Stranezze di città, l’Arco dei Banchi e via dei Banchi, rione Ponte

Alla scoperta delle meraviglie nascoste tra le vie storiche di Roma

Stona, stona proprio l’estrema mescolanza tra l’antico e il contemporaneo nelle strade storiche di Roma.

Acquistando in un negozio di chincaglieria e di bigiotteria a via del Banco di Santo Spirito, ho scoperto la Stranezza di città” di oggi.

Le stranezze le cerco girando in bicicletta.

Le cerco dietro il portone di un palazzo, nelle vie del centro o in quelle di periferia.

Le stranezze sono sotto gli occhi di tutti, sono solo nascoste dall’ombra dell’abitudine.

Già cercarle ti stupisce, trovarle ti inebria.

Al numero civico 46 di via del Banco di Santo Spirito c’è un negozio che non ha una vera e propria insegna, c’è però un cartello in legno con su stampato “Murano Glass“.

Dovrebbe essere il biglietto di presentazione del negozio, secondo me vendono al dettaglio la chincaglieria e la bigiotteria.

Al numero civico 47, stesso lato della via, c’è un portone in legno con i battenti e lucchetto chiusi. Non si capisce se il negozio aprirà nella giornata e che cosa vende. Secondo me vendono al dettaglio la frutta e la verdura.

Fra i due numeri civici di via del Banco di Santo Spirito c’è l’Arco dei Banchi e la piccolissima stradina pedonale via dei Banchi, accessibile a mezzo un arco in marmo che ha alla sua sinistra una lapide con su scritto “ISCRIZIONE COMMEMORATIVA DELLA PIENA TIBERINA DELL’ANNO MCCLXXVII“ e il disegno di una freccia. diretta a destra.

Seguendo la direzione della freccia, sulla sinistra dell’Arco si vede un blocco di marmo verticale, con su una iscrizione “HUC TIBER ACCESSIT SET TURBIDUS HINC CITO CESSIT ANNO DOMINI MCCLXXVII IND VI M NOVEMB DIE VII ECCL A VACANTE”, tradotto, “Qui arrivò il Tevere, ma torbido, di qui presto si ritirò nell’anno del Signore 1277, sesta indizione, settimo giorno del mese di novembre, mentre la chiesa era vacante”, che ricorda la piena del Tevere del 1277 e il livello raggiunto dalle acque, segnato da una linea incisa che divide l’iscrizione in due parti.

E’ il più antico ricordo delle inondazioni tiberine.

Via del Banco di Santo Spirito è (ed era) vicinissima a Castel San’Angelo, al fiume Tevere e al Ponte Sant’Angelo.

La piccola via dei Banchi anticamente immetteva in uno slargo che il ricco banchiere Agostino Chigi fece chiudere nel fondo da un muro creando un cortile che fu appunto denominato “Cortile dei Chigi”.

Il banchiere aveva qui non solo il suo banco (da banchiere) ma anche la sua residenza, che sorgeva sulla sinistra di chi entrava nel cortile e, incorporando l’Arco dei Banchi, si affacciava sulla via dei Banchi.

La via fu poi sbarrata da una catena e perciò detta “via della Catena di Banchi” e, più tardi, anche “Fontanella de’ Banchi”.

Roma è una città che non smette mai di regalare sorprese, dove ogni via o vicolo ti fa scoprire un piccolo tesoro e, da non trascurare, tutta la sua storia millenaria.

 


Questo articolo è stato utile o interessante?
Sostieni Abitarearoma clicca qui! ↙

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Scrivi un commento