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Un Museo per ricordare il Campo di internamento fascista

Nell'azienda agricola comunale di Castel di Guido  

Nel 1941 il Ministero dell’Interno decide di realizzare un Centro di lavoro  (un Campo di internamento per civili, sul modello della colonia di Pisticci, in Provincia di  Matera) nell’azienda agricola di Castel di Guido (di circa 2.000 ettari), di proprietà del Pio Istituto Santo Spirito, ubicata al 18°  Km della Via Aurelia, nel Comune di Roma.

Alla fine del 1941 il Governatorato di Roma (così si chiamava il Comune di Roma nel periodo fascista), dopo aver ottenuto la concessione di 1.200 ettari dell’azienda agricola, inizia la costruzione, nel nucleo centrale dell’Azienda, del Centro di Lavoro, che comprende dormitori, refettorio e servizi, in grado di accogliere un centinaio di persone.

Il Centro di Lavoro è pronto nella primavera del 1942 e vi vengono inviati  gli internati civili (alcuni anche per motivi politici). E’ dato in gestione al Direttore dell’azienda agricola, che utilizza gli internati come manodopera.

La direzione e la sorveglianza del Centro di Lavoro è affidata al Maresciallo dei Carabinieri, comandante della locale Stazione dell’Arma.

Gli internati alloggiano al primo piano del grande casale del Xvi secolo, al centro dell’azienda. Negli edifici vicini ci sono l’officina e la falegnameria, dove lavorano gli internati, la mensa e gli uffici della direzione dell’azienda.

Nel piccolo borgo rurale di Castel di Guido ci sono anche le abitazioni di varie famiglie di dipendenti dell’azienda ed una bottega per l’acquisto di generi vari.

La maggior parte degli internati lavorano per l’azienda agricola, ma alcuni  svolgono attività artigianale in proprio. Il lavoro non è obbligatorio, ma tutti lavorano sia per guadagnare, in aggiunta al sussidio,  la paga giornaliera di 10 lire (prevista per gli operai) sia per stare all’aria aperta. Infatti, l’internato che decide di non lavorare, deve rimanere nella camerata. In caso di insubordinazione, gli internati  vengono portati nel carcere romano di Regina Coeli.

Il 31 luglio 1943, pochi giorni dopo la caduta del fascismo del 25 luglio, alcuni internati vengono liberati, ma gli altri rimangono  nel Centro di lavoro .

Il 29 ottobre 1943 il Questore di Roma comunica alla Direzione Generale  di Pubblica Sicurezza che il Centro di Lavoro di Castel di Guido ha sospeso l’attività e chiede di conoscere la “sorte degli confinati, tuttora presenti”. Pochi giorni dopo tutti gli internati vengono liberati ed il Centro di lavoro è chiuso e se ne perde la memoria per molti decenni.

Nel 1979, in seguito alla Legge per la Riforma Sanitaria dell’anno precedente,  l’azienda agricola, di proprietà del Pio Istituto di S. Spirito, è stata acquisita dalla Regione Lazio, che l’ha affidata in gestione al Comune di Roma.

Nel 2007, leggendo il libro del Prof. Spartaco Capogreco “I Campi del Duce” (Einaudi Editore), in cui si illustrano le decine di luoghi di internamento istituiti dal regime fascista, ho scoperto l’esistenza del Centro di lavoro di Castel di Guido, sul quale ho scritto un articolo, pubblicato su un giornale locale e su una rivista on line. Successivamente mi sono attivato presso il Municipio 13 per valorizzarne la memoria.

Il 26 ottobre 2009 il Consiglio del Municipio ha approvato  all’unanimità, su mia proposta, una Mozione che impegna il Comune di Roma Capitale ad apporre una lapide in ricordo del Centro di Lavoro ed ad organizzare un Convegno sull’internamento civile durante il regime fascista. Purtroppo la Mozione non è attuata, nonostante le numerose sollecitazioni.

All’inizio  del 2013 alcuni studenti del Liceo Orazio di Roma, guidati dal docente di Storia, in collaborazione con la Fondazione Museo per la Shoah, hanno fatto una ricerca sul Centro di Lavoro all’Archivio Centrale dello Stato ed hanno intervistato alcune persone che lavoravano nel 1942-43 nell’azienda agricola, e che ricordavano quanto avveniva nel Centro di lavoro.

In seguito l’Associazione Castel di Guido ed altro, presieduta da Antonietta Gagliani, ha deciso di attuare la Mozione approvata dal Municipio 13 del 2009. Così, il pomeriggio del 12 ottobre 2013 è stata posta (con l’autorizzazione della Direzione dell’Azienda agricola comunale) una lapide per ricordare le persone internate, alla presenza del Presidente del Municipio 13, di alcuni Assessori e Consiglieri municipali,  della Presidente dell’Associazione Castel di Guido ed altro e della Direttrice dell’Oasi LIPU, istituita nel comprensorio dell’azienda.

In seguito si è svolto un breve Convegno sull’internamento civile, con la partecipazione mia e del sig. Angelo Persichini, che, lavorando nel 1942-43 nell’azienda, ha raccontato alcuni aspetti della vita degli internati. Alcuni giorni dopo Radio Uno ha trasmesso un servizio.

Dopo la cerimonia, è stato liberato, a cura della LIPU, un falco di palude, che era stato curato dall’Associazione animalista dopo essere stato ferito da cacciatori.

La serata si è conclusa con la “cena del contadino”, a base dei prodotti biologici dell’Azienda, e con un concerto.

L’attuale Amministrazione Comunale ha deciso di valorizzare l’azienda agricola di Castel di Guido. Pertanto, il 22 dicembre dello scorso anno si è tenuto nell’azienda un Convegno, organizzato dall’Assessorato all’Agricoltura ed Ambiente, con la partecipazione dell’Assessore Sabrina Alfonsi,  per il “rilancio” della azienda, attraverso un “bando”, che speriamo si riesca a fare entro l’anno.

Ho partecipato al Convegno e parlando anche del Centro di lavoro ho proposto che  ne venga valorizzata la “memoria” attraverso la realizzazione di un Museo sull’internamento civile nel periodo fascista, al quale il Prof. Spartaco Capogreco  sarebbe disponibile a donare la notevole documentazione da lui raccolta in tanti anni di ricerche per le sue pubblicazioni.

Sono convinto che il Museo possa contribuire al rilancio dell’azienda agricola comunale e quindi mi auguro che venga realizzato.


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2 commenti su “Un Museo per ricordare il Campo di internamento fascista

  1. Bellissima iniziativa per non dimenticare mai la nostra storia. Interessante il recupero dell’azienda agricola e del museo. Grazie

  2. Grazie davvero per queste preziose informazioni! Sono storica dell’arte e mi occupo di organizzare eventi. Ho fatto dei progetti culturali per il nostro Municipio come creare un Polo Culturale a Villa Carpegna e creare un Centro di Documentazione e di Studi botanici negli immobili del Parco della Cellulosa. Credo sia importante creare luoghi di promozione culturale nel ns municipio visto che sono assenti e poter valorizzare la memoria storica e le bellezze del passato. Sarei interessata a conoscerci per parlarne insieme se posso aiutarti a portare avanti la realizzazione del museo ed eventi per farlo conoscere ai cittadini. Ti lascio il mio cell. 348.7084655 grazie e buona giornata
    Sabrina Consolini

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