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Tre nuove pietre d’inciampo nel V Municipio

Alla memoria dei martiri delle Ardeatine Aldo Ercoli e Angelo Galafati e in ricordo del deportato del Quadraro Sisto Quaranta

Nella mattinata di oggi, 9 gennaio 2024, nel territorio del V Municipio, saranno installate tre nuove pietre d’inciampo (Stolpensteine), rispettivamente dedicate alla memoria di: Aldo Ercoli, martire delle Fosse Ardeatine (a Centocelle in via Arpino n. 6, alle ore 9,30); Angelo Galafati, anch’egli martire delle Fosse Ardeatine (al Pigneto in via Fortebraccio n. 25, alle ore 10,30); Sisto Quaranta, rastrellato al Quadraro, deportato in Germania e sopravvissuto fino al 2017 (al Quadraro in via dei Ciceri, 129, alle ore 11,30).
Le installazioni odierne rappresentano un’ulteriore tappa di realizzazione di un progetto iniziato una quindicina di anni fa in tutta Italia, promosso e organizzato dall’Associazione “Arte in memoria”, curato da Annachiara Zevi, con la collaborazione alle ricerche (relativamente al nostro territorio) dell’Ecomuseo Casilino, posto sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica. Ricordiamo inoltre che il progetto delle “pietre d’inciampo” ha avuto inizio in Germania negli anni novanta su iniziativa dell’artista Guenther Demnitz, che ha realizzato ed installato migliaia di pietre in vari paesi europei compresa l’Italia.

Chi sono i personaggi che, oggi, attraverso queste installazioni verranno commemorati?

Il primo è Aldo Ercoli (Sacello 277 nel sacrario delle Fosse Ardeatine).

Era un pittore edile di Centocelle, nato nel 1916, militante del Partito d’Azione, autore di varie azioni di sabotaggio contro i fascisti e i nazisti occupanti nel suo quartiere di Centocelle, arrestato il 12 gennaio 1944, detenuto a via Tasso (dove fu anche sottoposto a torture) e poi a Regina Coeli; trascinato il 24 marzo alle Fosse Ardeatine e qui barbaramente trucidato.
Il secondo è Angelo Galafati (sacello 332 nel sacrario delle Ardeatine), operaio falegname e carpentiere del Pigneto, nato nel 1897 in provincia di Viterbo e residente a Roma in via Fortebraccio; era stato decorato con medaglia d’argento al valor militare per il suo servizio durante la prima guerra mondiale; per la sua opposizione al regime fascista aveva dovuto subire aggressioni e discriminazioni, ma senza mai rinunciare ai suoi ideali politici.

Padre di cinque figli, durante l’occupazione nazista aveva aderito al movimento comunista di Bandiera Rossa e aveva nascosto in casa sua sei prigionieri di guerra sfuggiti ai nazisti; fu arrestato il 13 marzo del 1944, detenuto a Regina Coeli e barbaramente trucidato alle Fosse Ardeatine il 24 marzo dello stesso anno, insieme ad altri 334 martiri antifascisti.

Il terzo personaggio, destinatario della pietra d’inciampo di via dei Ciceri 129 è una persona da me ben conosciuta, perché ho collaborato con lui per molti anni alle iniziative, agli incontri, alle assemblee scolastiche nelle quali svolgeva il ruolo di testimone, e nei due viaggi che, nel 2004 e nel 2007, insieme con altri reduci del rastrellamento del Quadraro, facemmo all’ex campo di concentramento e di smistamento di Fossoli, in provincia di Modena: si tratta di Sisto Quaranta, deceduto il 5 ottobre del 2017 all’età di 93 anni.

Sisto Quaranta, l’uomo che aveva resistito alla deportazione, seguita al rastrellamento del Quadraro del 17 aprile 1944, che aveva sopportato la prigionia in una lontana fabbrica della Germania del Nord, che aveva poi contribuito alla rinascita del quartiere nei lunghi anni del dopoguerra, era diventato dagli anni Ottanta la memoria storica di quell’evento dimenticato dagli storici ufficiali.

Sisto Quaranta aveva organizzato e partecipato a moltissime assemblee e Giornate della Memoria nelle scuole: gli studenti delle molte scuole dei Municipi V e VII lo hanno conosciuto non solo per la sua assidua presenza, ma anche attraverso le fotografie, i filmati e i libri che sono stati pubblicati su quell’evento sulla base e attraverso i suoi ricordi e la sua testimonianza.

Oggi lo ricordiamo anche per essere stato il promotore di quel lungo iter che condusse all’attribuzione al quartiere Quadraro, per mano del Presidente Ciampi, della Medaglia d’oro al merito civile nel 2004.

Alla memoria di Sisto alcuni anni fa era stato dedicato un murale sul muraglione della discesa di via Tuscolana nel tratto tra Porta Furba e il Quadraro, un murale purtroppo poco noto perché posto in una stradetta di scarsa o nessuna frequentazione; questa pietra d’inciampo, installata oggi nella via nella quale abitava negli anni della guerra e per molti anni del dopoguerra (prima di trasferirsi in via Torpignattara), colmerà una lacuna e contribuirà a tenere viva la sua memoria.

Queste nuove installazioni acquistano – in questa fase storica di pericolosi rigurgiti (è di ieri la triste vicenda del raduno di un imponente manipolo di neofascisti in assetto militare in via Acca Larenzia) e di manifestazioni nazifasciste che si diffondono in tutta la penisola – un valore di forte riaffermazione dei valori di libertà e di democrazia che animarono la Resistenza, e che portarono alla formazione della Repubblica e alla sua Costituzione tra il 1946 e il 1948.


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