

Da tempo, gli inquilini chiedono interventi concreti: maggiori controlli, sicurezza e un piano di gestione che restituisca dignità a queste proprietà
Era il giorno dell’Immacolata, una tranquilla festività in cui molti romani si preparavano a vivere il clima natalizio.
Ma a Cinecittà Est, nel cuore del VII Municipio, la giornata ha preso una piega diversa, quella di una scena che i residenti conoscono fin troppo bene.
Verso il primo pomeriggio, una chiamata ha raggiunto la polizia: qualcosa di sospetto stava accadendo in uno degli appartamenti di proprietà Enasarco.
Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato una situazione che sembrava uscita da un copione ormai noto. La porta dell’abitazione era stata forzata e danneggiata. All’interno, una donna di 28 anni, di origine peruviana, si era stabilita abusivamente.
Non c’è stato molto da chiarire. La giovane è stata denunciata con le accuse di occupazione abusiva e danneggiamento, mentre i poliziotti si sono trovati di fronte a un quadro che si ripete da anni, tra gli appartamenti lasciati sfitti dall’ex ente previdenziale, oggi fondazione Enasarco.
A Cinecittà Est, così come nella vicina Don Bosco, gli immobili Enasarco sembrano il bersaglio perfetto.
Porte sfondate, inferriate divelte, muri scardinati con la forza, e, una volta dentro, chi occupa si sistema come se fosse casa propria.
Questi appartamenti, spesso invenduti o dimenticati, sembrano destinati a un destino amaro, lasciando i residenti regolari a fare i conti con il degrado e l’insicurezza.
Gli abitanti delle zone colpite sono esasperati. “Facciamo le sentinelle delle nostre case”, raccontano alcuni inquilini, che spesso si trovano costretti a sorvegliare i corridoi e le vie limitrofe, nel timore che altre abitazioni possano essere prese di mira.
Le occupazioni abusive, per loro, non sono solo un problema legale, ma un attacco alla tranquillità e alla dignità della comunità.
Dietro tutto questo si cela un problema più grande: la gestione degli immobili da parte di Enasarco. Appartamenti vuoti, lasciati incustoditi, diventano inevitabilmente un simbolo del disinteresse e dell’abbandono.
Da tempo, gli inquilini chiedono interventi concreti: maggiori controlli, sicurezza e un piano di gestione che restituisca dignità a queste proprietà.
E così, il giorno dell’Immacolata si è chiuso con un altro episodio di cronaca, che aggiunge un tassello a una narrazione fatta di degrado e frustrazione.
Mentre la giustizia farà il suo corso per la giovane occupante denunciata, resta una domanda sospesa nell’aria: quanto ancora si dovrà aspettare prima che si ponga fine a questo copione?
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