Ce lo sapevi che… Alcune curiosità ferroviarie
La rubrica dal “Trittico” «SIGNORI IN CARROZZA – Spaccati d'epoca “a cavallo” del Pubblico trasporto capitolino»Fu il Regno delle due Sicilie a porsi all’avanguardia delle italiche vie ferrate con Ferdinando II che, approvato nel 1836 un progetto di linea Napoli-Nocera (con previsti prolungamenti a Salerno e ad Avellino), il 3 ottobre 1839 ne inaugurò la prima tratta – Napoli-Portici,(1) al cui riguardo il Giornale del Regno delle Due Sicilie di sabato 5 ottobre 1839 scrisse: (2)
Finito il parlare del Re, un segnale fu dato di sopra il padiglione, cui risposero immantinente gli spari delle artigliere de’ forti del Granatello e del Carmine. E ratto dalla stazione di Napoli mosse velocemente la locomotrice seguita da nove grandi carri, in cui erano 258 uffiziali dell’esercito, dell’armata e delle regie segreterie di Stato. Sopra uno di que’ carri scoperto dava fiato alle trombe una compagnia militare; sopra un altro una mano di soldati agitava a dimostrazione di giubilo alcune aste con banderuole in cima. In nove minuti e mezzo la macchina giunse da Napoli al Granatello: e di là anco velocemente sen tornò quivi d’onde era partita. Allora il Vescovo vestito de’ suoi abiti pontificali, recitò le preghiere, indi benedisse la nuova strada ferrata: e intantoché tutti gli astanti si prostravano ginocchioni, le artigliere facevano rimbombar l’aere d’una salva festiva.
Il secondo Stato italico a realizzare una tratta ferroviaria fu quello Pontificio, sotto Pio IX, iniziandosi con una pubblica sottoscrizione lanciata il 3 novembre 1847 dal principe Conti, allo scopo di coinvolgervi «le simbole di 250,000 cittadini, di I/12 cioè degli abitanti di questa parte centrale d’Italia che è sotto la felice dominazione di Sua Santità…». (3)
La prima linea pontificia (la seconda in Italia) è la “Roma-Frascati”, solennemente inaugurata il 7 luglio 1856 in Piazza di Porta Maggiore pavesata a festa e gremita di gran folla convenuta con gli omnibus a cavalli attivati dalla Società ferroviaria.(4)
Su appositi palchi prendono posto il Vescovo di Frascati, Card. Cagiano; il Segretario dei Memoriali, Card. Altieri il Segretario di Stato, Card. Antonelli, il Presidente di Roma e Comarca, Card. Roberti; i Ministri, il maggiordomo e il Maestro di Camera di Sua Santità; numerosi prelati e rappresentanti del Corpo Diplomatico, della Magistratura, della nobiltà; Ufficiali Superiori delle guarnigioni francese e pontificia di stanza in Roma; signore e signori invitati dal progettista(5) e l’intraprendente generale della linea, sig. York.
Da un altare a forma di cappella il Vescovo di Porfirio, Mons. Palermo, asperge d’acqua benedetta la locomotiva e le carrozze, le dame, i dignitari, la folla.
La banda dei pompieri fa «risuonar l’aria di gioconde armonie».
Gli alunni dell’apostolico ospizio di S. Michele innalzano al cielo le note del Benedictus.
Il momento è magico. Un’altra aspersione e via… Gli invitati prendono posto sul convoglio, con uno stato dell’animo che, nelle note introduttive al suo opuscolo-invito, il tipografo Gaetano Chiassi aveva già ben rappresentato in modo ancor più aulico, rispetto allo stesso aulico periodare del tempo:(6)
Coraggio, dunque, o graziose romane. Abbandonatevi con fiducia sui molli sedili di una carrozza, che rappresenta la più bella, la più utile conquista del nostro secolo. Vedrete come una turba di aspiranti faranno ala alla strada, curiosi di vedere come muove, come parte, desiderosi di sapere come arriva, come si ferma questa locomotiva, che sospirammo lunghi anni e che travolse le fortune di tanti generosi che pur volevano dotare il nostro paese di una sì utile istituzione.
La locomotiva sbuffa impetuosa, quasi impaziente di partire.
L’atmosfera è carica di tensione.
E d’emozione.
Uno squillo di tromba – «tromba degli angeli», poi la si dirà – si dispiega sulla piazza eccitando la folla.
È il segnale di partenza.
Un segnale atteso con amore e tremore.
Tutti tacciono.
Una sorta di angoscia afferra gli animi.
Un vago senso di timore offusca gli entusiasmi.
Ma è solo un attimo.
Uno sbuffo più intenso, uno stridio, un incredibile ansimare del Mostro fanno trattenere il respiro.
Alle due e trenta il convoglio s’avvia lentamente, accompagnato da un sommesso brusio.
L’ultimo scatto vanifica finalmente ogni residuo dubbio.
La folla esplode in un urlo di trionfo, immenso, roboante, liberatorio.
Il convoglio procede tra i casolari e i ruderi della Campagna romana. Giunto all’imbocco della galleria di Ciampino, si ferma. Gli addetti salgono e scendono per accendere gli stoppini negli scompartimenti. Il capotreno preannuncia forti rimbombi in galleria. Un senso di gelo afferra tutti. Ma è solo un attimo. L’uomo proviene dal mistero e verso il mistero corre ineluttabile: uno stringer di pugni, dunque, e via… verso l’ignoto.
Né qui si tratta di auliche fantasie volte ad arricchire la cronaca della giornata, ma di stati d’animo tramandatici da note d’epoca, quelle stesse che il poeta poi osserverà con visioni, ove allegre ove emotive ove giocose o eccitanti ove… e così via.
Per chi lo vede transitare all’interno della Città l’effetto è di stupore e terrore. Per i pastori della Campagna Romana, è un diavolaccio nero catapultato dagli inferi: e ancora non sanno che proprio lui, il mostro, li priverà della loro campestre serenità!…
A Frascati la popolazione scruta con ansia la pianura sottostante, levando infine un urlo poderoso nel vedere un nero filo di fumo all’orizzonte.
La graziosa cittadina è in festa. Il Comune, «penetrato del grande beneficio, che ridonda alla sua città col tronco della ora inaugurata ferrovia», festeggia «nell’ameno giardino pubblico fornito di eleganti locali di trattenimento» adornato dall’architetto Salvatore Bianchi.
In un fregio della villa è scolpita la seguente iscrizione.
A PIO IX P.M. PADRE DE’ SUOI POPOLI
IL SENATO ED IL POPOLO TUSCULANO
IN TESTIMONIANZA DI GRATITUDINE
Il Segretario di Stato conferisce l’Ordine Piano di 2a classe al sig. York, al sig. Harlingue e al sig. De Vitry, agente amministrativo della Società; decora con medaglia d’oro gli ingegneri Altobelli e Friederich, responsabili rispettivamente delle sezioni di Roma e di Frascati.
L’orchestra del Maestro Mililetti riproduce suoni e fischi e sbuffi e sferragliar di ruote e stridio di freni ed ansimi della locomotiva: melodia gradita, ad un popolo che dalla strada ferrata si attende un roseo futuro.
Per la gioia dei Romani, l’onomatopeica sinfonia viene ripetuta in Piazza Colonna, la stessa sera.(7)
Dopo quindici secoli il Popolo Romano può finalmente sperare in un miglior domani.
Un domani che, per quanto concerne le pontificie vie ferrate, i fatti dimostreranno purtroppo ancora tanto labile.
Come ieri, come oggi, come sempre.
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NOTE
1 Storia d’Italia. Cronologia 1815-1990, p. 72.
2 www.trenidicarta.it
3 La Locomotiva del 3 giugno 1847, anno I. n. 20, p. 153.
4 Giornale di Roma, n. 154, Martedì 8 luglio 1856, p. 619.
5 G. Angeleri-U. Mariotti Bianchi. Termini. Dalle Botteghe di Farfa al Dinosauro, p. 55.
6 F. Ogliari-F. Sapi. Partiamo insieme. Storia dei trasporti italiani, vol. I, p. 145.
7 F. Ogliari-F. Sapi. Partiamo insieme. Storia dei trasporti italiani, vol. I, p. 148.
Le notizie della presente Rubrica sono tratte (sintetizzate) dal “Trittico”
«SIGNORI IN CARROZZA – Spaccati d’epoca “a cavallo” del Pubblico trasporto capitolino» di Luigi Boccilli. L’opera, sviluppata in 990 pagine lungo tre volumi, è stata elaborata sulla scia di oltre 2.300 documenti per lo più originali d’epoca dal 1400 in poi.
Pubblicata in soli 100 esemplari numerati, ne sono rimaste solo 30 copie, possibili da acquistare – al prezzo speciale di € 90 ogni “Trittico” per i nostri Lettori – commissionandola al nostro Sito o direttamente all’Autore tramite la mail lboccilli@gmail.com
L’Autore, coerentemente con quanto scritto a p. 43 del I Libro…
Poiché non presumo di poter comunque rivendicare a mia volta quella perfezione tanto rara nelle opere prodotte dall’uomo ed ancor più irraggiungibile da me, formatomi all’università della strada e della vita più che negli atenei di Stato, prego il lettore di comunicarmi eventuali inesattezze alla mail lboccilli@gmail.com, per poterle rettificare in caso di ristampa.
… sarà grato a chiunque, rilevando delle improprietà, avrà la bontà di comunicargliele tramite il nostro Giornale o direttamente alla succitata mail.
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