30 anni fa: Franco Carraro sindaco di Roma

È stato l’ultimo Sindaco di Roma ad essere eletto dagli 80 Consiglieri Comunali capitolini

Era il 18 dicembre 1989 e il nuovo Consiglio Comunale di Roma, che era stato rinnovato con le elezioni del 29 e 30 ottobre 1989, nominava Franco Carraro, Sindaco di Roma. Sono trascorsi 30 anni. Quante cose sono cambiate? Tante! Oggi sembra un altra era, infatti Carraro è stato l’ultimo Sindaco di Roma ad essere eletto dagli 80 Consiglieri Comunali capitolini.

Infatti la legge 81 del 1993,  ha introdotto “ l’elezione diretta del Sindaco”, e la riduzione a 60 Consiglieri, il rinnovo  dell’Assemblea Capitolina del novembre 1993, avvenne con questa nuova norma: i cittadini sceglievano il candidato a Sindaco, procedura attualmente in vigore.

Carraro è stato il 13° Sindaco di Roma, dal dopoguerra ad oggi (18 dicembre 1989 – 20 aprile 1993), e il primo cittadino socialista della Capitale. La composizione del Consiglio Comunale rappresentava un significativo spaccato della società e dei cittadini romani: ambienti, categorie e professioni. Alcuni nomi, anche se ciascuno degli 80 eletti era espressione di competenza, conoscenza ed esperienza, hanno dato prestigio e autorevolezza all’Istituzione della Città Eterna, fra questi: Enrico Garaci, Antonio Cederna, Oscar Mammi, Loredana De Petris, Francesco Rutelli, Marco Pannella, Teodoro Bontempo, Ruspoli Sforza, Enzo Forcella, Susanna Agnelli, Beatrice Medi Jacovoni, Renato Nicolini.

Fra i Consiglieri eletti, che i partiti avevano candidato, si riscontravano personalità come giornalisti, ambientalisti, medici, ministri e parlamentari, sindacalisti, imprenditori, avvocati, architetti, docenti, dirigenti e funzionari pubblici, rettori di università, esponenti dell’aristocrazia romana, ecc., e tante persone, meno titolate, ma volenterose di servire la città. Non a caso, molti Consiglieri di quel periodo, nel corso degli anni successivi, sono stati eletti in incarichi di rappresentanza istituzionale come Consiglieri e Assessori Regionali, Deputati e Senatori, Ministri ed Europarlamentari, Presidenti di Enti e Aziende pubbliche.

Nei 40 mesi della consiliatura Carraro, si sono tenute 280 riunioni di Consiglio Comunale, ma che periodo era nel nostro Paese? Non era di facile lettura, perché si risentiva di vicende italiane e internazionali, che hanno avuto riflessi sulla politica e sull’economia del nostro Paese. Si ricordano vicende come la caduta del “muro di Berlino”, la prima guerra del Golfo, le tragedie causate dalla mafia con la morte di Falcone e Borsellino, la difficile elezione del Presidente della Repubblica Scalfaro, le inchieste di tangentopoli con la stagione di “mani pulite”, quindi una fase di grande incertezza e di aspettative, spesso andate deluse, di cambiamento.

E’ doveroso richiamare anche accadimenti ed eventi, che hanno segnato quel periodo della vita della Capitale, come la 14a edizione del Campionato del Mondo di calcio (noto anche come Italia ’90), la presenza in Campidoglio di un eroe del XX secolo, Nelson Mandela, per il conferimento della cittadinanza onoraria di Roma, definito l’uomo della “convivenza pacifica”, la definizione da parte del Parlamento, di due leggi importanti per il Campidoglio: sull’ordinamento delle autonomie locali e interventi per Roma, capitale della Repubblica. In questo contesto le attività del governo cittadino e dell’Aula Giulio Cesare andavano avanti per realizzare il miglioramento della vivibilità e lo sviluppo necessario per garantire a Roma la crescita come Capitale europea. Si manifestarono, occorre ricordarlo, perché fu considerato un fatto nazionale, nella Città Eterna i primi problemi collegati all’immigrazione, l’esempio significativo fu l’occupazione, per molti mesi dell’ex pastificio Pantanella , dopo Porta Maggiore, a via Casilina, dove confluirono oltre 2.500 stranieri di diverse nazionalità. Questo anche per capire il clima che si respirava a Roma.

Molti i provvedimenti e le decisioni importanti e assunte per i cittadini e per la città, fra questi il trasferimento  dei Mercati Generali da Ostiense, con la localizzazione e realizzazione nella  Tenuta del Cavaliere a Guidonia, la scelta per il sito dell’Auditorium Parco della Musica, tra Villa Glori e il Villaggio Olimpico, progettato da Renzo Piano, per ospitare eventi musicali e culturali, la progettazione della linea tranviaria 8, che unisce Casaletto a Torre Argentina (successivamente fino a Piazza Venezia). L’approvazione dello Statuto del Comune di Roma, ( a seguito della legge 142/1990), che sanciva i principi generali e definendo l’ordinamento circoscrizionale, la partecipazione popolare e la tutela dei diritti civici.

La realizzazione del Sistema Direzionale Orientale e le connesse infrastrutture, nel quadrante Est della Città, che doveva rappresentare il trasferimento della burocrazia/ministeriali dal Centro Storico della città, si è fermato nella fase istruttoria, salvo lo stralcio del Piano Direttore, anche se considerato dalla Legge 396/1990, di “preminente interesse nazionale nell’assolvimento da parte della città di Roma nel ruolo di capitale della Repubblica”. L’altro progetto fondamentale, per la gestione del patrimonio pubblico era il Census, un reale e specifico censimento per l’utilizzo delle risorse  di edilizia residenziale del Comune di Roma che non è decollato, anche per un accanimento giudiziario, che ha visto coinvolti tutti consiglieri comunali che l’avevano approvato la delibera, salvo poi sentenziare, dopo qualche anno: il fatto non sussiste. Tutti assolti.

La vita del Consiglio Comunale andava avanti con qualche difficoltà, mani pulite era presente anche a Roma, e qualche mela marcia aveva rinunciato all’incarico capitolino, nessuno si sentiva nella maggioranza di trovare un altro Sindaco, perché Carraro si era sempre comportato bene e leale con tutti. I Consiglieri Comunali, a partire da quelli della Democrazia Cristiana decisero l’autoscioglimento, dimettendosi dall’incarico elettivo insieme a quelli degli altri partiti, firmando al Segretariato Generale, senza andare dal notaio. Si chiudeva cosi una bella esperienza, che ha lasciato l’amaro in bocca.

Il rinnovo del Consiglio Comunale nel novembre 1993, è avvenuto con la nuova legge, perché era stata introdotta la norma dell’elezione diretta del Sindaco e la riduzione dei consiglieri a 60, anziché 80.

Ecco, anche il perché oggi è un altra era.

 

Luciano Di Pietrantonio

 

https://youtu.be/ID-9y4I63rw


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