

Al Palazzo del Quirinale cerimonia in forma solenne per “non perdere le radici” del Nostro paese
Fra le molte solennità civili e giornate celebrative nazionali e internazionali, che sono presenti nelle ricorrenze del “cerimoniale dello Stato italiano,” esiste una data che non è entrata ancora nel cuore e nella cultura di tutti gli italiani. Ci riferiamo alla Festa del Tricolore, ufficialmente “Giornata Nazionale della Bandiera”, istituita per celebrare la bandiera nazionale.
E’ una festa recente, la giornata venne istituita con una legge del 31 dicembre 1996, sotto la Presidenza di Oscar Luigi Scalfaro, per celebrare il bicentenario della nascita a Reggio Emilia del tricolore italiano, che avvenne ufficialmente il 7 gennaio 1797.
Il Parlamento della Repubblica Cispadana, su proposta del deputato Giuseppe Compagnoni (costituzionalista, letterato e giornalista italiano, considerato il “padre del Tricolore”), decretò “ che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”.
Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina, di chiara impronta democratica, che avevano soppiantato e sgretolato gli antichi Stati assoluti, adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790.
I tre colori della bandiera italiana simboleggiano i più alti valori su cui è stata edificata l’Unità d’Italia. La campagna italica di Napoleone esporta il tricolore nella penisola, dove al blu si sostituisce il verde, colore delle uniformi della Guardia Civica milanese, e quindi simbolo di tutti coloro che hanno combattuto per l’Italia. Inoltre il bianco e il rosso si caricano di nuovi significati: portati durante la Restaurazione da chi si opponeva al ritorno dell’Antico regime e con essi perseguitati, divennero simboli della rivoluzione intesa come sovranità per il popolo e libertà per la nazione.
Questa bandiera, che per la prima volta in Italia non era più solo un’insegna dinastica, ma l’emblema di una nazione, divenne il simbolo della rivolta che animava e univa tutta l’Italia: il Risorgimento. Nel 1861, il Tricolore con lo stemma azzurro di Casa Savoia divenne la bandiera ufficiale del Regno d’Italia, e dall’allora è uno dei colori di riferimento e riconoscimento dell’Italia, ad esempio per le maglie sportive nazionali, nelle competizioni internazionali e nelle Olimpiadi.
La Repubblica italiana cancellò l’azzurro di Casa Savoia e ufficializzò la bandiera nell’articolo 12 della Costituzione, disponendo il verde, il bianco e il rosso “ a tre bande verticali di eguali dimensioni”, per ribadire ancora una volta gli ideali di libertà, uguaglianza e fraternità.
Che cosa s’intende oggi per bandiera? Come viene definita nei libri? “Drappo di uno o più colori, attaccato a un’asta, che simboleggia la Nazione, o un partito, o un’associazione pubblica o privata, o un Comune o una Regione, insegna di contingenti armati o di persone comunque raccolte per svolgere azione concorde. Viene recato in testa alle truppe, a cortei, in eventi sportivi, o si espone agli edifici privati e pubblici, per ricorrenze, in segno di festa, ricordo, lutti, ecc.” Comunque l’uso della bandiera si diffuse nel Medioevo, dapprima come insegna religiosa, poi militare.
Esistono, inoltre, alcune bandiere che si possono definire “universali” nel significato, perché comuni nel mondo, fra queste la: Bandiera bianca. Segno distintivo visibile con cui si accompagna il parlamentario, o che è innalzato da chi dichiara la resa (l’uso è richiamato nelle Convenzioni dell’Aia del 1907).Bandiera gialla. Insegna di navi con a bordo malati con malattie contagiose. Bandiera di cortesia. La bandiera dello Stato nelle cui acque territoriali si trova una nave straniera, che la innalza sull’albero di prora o alla pennola di dritta della stazione di segnali.
Bandiera ombra o di comodo. Sono per lo più panamense o liberiane, usata per nascondere l’effettiva nazionalità delle navi mercantili, quando vogliano sfuggire a imposizioni fiscali o per altri motivi. Bandiera rossa. Usata come simbolo di legge marziale, fu usata per la prima volta come vessillo di lotta sociale in Germania dai contadini insorti nel 1512 e a Parigi nell’insurrezione di Campo di Marte nel 1792. Fu adottata più tardi, dalla fine del 1800, da tutti i partiti socialisti e dai partiti comunisti con simboli e stemmi variamente foggiati.
Interessante e significativa è la presenza e la rappresentazione della Bandiera italiana, cioè del Tricolore, nell’arte, nella musica e nella poesia. Il noto quadro, “ il bacio,” del pittore Francesco Hayez, del 1859, ( non ignorando i tanti pittori che aderirono al futurismo) attualmente conservato alla Pinacoteca dell’Accademia di Brera, nasconde un riferimento al tricolore italiano. Non bisogna dimenticare che al di là del soggetto romantico l’opera ha un senso politico storico: “infatti Hayez attraverso i colori (il bianco della veste, il rosso della calzamaglia, il verde del cappello e del risvolto del mantello e infine l’azzurro dell’abito della donna) vuole rappresentare l’alleanza avvenuta tra Italia e la Francia, con gli accordi di Plombières, sottoscritti da Vittorio Emanuele II e Napoleone III.
Nella musica, famosissima è la nota canzone risorgimentale “La bandiera di tre colori,” fino a pochi anni fa ( forse fino al 1980/90) si cantava in tutte le scuole elementari. Oltre a brani musicali ispirati al tricolore scritti e musicati nel 2007, in occasione del bicentenario della prima bandiera nazionale come quelli del cantautore reggiano Graziano Romani, sono i versi storici: “….raccolgaci un’unica bandiera; una speme (speranza)……”: così Goffredo Mameli scrisse nel testo dell’inno nazionale italiano. Questo passaggio che si legge nella seconda strofa, richiama l’unità nazionale sotto un solo simbolo, il Tricolore italiano.
Infine, nella poesia molti poeti del romanticismo, e non solo, trattarono la scelta dei colori, traendone grandi accostamenti e forti simbolismi. Giovanni Berchet, Arnaldo Fusinato, Domenico Carbone, Francesco Dell’Ongaro, Giovanni Pascoli, sono alcuni dei poeti che hanno scritto parole e pensieri importanti sul Tricolore. Giosuè Carducci, in occasione del primo Centenario della nascita del Tricolore, a Reggio Emilia il 7 gennaio 1897, concludendo il suo discorso affermò: “ il bianco, la fede serena alle idee che fanno divina l’anima nella costanza dei savi; il verde la perpetua rifioritura della speranza a frutto di bene nella gioventù de’ poeti; il rosso, la passione ed il sangue dei martiri e degli eroi. E subito il popolo cantò alla sua bandiera ch’ella era la più bella di tutte e che sempre voleva lei e con lei la libertà.”
La “ festa del tricolore” avrà un significato particolare, il 7 gennaio a Roma, presso il Palazzo del Quirinale dove viene eseguito in forma solenne il Cambio della Guardia. I Corazzieri in uniforme di gala svolgono lo stesso rito solo per la ricorrenza del 2 giugno, anniversario della Repubblica Italiana. A Reggio Emilia, la Giornata viene celebrata con la visita di una delle più alte cariche dello Stato che passa in rassegna una selezione di truppe armate, e tiene un discorso ufficiale. Come in altre ricorrenze solenni dello Stato, la bandiera italiana deve essere esposta in tutti gli uffici pubblici e delle istituzioni.
Fare memoria delle vicende legate al nostro Tricolore, può significare “non perdere le radici” di chi ci ha preceduto nella costruzione dell’Unità d’Italia, e soprattutto mantenere vivi i sentimenti e gli ideali che sono presenti nella nostra Costituzione.Ecco perché questi argomenti debbono essere studiati e conosciuti in maniera approfondita, iniziando dal ciclo scolastico e formativo dei giovani. Forse, così, potremo avere una festa del Tricolore che sarà veramente patrimonio culturale, nel cuore e nella mente, degli italiani.
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