permettere in sicurezza la fruizione del mare e delle spiagge, quelle vere e naturali, nell’estate caratterizzata dalle norme anti contagio.”

“Un paradosso non di poco conto – prosegue Possanzini – visto che Roma è l’unica Capitale Europea, insieme ad Atene, ad affacciarsi sul mare. Tempo fa la Sindaca Raggi disse che con Tiberis finalmente Roma diventava come Parigi evocando la spiaggia sulla Senna ma dimenticando amaramente che Parigi non è una città sul mare. Il dito nell’occhio ai cittadini non si limita a questa “distrazione geografica”: il M5S, in attesa di aprire una spiaggia artificiale ha pensato bene di chiudere i varchi pubblici ai lati del Pontile e di aprire i cantieri sulle spiagge libere di ponente, in piena stagione balneare, fra i bagnanti. I varchi a mare realizzati dalla precedente Amministrazione ai lati del Pontile, per altro superando enormi resistenze dei soliti noti e cioè dei “padroni” del mare e delle spiagge, sono stati chiusi visti i numerosi accessi per raggiungere la battigia e l’impossibilità di controllarli. Almeno sarebbe questa la motivazione ufficiale fornita dal Municipio X. Quei due varchi, oltre ad essere utili, rappresentano un simbolo perchè testimoniano la riconquista di un diritto dei cittadini, quello di accedere liberamente e gratuitamente al mare e alle spiagge. Chiuderli, non difenderli, significa calpestare l’enorme valore simbolico che quei due piccoli varchi rappresentano.

“L’Ordinanza Stagionale 107 del 28 maggio 2020, firmata dalla Sindaca Raggi – incalza Possanzini – permette ai cittadini di raggiungere la battigia al fine di passeggiare e fare il bagno, anche utilizzando gli ingressi degli Stabilimenti Balneari, senza ovviamente dover pagare gabelle varie. L’Ordinanza però, essendo praticamente un autentico “guazzabuglio”, è soggetta alla libera interpretazione dei Concessionari che, come tutti possono ben immaginare, nella quasi totalità dei casi impediscono ai cittadini l’accesso al fine di raggiungere la battigia e cioè la famosa fascia di 5 metri di arenile antistante la concessione. Ci sorprende che l’Amministrazione della trasparenza, della tutela dei beni comuni, dell’abbattimento del “lungomuro”, non abbia trovato di meglio che far transennare le uniche due conquiste ottenute dai cittadini in decenni di battaglie contro le prepotenze dei Concessionari. Gli accessi vanno monitorati? Benissimo, utilizzando una piccola parte delle risorse stanziate dalla Regione Lazio proprio per garantire in sicurezza la libera fruizione degli arenili, si poteva realizzare una postazione della security anche ai lati del Pontile al fine di permettere ai cittadini di raggiungere la battigia senza chiedere il permesso, 9 volte su 10 negato, ai Concessionari. E invece no, i romani non potranno passeggiare sulla battigia delle spiagge naturali di Roma Capitale, passando dai varchi del Pontile di Ostia, ma potranno passeggiare amabilmente sulla spiaggia finta di Ponte Marconi sul Tevere.

“Con la chiusura dei varchi al Pontile, l’unica vera rivoluzione “grillina” – prosegue Possanzini – si è di fatto utilizzata l’emergenza sanitaria per fare cento passi indietro legittimando le prepotenze dei Concessionari. Ora, oltre al dito nell’occhio arriva anche la sberla ai romani. Roma ha delle spiagge meravigliose, pochissime libere e molte altre in concessione purtroppo blindate e cementificate dai “prenditori” del mare, e questa Amministrazione invece di mettere al centro dell’agire politico la tutela dei diritti dei cittadini e del bene pubblico mare e spiagge, cosa fa? Si accanisce sul PUA oltre che su Tiberis. La nuova proposta di PUA, va ricordato, consegna le spiagge libere e in concessione, in pratica il litorale romano, quello naturale, ai “Concessionari d’ambito” così non ci pensiamo più e ci togliamo definitivamente il pensiero. Siamo davanti all’ennesimo insulto ai cittadini e al mare di Roma, quello vero, quello naturale. Ma è concepibile che l’Amministrazione capitolina, piuttosto che intervenire per rendere il mare di Roma finalmente fruibile e libero da abusi e illegalità, si affretti a riaprire una spiaggia finta sul Tevere? Hanno completamente dimenticato spiagge naturali e meravigliose come l’ex Arca e l’ex Amanusa dove non sono state investite per tempo le adeguate risorse con le conseguenze che conosciamo.

“Tanto per fare un esempio – conclude Possanzini – l’ex Arca, una splendida e naturale spiaggia libera, fra l’altro al capolinea della linea Roma Lido, è oggi una discarica a cielo aperto. E’ normale avere una meravigliosa spiaggia naturale e libera ridotta ad una discarica piena di rottami mentre a Ponte Marconi si agghinda sul Tevere una spiaggia artificiale ? Siamo veramente alla follia, l’ennesima, di un’Amministrazione cieca, sorda e muta che appena sente pronunciare la frase “mare di Roma” si gira dall’altra parte pur di non prendere posizione, pur di non disturbare qualcuno. Roma è una Capitale sul mare e questa amministrazione continua volutamente e caparbiamente ad ignorarlo. Chissà perché.”


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