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Vedi Napoli e poi… vivi

Ecco cosa è possibile ammirare in una sola giornata partendo e tornando in treno da Roma

Al contrario del famoso detto popolare “Vedi Napoli e poi muori” (citato anche da Goethe nel suo celebre “Viaggio in Italia”), niente, a Napoli, neanche le molteplici immagini di morte sparse dappertutto, induce a pensieri funerei; ma tutto (sole, mare, l’inesauribile vitalità del suo popolo così variopinto, la lingua, l’arte, l’architettura, la musica, la cucina, la pasticceria, la pizza ecc.) congiura ad ispirare pensieri di vita. Una vita così caleidoscopica che assorbe tutto e tutto trasforma in gioia e voglia di esserci e in tensione all’immortalità.

È bello, dunque, anche per una sola giornata (con il treno AV si fa presto: un’ora all’andata con partenza da Roma alle 6,00 del mattino, e altrettanto al ritorno con partenza alle 17,00 da Napoli), ritornare in questa città e respirare i suoi colori, odori, suoni, sapori, trambusti; passare nei suoi più caratteristici vicoli, nelle sue affollate e belle piazze e strade, visitare e rivisitare i suoi più rinomati monumenti.

E magari ricordare i suoi grandi pensatori, artisti, pittori, scrittori, musicisti, drammaturghi, attori, cantanti, ecc. ( come Vico, Filangeri, Croce, Eleonora Fonseca Pimentel, Luca Giordano, Ribera, Pergolesi, Paisiello, Di Giacomo, Matilde Serao, Scarpetta, Eduardo, Vittorio De Sica, Totò, Peppino, Titina, Sophia Koren, Caruso, Sergio Bruni, Pino Daniele, Troisi, ecc. ecc.).

Come ho fatto oggi, seguendo questo itinerario: piazza Garibaldi, metropolitana linea 1, piazza Municipio, Maschio Angioino, teatro San Carlo, Galleria, Palazzo Reale, piazza Plebiscito, via Chiaia, Caffè Gambrinus, via Toledo, di nuovo la Metro 1 per raggiungere il Vomero e per visitare (2 ore di visita), tutto Castel Sant’Elmo; scendere di nuovo con la metro 1 (fermata piazza Vanvitelli) in via Toledo, mangiare una pizza in piazza Carità, e poi una passeggiata digestiva al pittoresco mercatino di Pignasecca; ritornare di nuovo a piazza Carità, passeggiare lungo la sinuosa strada che unisce la chiesa di Monteoliveto alla piazza di Gesù Nuovo, fermarsi nel giardino di Santa Chiara, da qui raggiungere poi piazza San Domenico per una granita di limone e un caffè, e poi percorrere, in senso inverso, via Spaccanapoli; sbucare di nuovo su via Toledo in direzione piazza Plebiscito; prendere per l’ultima volta la Metro 1 in direzione Garibaldi, scendere e salire alla Stazione Napoli Centrale in attesa (breve, in verità) del treno che mi riporta a Roma.

Una giornata impegnativa, movimentata, stancante ma massimamente soddisfacente.

Scriveva Stendhal: “Esistono solo due capitali in Europa: Parigi e Napoli“; ebbene, su Parigi ho qualche dubbio (non me ne voglia l’amico Patrice Avella), ma su Napoli sono pronto a mettere la mano sul fuoco.

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