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Trent’anni dopo. Il ritorno a Torino di Vincenzo Luciani

Per la presentazione di “Tor Tre Teste ed altre poesie (1968-2005)”

Il 30 settembre presso la libreria Torre di Abele, nella centrale via Pietro Micca a Torino si è tenuta la presentazione del libro di Vincenzo Luciani “Tor Tre Teste ed altre poesie (1968-2005)” con la partecipazione di un foltissimo e composito pubblico. Erano presenti tra gli altri tanti suoi compaesani residenti a Torino, Settimo ed altri comuni della cintura torinese nonché amici e conoscenze di vecchia data. Luciani (che per sette anni ha vissuto nel capoluogo piemontese, impegnato nelle attività editoriale e politico sindacale – è stato tra l’altro consigliere comunale e segretario fondatore del Sunia) a vent’anni dalla pubblicazione della raccolta poetica “Il paese e Torino”, mai presentato nella città della Mole, tornava in un incontro pubblico dopo ben trent’anni.

L’incontro, condotto con perizia dalla giornalista de La Repubblica Sara Strippoli, si è snodato lungo il filo conduttore delle poesie in dialetto garganico ed in italiano lette con un filo di commozione da Luciani e applaudite calorosamente e con gli interventi degli assessori alla Cultura di Ischitella Pietro Comparelli e di Torino Fiorenzo Alfieri, dell’ex sindaco di Torino Diego Novelli e dell’assessore alla Casa Roberto Tricarico. Era presente ed ha letto alcuni suoi testi anche la poetessa Giancarla Pinaffo, vincitrice del Premio Ischitella-Pietro Giannone 2005.

Comparelli ha sottolineato il ruolo di ambasciatore culturale di Luciani che “ha saputo tenere alto il nome del suo paese natale Ischitella sia a Torino che a Roma, e che, nel suo ruolo di organizzatore del premio di poesia in dialetto Città di Ischitella-Pietro Giannone, ha contribuito ad inserirlo tra i più prestigiosi a livello nazionale arricchendolo anche con la Rassegna di poesia nei dialetti d’Italia Altre Lingue cui hanno preso parte alcuni tra i più significativi poeti delle diverse regioni italiane”.

Alfieri ha evidenziato la singolare capacità di Luciani di interpretare i sentimenti e l’epopea degli emigrati di ieri e di oggi, dei meridionali di ieri a Torino e degli extracomunitari di oggi a Torino ed a Roma, alle prese entrambi con l’arduo problema dell’inserimento e di un’integrazione che non sia pura e semplice omologazione.

Novelli ha esaltato la combattività nelle lotte sociali di Torino dal 1968 al 1975 di Luciani, il suo rapido apprendimento del mestiere di giornalista presso la redazione torinese dell’Unità, il suo ruolo positivo di consigliere comunale negli anni 1970-1975. Si è poi soffermato sulla sua capacità di interpretare poeticamente i drammi vecchi e nuovi dell’emigrazione e il disagio di chi vive oggi nelle metropoli, dove a causa dell’estraneamento e della solitudine non ci si conosce più nemmeno tra vicini di casa.

Nel suo intervento conclusivo Roberto Tricarico, ha constatato la presenza per la prima volta in una libreria di tante persone non abituali frequentatori e ne ha attribuito il merito all’attrazione della poesia di Luciani, che “sa esprimere con forza e dolcezza il sentimento di sradicamento di tanti che hanno dovuto lasciare il loro paese per trovare un lavoro e che oggi si sorprendono a desiderare il loro paese natale mentre sono a Torino e, una volta al paese, a sentire il richiamo della città, dov’è ora la loro casa e il loro lavoro”.


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