

Roma, 15 marzo 2025. Piazza del Popolo si colora di blu, le bandiere europee sventolano al vento, la folla si raduna tra musica, interventi e celebrazioni. “Una Piazza per l’Europa” è stata presentata come un grande evento di respiro internazionale, un manifesto dell’impegno della Capitale nel cammino europeo.
Ma, mentre la manifestazione si spegneva tra gli applausi, da l’altro lato si accendeva una polemica destinata a far rumore.
L’evento, finanziato con 350mila euro dall’amministrazione guidata dal sindaco Roberto Gualtieri, ha scatenato un’ondata di polemiche, portando esponenti del centrodestra e di Potere al Popolo a presentare esposti per far luce sulla legittimità dell’utilizzo dei fondi pubblici.
L’inchiesta è nata proprio dalle segnalazioni, tra cui quella dettagliata del consigliere Fabrizio Santori (Lega), che ha sollevato dubbi sulla trasparenza e la correttezza della spesa.
La principale contestazione riguarda l’assenza di una delibera ufficiale che qualificasse l’evento come istituzionale, oltre a presunte irregolarità nella gestione dei fondi.
Tra i costi finiti nel mirino vi sarebbero quelli per impianti audio-video, droni e badge di accesso, considerati eccessivi e non adeguatamente giustificati.
Inoltre, è stato evidenziato come il logo di Roma Capitale fosse assente dai materiali di comunicazione, lasciando spazio a dubbi sul reale inquadramento dell’iniziativa.
Il procuratore regionale della Corte dei Conti, Paolo Rebecchi, ha ora il compito di esaminare la documentazione per accertare eventuali sprechi o anomalie nell’assegnazione dei fondi.
Nel caso emergessero irregolarità o un utilizzo inappropriato del denaro pubblico, potrebbero scattare richieste di chiarimenti o provvedimenti più severi.
L’opposizione non si è fatta attendere: Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia, Movimento 5 Stelle e Potere al Popolo hanno attaccato duramente la giunta Gualtieri.
Maurizio Gasparri (FI) ha persino ventilato la possibilità di una indagine della Procura, parlando di una gestione poco trasparente dei fondi.
Intanto, dal Campidoglio si difendono, ribadendo che la manifestazione aveva una rilevanza culturale ed europea, e che i fondi sono stati impiegati in modo legittimo. La vicenda, però, resta aperta e gli sviluppi delle indagini potrebbero mettere in difficoltà l’amministrazione.
Ora, spetterà alla Corte dei Conti prendere una decisione. Appare evidente che, se verranno riscontrate anomalie o danni erariali, la questione potrebbe trasformarsi in un duro colpo per la giunta Gualtieri.
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