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A che punto siamo nell’applicazione della Direttiva del Sindaco Gualtieri in tema di residenza

Il superamento delle difficoltà amministrative nell’attuazione della Direttiva 1/2022

Alcuni mesi fa il Comune di Roma è salito alle cronache, in tema di rilascio delle residenze, per l’approvazione in Giunta di una delibera -frutto del coordinamento tra la politica capitolina e molte associazioni territoriali – che superava l’art. 5 del Decreto Renzi-Lupi, secondo il quale chi occupa un immobile non ha più diritto a registrare la residenza nel luogo in cui vive.

La direttiva 1/2022, cui sono seguite delle linee guida applicative, ha visto durante l’anno successivo alla sua approvazione, la focalizzazione di una serie di ostacoli burocratici ed amministrativi che spesso ne hanno impedito una effettiva attuazione. Dal IV Municipio, uno dei territori più interessati da una serie di problematiche concrete, è arrivato da parte dei dipendenti municipali dei servizi anagrafici un input verso il Comune per affrontare e rendere più chiare le modalità di applicazione della direttiva.
Il Municipio IV, infatti, è stato uno dei municipi che prima di iniziare a lavorare le residenze per gli occupanti ha voluto attendere chiarimenti dal Comune di Roma richiedendo, su iniziativa del vicepresidente della Commissione Servizi Sociali Valerio Palmaccio, una seduta congiunta delle Commissioni Capitoline Patrimonio e Regolamento, occasione nella quale – assieme all’assessore Catarci presente alla seduta – sono state chiarite le linee guide della Direttiva.

Prima della Commissione erano state emanate delle specifiche linee guida, secondo le quali era stato definito il contorno normativo delle caratteristiche degli aventi diritto, con una definizione dei fruitori in quanto “meritevoli di tutela”: reddito inferiore ai 21.200 euro, nuclei con minorenni, persone con disabilità, ultrasessantacinquenni e soggetti con altre fragilità sociali. Escludendo tutti coloro che, nei 5 anni precedenti alla dichiarazione presentata per l’iscrizione della residenza, abbiano riportato condanne penali, per determinati reati, con sentenza passata in giudicato. Reati come, per esempio, l’associazione a delinquere, oppure quelli di cui si occupa la direzione distrettuale antimafia, ma anche il peculato, la corruzione, terrorismo, sfruttamento della prostituzione minorile, tratta di esseri umani, riciclaggio, ricettazione.

Dalla Commissione è emerso che le strutture informatiche sono “work in progress”, per l’attuale assenza di una procedura informatizzata che consenta un collegamento automatico tra i diversi Database in cui sono contenute le informazioni necessarie per l’attuazione; carenza però che “i dipendenti del nostro Municipio hanno iniziato a superare creando un iter interno che va a colmare il gap sui controlli” ha detto Palmaccio.

Ed è stato proprio il problema dei controlli che ha originato un rallentamento nell’applicazione della direttiva, poiché non si chiariva espressamente chi e in quale modo dovesse effettuare i controlli propedeutici al rilascio della residenza.
La Commissione congiunta ha quindi chiarito che devono essere avviati dai dipendenti i controlli dei requisiti in tema di carichi pendenti, presenza di una effettiva richiesta per un alloggio popolare, presenza di un reddito inferiore ai 21.200 euro. Tutti controlli che prevedono ovviamente l’ottenimento di dati provenienti da Database esterni a quello municipale (come, ad esempio, quelli del Tribunale e dell’Agenzia delle Entrate).
Fino a prima di tali chiarimenti, i dipendenti si trovavano – in assenza di linee guide specifiche – a non sentirsi tutelati in tema di accesso ad informazioni esterne e di tutela della legge sulla privacy, mettendoli in condizione di concedere (o non concedere) residenze senza poter effettuare le adeguate verifiche propedeutiche, situazione che ha sostanzialmente lasciato in stand by tutte le richieste arrivate.

E non a caso, infatti, a seguito della Commissione capitolina del 7 marzo 2023, nel solo IV Municipio sono state già evase 140 delle 170 domande arrivate da inizio marzo, segno che il mancato chiarimento capitolino era la causa del sostanziale inadempimento della direttiva.

“Si tratta di un importante risultato voluto fortemente dal Sindaco Gualtieri che prima ha visto coinvolto il capo di gabinetto del Sindaco, Alberto Stancanelli insieme all’assessore al patrimonio Tobia Zevi e l’assessore Catarci” ha dichiarato il vicepresidente Palmaccio, che ha aggiunto “Il municipio ha dei dipendenti davvero professionali, che da quando hanno avuto i chiarimenti richiesti hanno lavorato a pieno regime per l’attuazione della Direttiva. Un pensiero va anche alla nostra Amica Patrizia che è venuta a mancare circa un mese fa, asse portante del municipio che ha saputo coordinare un lavoro di squadra per portare alla luce tutte le possibili sfumature della Direttiva di Gualtieri”.
Palmaccio ha infine concluso ricordando il lavoro fatto in questi mesi in Commissione “insieme alla Presidente Silvia Remediani abbiamo voluto fin subito confrontarci cono questa direttiva del Sindaco ed oggi siamo impegnati presso lo sportello di Casal Bruciato per assistere le persone che vogliono richiedere la residenza, ma a breve apriremo altri sportelli. Oggi possiamo dire di essere orgogliosi della direzione che sia il Nostro Sindaco Gualtieri e del nostro Presidente Massimiliano Umberti stanno dando al territorio sul tema dell’accoglienza di chi si trova in situazioni di grande difficoltà e che cercava da tempo risposte dalla politica territoriale”.

Palmaccio ha voluto sottolineare in chiusura la valenza costituzionale del provvedimento, poiché con l’attuazione concreta della delibera “si andrà verso un reintegro sociale, che costituisce il primo presupposto per garantire alle stesse persone la fruizione di diritti fondamentali costituzionalmente garantiti”.


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