San Basilio: il black point scatena la rabbia dei residenti

“Suonate, fate rumore!”, urlavano agli automobilisti bloccati in coda, mentre i mezzi pubblici arrancavano tra le auto ferme

A San Basilio, una tranquilla mattina di settembre si è trasformata in una giornata di protesta. Era intorno da poco passate le 8:00 di giovedì 4 settembre, quando due scooter si sono scontrati su via Tino Buazzelli, e una donna è stata subito trasportata in ospedale.

L’incidente, però, non ha sorpreso i residenti: per loro, il black point voluto dal Comune per la sicurezza stradale è diventato un incubo quotidiano.

In pochi minuti, il piccolo gruppo di curiosi si è trasformato in una marcia spontanea, con centinaia di persone che hanno invaso via Diego Fabbri, gridando la loro rabbia e protestando contro una viabilità considerata pericolosa.

“Suonate, fate rumore!”, urlavano agli automobilisti bloccati in coda, mentre i mezzi pubblici arrancavano tra le auto ferme.

Da quando il black point è entrato in funzione, il quartiere ha vissuto giorni di caos: code interminabili, sorpassi azzardati e traffico paralizzato.

Le strade, convogliando gran parte del traffico in un’unica arteria, si sono trasformate in una sorta di rotatoria a cielo aperto, confermando i timori dei residenti.

La protesta di ieri non è arrivata all’improvviso: comitati di quartiere e municipi avevano già sollevato la loro voce, organizzando manifestazioni, presentando ricorsi al Tar – poi respinti – e chiedendo modifiche al progetto.

Ma il Comune ha tenuto la linea, convinto che il black point avrebbe aumentato la sicurezza. Il paradosso è evidente: pochi giorni dopo la sua attivazione, si è già verificato un incidente.

Il fronte della protesta non si fermerà: il 12 settembre, cittadini e comitati si ritroveranno nella parrocchia di via Fabbri per organizzare un ricorso al Consiglio di Stato, sperando di vedere finalmente rivista la viabilità.

Fino ad allora, il quartiere resta in allerta, tra rabbia, clacson e la frustrazione di chi sente le proprie strade trasformarsi in trappole quotidiane.


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