Addio, buona diplomazia – Vittorio il bestemmiatore – Perché anche Nicoletta – Melania l’ingenua – Quell’ipocrita sanatoria sottotraccia – Dieci più al Ministro Martina – A quattro e a due zampe

Fatti e misfatti di ottobre 2016

Addio, buona diplomazia

“Non voglio certo interferire – ha dichiarato, in uno dei suoi interventi durante la sua ultima cena presidenziale organizzata per il nostro “premier” e per il suo eterogeneo seguito, il Presidente Usa, Barak Obama – non voglio parlare del referendum”.

Più che giusto e corretto. Poi però, forse un po’ annebbiato dall’italico vino – che ha dichiarato di amare, del nostro Pese, oltre a cibo, moda e Sophia Loren – Il Presidente Obama si è dimenticato della sua giusta e corretta dichiarazione e ha detto: “Gli Usa sostengono in modo forte il referendum costituzionale italiano del 4 dicembre”. Una inaccettabile, cioé, invasione di campo. Come sarebbe quella di Vladimir Putin ove se ne dovesse uscire, cena aringhe e vodka con Berlusconi, che la Russia sostiene in modo altrettanto forte il “no”. Sì, c’erano una volta le regole della buona diplomazia.

Vittorio il bestemmiatore

“Alcide De Gasperi – ha detto tra l’altro in una intervista al quotidiano “La Verità”, a proposito del Roberto Benigni portato anche lui, dal “premier” Renzi, alla cena di Barak Obama – Alcide De Gasperi non avrebbe mai portato Totò, a cena con sé, dall’allora Presidente Usa Larry Truman”.

Bestemmiatore Vittorio: mettere a confronto Totò con la bombetta e Benigni con il “Nobel”. Oltre che l’uomo della ricostruzione Alcide De Gasperi e l’uomo della rottamazione Matteo Renzi.

Perché anche Nicoletta

“Già chissà perché Roberto Benigni nella delegazione di Renzi a cena da Obama – ha osservato qualche “gufo” rompiscatole – ma ancor più chissà perché sua moglie Nicoletta Braschi”.

Suvvia, ragazzi, Maremma prudenta. Per fermare il Benigni, dati certi precedenti, nel caso venisse preso dal raptus di saltare in braccio ad Obama o di salire sui tavoli dei commensali.

Melania l’ingenua

“Non credo – si è indignata Melania Trump – che mio marito abbia mai assalito una donna”.

Ingenua Melania. Pensa davvero che, se suo marito avesse assalito per caso qualche donna, sarebbe andato a raccontarglielo di corsa?

Quell’ipocrita sanatoria sottotraccia

“Chi non ha pagato per anni avrà un trattamento più favorevole – le voci raccolte, da “La Repubblica”, all’interno di quell’ “Equitalia” in via di rottamazione – Il frodatore vincerà sull’imprenditore in difficoltà… Il calciatore Diego Armando Maradona, che secondo il Fisco italiano deve ancora 40 milioni di euro, ad esempio, potrebbe averne abbuonati 35. E, cioé, quasi il 90%”.

Nulla in contrario, per carità, contro la rottamazione di “Equitalia”. Anzi. Quello che però non va è che questa rottamazione, alla fine, si rivelerà in sostanza, anche se il Governo ipocritamente smentisce, una vera e propria sanatoria fiscale a favore dei grossi evasori. E che, con quegli sconti mostruosi ai grossi evasori, non servirà neppure a “fare cassa”. Semmai “cassetta”. Ma, allora, perché tanta vergognosa ipocrisia solo per qualche euro in più?

Dieci più al Ministro Martina

“La legge contro il caporalato è stata approvata – sia alla Camera che al Senato – senza neppure un voto contrario”.

Eccezionale. Ma, a ben considerare, con un perché. Perché quella legge, oltre ad affrontare un problema reale grave ed urgente, è stata scritta in modo chiaro, senza alcuna possibilità di essere altrimenti e comodamente interpretata, ha previsto pene giustamente dure nei confronti degli “schiavisti delle campagne”. Una legge perciò, se esistesse la perfezione, perfetta. Un bravo al Ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, che l’ha curata dall’inizio fino alle votazioni finali. Forse, chissà, qualche altro Ministro potrebbe essere indotto ad imitarlo.

A quattro e a due zampe

“Vi presento Sogno – così, alla Camera, l’onorevole “forzista” Michela Brambilla – il primo cane ad entrare in Parlamento”.

Il primo cane, però, a quattro zampe. Specialmente negli ultimi anni, infatti, di cani a due zampe, in Parlamento, ne sono entrati più di uno.


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