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Villino Palmierini

Chi era Camillo Palmerini

In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Camillo Palmerini (Roma, 1893-1967) ricordo la palazzina che troneggia al civico 11 di via Filippo Casini, costruita nel 1924 e nota appunto come Villino Palmerini.

Dal sito del Comune di Roma la via Filippo Casini risulta essere istituita nel 1887, ma nelle piantine topografiche della città, a partire dal Cart. XIII, 124 (del 1888) e seguenti, la via non compare, nonostante siano evidenti il sia il Ministero della Pubblica Istruzione (di Cesare Bazzani) sia il Palazzo degli Esami (di Edmondo Del Bufalo), entrambi del 1912, nella piantina relativa alla Variante al Piano Regolatore del 1926, n° di Catalogo 12257. Insomma, Via Filippo Casini inizia a comparire soltanto a partire dal 1931, nel Stragr. 680 (1) del 1931.

Camillo PalmeriniL’architetto Camillo Palmerini, diplomatosi presso il collegio “Nazareno”, si laurea in Disegno nel 1915 per entrare ben presto ad insegnare presso la Reale Accademia di Belle Arti di via Ripetta, e, in seguito, a collaborare per l’Istituto Case Popolari, diretto da Innocenzo Costantini, sotto la presidenza di Alberto Calza Bini. Qui conosce Innocenzo Sabbatini (Osimo, 1891- Roma, 1983), architetto noto per il Quartiere Garbatella e, a Monteverde, per il Villino Sabbatini, studio e casa realizzato dallo stesso osimano, due anni dopo, in Via Dandolo 80. Camillo stringe con il Sabbatini un forte rapporto d’amicizia e un inscindibile rapporto professionale; infatti, non è un caso se i loro stili architettonici spesso si somigliano. La paternità della palazzina di Via Casini è giusto confermata dallo stile dei Quartieri Appio I e II, in cui il disegno e la messa in opera è firmata dal solo Camillo Palmerini, mentre nella realizzazione del Quartiere Garbatella, il solo Lotto XII è di sua mano.

La palazzina monteverdina è di tre piani e si sviluppa come affiancamento di volumi disposti in una apparente asimmetria, ma che rincorrono, in realtà, un intrinseco equilibrio logico e di forme, tale da rendere la struttura originale e vivace, nonostante l’impronta del consolidato stile “neobarocchetto”, come rivisitazione dello stile medievaleggiante.

Villino PalmeriniCon la maturità Camillo Palmerini riesamina poi, tutti gli stili accademici, che spaziano nelle sue opere come il Quartiere di Montesacro, il complesso edilizio di Piazza Santa Maria Liberatrice, le case popolari di Ostia Antica e di Viale dei Romagnoli. Infine, nel secondo dopoguerra, conoscendo Veniero Colasanti, collabora per il Teatro Valle di Roma nella realizzazione di scenografie. Negli anni ’50 viene incaricato dal rettore del Santuario del Divino Amore, don Umberto Terenzi, a redigere un progetto di ampliamento del complesso di culto, di cui rimane solo il modello in gesso. In seguito, si dedica alla collocazione di edicole poste lungo la via del pellegrinaggio verso il Santuario del Divino Amore, e alla realizzazione di piccoli mosaici per la rappresentazione dei santi, venerati durante il pellegrinaggio. Trascorre poi gli ultimi anni della sua vita, vivendo in alcuni villini unifamiliari con giardino, che ha realizzato a Via di Torpignattara oppure a Tivoli, presso il colle Nocello. Unica dimora eccezionale è stata la Villa Senni, sull’Anagnina, commissionatagli dall’ereditiera americana Mary Gayley Senni, e realizzata secondo gli stilemi di un casale romano immerso in un vasto parco. Grazie alla sua passione per il pollice verde, Camillo Palmerini ha innestato qui, rose e iris che si ammirano, ancora oggi, al Roseto Comunale di Roma.


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