

La tragicommedia della Tarsi
“I Comuni – come noto – avrebbero dovuto fissare entro il 23 maggio le aliquote di quella Tasi che va pagata entro il 16 giugno. Ma non lo hanno fatto che pochissimi e, così, i cittadini stanno rischiando di trovarsi a dover fare i conti (perché, contrariamente a quanto preannunciato, non riceveranno a domicilio alcun modulo già compilato) e a pagare (non si capirà bene quanto e perché) nel giro di pochissimi giorni”.
Ma perché questo grave ritardo dei Comuni? Beh, non solo per le loro ormai più che sperimentate inefficienze, ma anche perché i sindaci hanno ragionato che non sarebbe stato loro conveniente – soprattutto là dove il 25 si voterà anche per il rinnovo delle Amministrazioni locali – scaricare sui cittadini aliquote che non sarebbero state in ogni caso leggere e ben accolte. E però, ove il Governo dovesse alla fine decidere uno slittamento del pagamento, i sindaci – quelli non “scaduti”, quelli riconfermati e quelli nuovi – “scenderebbero in piazza” per protesta perché verrebbero a maancare loro i fondi per andare avanti. Un’altra storia all’italiana, insomma, fra tragedia e commedia dell’arte. Un’altra gravissima testimonianza di quanto potrebbe essere difficile, con tutta la buona volontà, cambiare questo nostro Paese. Cambiarlo, beninteso, nell’interesse e nel rispetto dei cittadini.
Continua il segreto sui redditi dei Ministri
“Mercoledi prossimo scadrà il termine massimo per la pubblicazione “on line”, da parte del “premier” e dei ministri, dei propri redditi e dei propri patrimoni, ma – basta andare sulle “stringhe” di ciascuno – soltanto due su diciassette hanno adempiuto, fino ad oggi, a questo dovere loro imposto da un decreto del marzo 2013. Si tratta del Ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, e del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti”.
Non tanto, comunque, complimenti a Marianna Madia e a Roberta Pinotti, poiché non hanno compiuto che il loro dovere, quanto vergogna a tutti gli altri i quali questo dovere non hanno ancora compiuto e chissà, a questo punto, se mai lo compiranno. Una vergogna anche perché, a cominciare dal “premier” Matteo Renzi, questo Governo ha lodevolmente annunciato, fin dall’inizio, di voler fare della trasparenza la propria bandiera. Che c’è? Questa bandiera è stata già ammainata?
Beppe e il “nero”
“Beppe Grillo – è sbottato il “patron” oggi quasi ottantenne di numerosi locali della “dolce vita”, Lello Liguori – ogni volta che lavorava per me, su 70 milioni a “serata” che incassava, 10 erano su assegno e 60 “in nero”. Di “serate”, per me, ne avrà fatte 15, forse 20. Ora non ricordo bene, ma, ponendo che ne abbia fatte anche soltanto 10, ha intascato “in nero” ben 600 milioni. E però, siccome il sistema non era e non è così soltanto con me, si può calcolare che, in tutto, Beppe Grillo abbia incassato “in nero”, fino ad oggi, sui due-tre miliardi. Ora, perciò, che cosa va in giro ad urlare contro tutti, a fare le prediche, a presentarsi come il paladino dell’onestà e della correttezza?”
Giusta domanda finale: che cosa va in giro ad urlare Beppe Grillo con una coscienza così sporca e una carriera di comico “noir”? Ma stia attento il “patron” Lello Liguori: ove l’urlatore dalla faccia di bronzo (non da sole) dovesse davvero riportare un grande successo alle elezioni del 25 e facesse la sua annunciata marcia su Roma – avendo fatto sapere di non essere Hitler, ma addirittura oltre Hitler – potrebbe condannarlo alla camera a gas. Magari il gas mefitico e velenoso dei suoi discorsi di improvvisato politico “noir”.
Agrigento, dopo l’abusivismo le cannonate
“Una zona a pochi chilometri dal Tempio di Agrigento e individuata dalla Regione Sicilia, peraltro, come caratteristica riserva naturale – ha denunciato l’ associazione ambientalista “MareAmico” – continua ad essere utilizzata, dall’Esercito italiano e dalle forze della Nato, come poligono di tiro per esercitazioni militari anche rovinose”.
Forse sarebbe il caso che il Ministro della Difesa, l’onorevole Roberta Pinotti, invitasse i signori dei Comandi generali, i quali programmano le ricorrenti esercitazioni, a spostarsi, per favore, un po’ più in là. Anche perché, poi, non c’è alcun nemico alle viste che voglia sbarcare, in armi, alla conquista del Tempio di Agrigento. E d’altra parte, a monte del Tempio, il terreno è stato già ampiamente conquistato, da tempo, dalle orde dei costruttori immobiliari abusivi.
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