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Assemblea pubblica a Pietralata contro la presenza dei “Pro vita” nei consultori

Il collettivo "Donne de Borgata" contro l'iniziativa parlamentare di Fratelli d'Italia

Venerdì 10 maggio 2024 presso il campo sportivo XXV aprile di via Marica (Pietralata) si è svolta un’assemblea pubblica il cui tema centrale è stato il netto rifiuto al possibile ingresso delle associazioni “pro vita” all’interno dei consultori pubblici.

Ad organizzare l’evento il collettivo “Donne de borgata”, che con l’iniziativa ha voluto chiarire fortemente la propria contrarietà all’emendamento – contenuto nel Decreto PNRR – con cui si apre la possibilità alle associazioni antiabortiste di entrare nei consultori.

L’introduzione delle organizzatrici

Intervenute per introdurre il dibattito, le ragazze di “Donne de borgata” hanno iniziato illustrando i punti fermi delle loro rivendicazioni. “In Italia il diritto all’aborto è un fardello che si cerca di reprimere in tutti i modi” ha detto Annabella “Oggi più che mai è fondamentale tutelare l’interruzione volontaria di gravidanza come diritto insindacabile, e per noi il lavoro di informazione deve partire da assemblee pubbliche e popolari come quella di oggi”.

Si è ricordato che il decreto in oggetto  prevedrebbe la possibilità per le associazioni antiabortiste di entrare nei consultori. L’obiettivo di tali associazioni cattoliche sarebbe quello di interferire sulla libera scelta, applicando norme già utilizzate in altri Paesi, come quella di far ascoltare il battito del feto prima dell’interruzione. Si è inoltre sottolineato come il Governo, permettendo l’ingresso delle associazioni cattoliche nelle strutture pubbliche, andrebbe contro il principio costituzionale della laicità dello Stato.

E’ una proposta che intende interferire a livello psicologico nei confronti della donna” ha proseguito Annabella “La 194 non tutela solo il diritto di abortire, ma anche di abortire in sicurezza con strutture e medici specializzati. Il governo, nonostante parli di supporto alla maternità, in realtà non ha fatto altro che tagliare sul welfare e sul supporto alle donne e alla maternità, aumentando l’Iva sui beni di prima necessità. Una libera scelta sulla maternità si ha solamente quando si hanno diritti e servizi. I nostri consultori non si toccano e non lasceremo che i Provita ci entrino dentro. L’ingresso di queste onlus nei consultori è un chiaro insulto alla libera scelta delle donne. Se in Francia l’aborto è diventato un diritto costituzionale, in Italia la destra vuole umiliare le donne e le loro libere scelte.”

Il gruppo di relatrici ha voluto anche ricordare, in introduzione, la natura politica delle associazioni Pro vita, in alcuni casi molto vicine alla destra estrema. Giovanna ha ricordato, ad esempio, il caso di “Notizie pro vita”, rivista dell’associazione  Pro vita e famiglia, il cui caporedattore Alessandro Fiore è figlio del leader di Forza Nuova Roberto Fiore. “Voglio anche ricordare alcune delle iniziative che i Pro vita portano quotidianamente avanti” ha aggiunto Giovanna “si pongono sia contro l’aborto sia contro la comunità LGBTQ+ opponendosi a qualsiasi orientamento sessuale non eterosessuale, stanno proponendo legge di iniziativa popolare per il battito del feto, portano avanti il tentativo di far riconoscere il feto come essere umano, che porterebbe a considerare l’aborto un omicidio; da ultimo, il tentativo di far riconoscere il reato di doppio omicidio nel caso in cui venga uccisa una donna incinta, sempre partendo dal presupposto  che il feto è un essere umano a tutti gli effetti

Il dibattito con le istituzioni e le associazioni presenti

Presenti al dibattito anche due rappresentanti istituzionali del IV Municipio, le consigliere Sarah Pelliccia e Carla Corciulo, rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Commissione Pari Opportunità del Municipio. La consigliera Pelliccia ha ricordato subito che l’aula del IV Municipio ha bocciato una mozione di solidarietà ai Pro vita che era stata proposta dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia. “Pro vita è una battaglia culturale che si ripropone ogni volta che la destra va al governo” ha sottolineato “Qui il problema è semantico, perché non si tratta di pro vita ma di pro feto. Quando si tratta di un bambino nato e cresciuto o di una mamma in difficoltà, non si danno risposte concrete, non si sta realmente accanto al bambino se vive in un quartiere in difficoltà”. La Pelliccia ha inoltre ricordato all’assemblea che esiste un osservatorio pari opportunità aperto a tutte le associazioni, invitando tutti i presenti a partecipare e fare rete in un tema che deve cercare il più ampio raggruppamento possibile. Ha quindi terminato con una riflessione “La politica non deve mettere il cappello, ma è sicuramente schierata in battaglia, perché per noi donne di sinistra che ci troviamo a dovere nuovamente difendere un diritto legato ad una legge la situazione è frustrante. Noi siamo qui oggi perché la politica è prima di tutto apertura. Il consiglio che vi do è quello di contattare quante più realtà ci sono nel territorio, dando più comunicazione possibile di questa realtà che sta crescendo. Va evitato il rischio delle distinzioni e di un frazionamento su un tema così importante

Necessità di fare rete sottolineata anche nell’intervento di Michela Cordò, dell’Associazione “Diversamente Pietralata”. “Non stiamo semplicemente tornando indietro, ma c’è proprio un movimento reazionario che si sta organizzando in forma pubblica. Molti dei presenti sono delusi dalla politica, ma è arrivato il momento di fare un percorso insieme” ha detto la Cordò “La questione dei consultori è un tema su cui ci dobbiamo necessariamente trovare e fare rete“.

Sul tema delle possibili divisioni e distinguo nonostante l’obiettivo comune, manifestate con critiche di alcuni dei presenti nei confronti delle istituzioni, è intervenuta la consigliera Carla Corciulo, che ha voluto chiarire come “c’è grande differenza nel fatto che alcune persone nelle istituzioni non ti ascoltano ed altre che invece ti ascoltano. Da giovane ero contro le istituzioni, poi nel corso degli anni mi sono resa conto che le istituzioni servono“. Il tema principale del suo intervento è stato perciò quello di “arrivare all’obiettivo comune, senza stare a fare distinguo che non portano da nessuna parte. La lotta deve essere collettiva, non è pensabile che un obiettivo alto come quello del consultorio sia l’obiettivo di una singola realtà. In un percorso simile va raggiunto il massimo dell’aggregazione“.

L’assemblea si è quindi conclusa – arrivando alla considerazione comune della necessità di aggregazione di quante più realtà possibili – dando appuntamento a tutti i presenti alle successive iniziative che si svolgeranno a Roma, tra i quali la mobilitazione nazionale del 25 maggio ed il corteo nazionale del 1° giugno.


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