“Con la cultura si mangia”. Bene

Appetitosa apertura dei lavori del XIX premio di poesia nei dialetti d’Italia Ischitella-Pietro Giannone 2022

Miei cari buongustai e wine-lovers (oramai ci leggono anche all’estero) di Abitare a Roma, non mi sono dimenticato di voi: dopo il premio letterario Ischitella-Pietro Giannone, ritornato a Roma, ho cambiato valigia per andare a Ostra (AN) per partecipare a “Tracce” (studio laboratorio sul teatro contemporaneo), in qualità di direttore centro studi teatrali UILT Lazio, mentre, in veste di redattore responsabile del settore di enogastronomia, sono stato “costretto” a partecipare a tutti gli eventi culinari del prestigioso premio letterario ischitellano.

L’apertura di quest’anno è avvenuta, come ormai da tradizione, con l’Apericena poetico-canora “Con la cultura si mangia” (e bene, ndr), offerta da sempre, generosamente, da Anna Rita Russo di By Cosimillo di Foce Varano. Apertura avvenuta davanti alla Chiesa che custodisce il SS. Crocefisso di Foce Varano: un teatro naturale affacciato sull’azzurro del Lago Varano e sul blu intenso dell’Adriatico, incorniciato dai riflessi verde-argento di maestosi ulivi, incantevoli miraggi accarezzati dalla brezza marina e protetti da mano divina.

“Presentattore” dell’evento il vulcanico Angelo Blasetti, intermezzi musicali del Nuovo Coro Popolare di Roma, diretto dal M° Paula Gallardo Serrao.

Non vi nascondo, miei assidui lettori, che è fin troppo agevole il mio lavoro in questo meraviglioso Gargano: il peculiare microclima permette la coltivazione di ulivi, ortaggi di grande pregio, l’allevamento di ovini e bovini per la produzione di latticini e formaggi della rinomata eccellenza gastronomica pugliese.

Da qualche anno alla produttiva pesca marina si è aggiunto l’allevamento di ostriche nel lago Varano; non sono un gran mangiatore di ostriche, preferendo le “cozze pelose” (modiolus barbatus), i mitili d’allevamento (mytilus galloprovincialis), i tartufi (venus verrucosa, in Puglia cozze a noce).

Ma le ostriche San Michele, alla creazione del cui allevamento ha collaborato con i suoi studi la dottoressa Lucrezia Cilenti, sono una prelibatezza, e meritano un discorso a parte.

La loro conchiglia si presenta dentellata, molto dura (ho faticato molto per aprirle), la parte concava è molto accentuata, all’interno la madreperla si presenta con un arcobaleno di colori, soprattutto se si espone al sole.

La polpa è abbondante e soda, tanto da doverla masticare con grande soddisfazione, dolcissima, lascia il palato con un lungo sapore marino, tanto da consigliarvi di premunirvi di bollicine di gran classe da utilizzare fra un’ostrica e l’altra.

La dr.ssa Cilenti è talmente appassionata e competente del suo lavoro di biologa marina, che ne rimaniamo totalmente affascinati: “…è proprio il microclima e l’acqua salmastra (in mezzo al lago sgorga la fonte “miracolosa” di acqua dolce detta di San Michele), che mi hanno convinta a far allevare, dai nostri pescatori, le ostriche nel Lago di Varano: il comune di Ischitella vuole trattenete i giovani del Gargano creando nuovi posti di lavoro…”. Lucrezia Cilenti, assessore al turismo di Ischitella, è un vulcano di idee e tutte straordinariamente moderne, che porteranno nuova linfa ad un territorio che ancora non ha sviluppato in pieno questo importante settore economico, così come avviene da tempo in tante altre regioni italiane. La Cilenti dopo aver decantato i capitoni e le anguille dei laghi, ha fatto anche un rapido accenno al granchio blu e a come, dopo la sua invasione nei laghi di Varano e Lesina, si stia studiando soluzioni per trasformare un evento negativo in un’opportunità sfruttando la loro sapida polpa.

 

Lasciato (a malincuore) l’evento al Crocefisso di Varano, ci siamo trasferiti al B&B Torre del Lago di Foce Varano di Annamaria Agricola e Giuseppe D’Errico, dove mentre i poeti e il coro allietavano la romantica platea con poesie e canti, io ero “costretto” ad assaggiare i tipici dolci ischitellani, come le famose pettole fritte servite calde calde e in abbondanza per tutti (non so dirvi quante ne abbia “dovute” mangiare, il mio è un duro lavoro!).

Anche quest’anno, sabato 3 settembre, siamo andati a pranzo nella splendida terrazza di Rodi Garganico davanti al ristorante “L’Operetta”: ad accoglierci il sorriso del dinamico proprietario, Giovanni D’Errico, che immediatamente ci ha riempito il desco come se non mangiassimo da anni. Giovanni è un instancabile imprenditore della ristorazione e, da quest’anno, anche dell’accoglienza, avendo aperto il Camping Village Frontemare a Rodi.

La colazione della domenica è avvenuta nella campagna di Pierino Comparelli, in mezzo agli ulivi: pane casareccio, olive in salamoia, scamorza fresca, olio, pomodorini guadagnati sul campo (nel senso che siamo andati a raccoglierli noi stessi), insomma la vecchia e sana abitudine del cibo di prossimità, usanza dimenticata da noi cittadini metropolitani.

Cari buongustai, potevo ritornare a Roma senza aver gustato i prodotti meravigliosi della “Tavola calda sulle scale” di Antonio ad Ischitella?

Appena Antonio mi vede, già avvertito da Vincenzo il giorno prima, mi sorride e: “ …erano trent’anni che non raccoglievo le cicorielle selvatiche, ovviamente c’è anche tutto il resto”; gli antipasti si susseguono in un vortice sensoriale di antichi sapori come le sopraccitate cicorielle, le verdure del suo orto gratinate o sott’olio.

Tra le quali spiccano i lampascioni (leopoldia comosa), i porcini del Gargano trifolati, il caciocavallo riscaldato su piastra, la quaglia arrosto.

Antonio, tra le prelibatezze del suo orto, ci ha pure ammannito le “mitiche” tanne checocche (tenerumi delle zucchine, cioè la parte più tenera e verde della pianta che comprende spesso anche i fiori e piccolissimi zucchini, è una delle prelibatezze vegetali della bella stagione).

Cari buongustai se siete nei paraggi (ma anche se non lo siete) non potete mancare alla vera e straordinaria cucina pugliese in via Nazario Sauro a Ischitella.

Il Gargano dal punto turistico-culturale ed enogastronomico è una porzione d’Italia, il famoso sperone, che ha caratteristiche totalmente differenti dal resto del nostro Bel Paese, merita d’essere visitato ed apprezzato per tutto l’anno, soprattutto in autunno sia per il clima mite, che per i colori, che vi faranno amare vieppiù i sorprendenti scorci paesaggistici.


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2 commenti su ““Con la cultura si mangia”. Bene

  1. Perfetto questo articolo . Ho avuto il piacere e l’onore di partecipare e la descrizione degli avvenimenti mi ha fatto rivivere quei giorni straordinari.

  2. Ogni anno per me e per tutti coloro che a vario titolo organizzano il
    concorso di poesia dialettale ad Ischitella è un piacere ACCOGLIERVI.

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