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Vera ed Aldo da 60 anni insieme, con amore, mano nella mano

In festa per le Nozze di diamante: Capestrano (AQ) 9 febbraio 1964 – Roma 9 febbraio 2024

60 anni di vita insieme, “nella buona e nella cattiva sorte” – come si suol dire, non sono pochi e attraversano epoche diverse del nostro paese. Questo ambito traguardo sta per essere raggiunto, con amore, da Vera Secinaro e Aldo Zaino il nostro cronista e fotografo, onnipresente soprattutto quando ci sono eventi sportivi, ma anche eventi culturali.

Non potevamo farci sfuggire un’occasione così importante ed abbiamo quindi deciso di intervistare il nostro Aldo Zaino, al quale rinnoviamo il nostro ringraziamento e quello dei lettori.

L’evento così importante fra te e l’amata Vera, caro Aldo, ci offre l’opportunità di ripercorrere le vicende di una famiglia che possiamo a buon diritto definire “storica”. Cosa si prova in un momento straordinario come questo?

E’ difficile racchiudere in poche parole 60 anni di vita insieme, un quadro iniziato a comporsi con il nostro incontro e innamoramento. 

Com’è avvenuto il vostro incontro?

Ci siamo incontrati a Capestrano durante la celebrazione di un matrimonio di amici: Vittoria, amica e comare di Vera, e Tonino, mio grande Amico d’infanzia. E’ stato un autentico colpo di fulmine per entrambi, durante il rinfresco a casa della sposa Vittoria, un’usanza di allora era quella di ricevere gli invitati in casa, per un rinfresco e per ballare.

E poi?

All’inizio della nostra conoscenza abbiamo avuto piccoli problemi di rodaggio, a causa della lontananza: io a Roma lei a Capestrano. Ma come per un fiume che scorre nel suo corso, cosi è stato per il nostro amore, tassello dopo tassello si è rafforzato e perfezionato il nostro affetto, nonostante all’epoca non esistessero le tecnologie di oggi (allora ci si affidava alla corrispondenza e anche questa non era celere come oggi. A volte bisognava attendere giorni e giorni prima di ricevere una lettera). 

Anche i miei viaggi alla volta di Capestrano risultavano un po’ problematici. Percorrere i 200 km che la separano dalla Capitale, era difficoltoso sia con la propria macchina o con le scarse corse dei pullman. 

Ma nonostante le tante difficoltà il 9 febbraio del 1964, circondati dai nostri genitori, amici e tanta neve ghiacciata per le strade, don Romolo il Parroco dell’epoca ci ha uniti in matrimonio nella bellissima chiesa Santa Maria della Pace di Capestrano il paese natio di Vera. 

Sempre d’amore e d’accordo tutti questi anni?

Il matrimonio è la celebrazione di Amore, Fiducia, Collaborazione, Tolleranza e Tenacia.. Quando due persone giurano la loro promessa d’amore davanti a Dio, è un impegno che – secondo noi – deve essere rispettato per tutta la vita. E questo ci ha sempre aiutato  a superare le difficoltà che certamente non sono mancate, accanto ai giorni radiosi. L’anniversario di matrimonio è per noi l’occasione per celebrare le gioie di oggi, i ricordi di ieri, e le speranze di domani. La nostra vita insieme si è avvalsa anche degli insegnamenti di Papa Giovanni Paolo II che ci ha sempre ricordato che: “L’amore non è una cosa che si può insegnare, ma è la cosa più importante da imparare”. E mi piace ricordare le parole di Papa Francesco il quale ha recentemente aggiunto che il matrimonio è come una pianta, va curato, e non è come un armadio che deve restare lì a prendere polvere.

I frutti del vostro amore?

Dal nostro amore è nata la primogenita Roberta, e dopo Fabrizio. E a seguire ci sono state le nascite delle nipoti Benedetta e Francesca, ed infine quella di Cristina” 

Puoi raccontarci un aneddoto, un qualcosa di particolare per i nostri – che sono pure tuoi – lettori?

Dal mese di febbraio del 1964 ad oggi sono trascorsi tantissimi anni, e più di qualcosa in noi è cambiato. Ciononostante io e la mia amata sposa anche se abbiamo superato gli 80 anni, ci sentiamo “sprint”, sempre pieni d’idee, di volontà, di progetti, pronti al dialogo, ad aiutare il prossimo, ma ogni tanto avviene qualcosa che ci riporta alla realtà, ricordandoci che dal 1964 ad oggi è trascorso tantissimo tempo, e che la gioventù purtroppo è svanita. 

La cosa curiosa è questa. Quando Vera ed io andiamo in giro per delle compere abbiamo l’abitudine di tenerci per mano, e per questo motivo spesso ci sentiamo rivolgere dei complimenti: “Come siete carini, che belli che siete, eccetera”, noi per educazione rispondiamo “Grazie”, ma subito dopo aggiungiamo: “Noi quando camminiamo ci teniamo per mano, per rimanere in equilibro e non cadere”.  

Cosa pensate di fare prossimamente?

Intanto festeggiare il raggiungimento di questa tappa per noi davvero importante. Ma siamo sempre intenzionati, nonostante tutto, a continuare ad intraprendere le nostre iniziative, grazie alla Parrocchia agli amici, a continuare le nostre passeggiate senza dimenticare… di riguardarci e dei tanti bicchieri di acqua da bere giornalmente, come ci consigliano i medici, con la speranza che… 


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