“Dal Governo non arrivano modifiche al Reddito di Cittadinanza ma solo tagli alle persone povere”

Presa di posizione delle Associazioni che promuovono la campagna “Ci Vuole Un Reddito”

Il Presidente dell’Associazione Nonna Roma, una delle Organizzazioni di volontariato che promuove la campagna “Ci vuole un reddito” finalizzata alla difesa ed al miglioramento del Reddito di Cittadinanza quale strumento di supporto sociale, si è espresso sulle notizie che circolano in queste settimane sulle prossime modifiche dello strumento da parte del Governo.

“Dalla stampa emergono numerosi dettagli circa le nuove misure di contrasto alla povertà che sostituiranno il Reddito di Cittadinanza” dice Campailla “Viene accantonata la MIA (Misura di l’inclusione attiva n.d.R.) e si percorre una strada che spezzetta ulteriormente la misura rendendo l’intervento ancora meno incisivo. In attesa di leggere i testi non possiamo che esprimere la nostra netta contrarietà alla strada che il governo ha imboccato”.

Per Campailla la prima questione su cui porre l’accento è la scelta di rivedere le soglie Isee a ribasso, passando dai precedenti 9600 ai futuri 7200 euro, con conseguenza diretta la riduzione della platea dei beneficiari delle misure di sostegno. “Questo significa fare cassa sulla pelle delle persone povere, in una fase segnata dal carovita e dall’inflazione dove occorrerebbe semmai allargare e non restringere la platea dei beneficiari”.

Campailla pone inoltre l’accento sulla divisione delle persone tra “occupabili” e non, ovvero nuclei con minori, disabili e persone over 60 anni. “Tale divisione è fuorviante e discriminatoria in quanto basata solo sulla composizione del nucleo famigliare e non sulle condizioni sociali ed economiche e rischia così di considerare occupabili persone che non lo sono”.

La rete “Ci vuole un reddito”, nata il 5 marzo dall’unione di intenti di decine di associazioni ed organizzazioni che da anni si occupano di povertà ed esclusione sociale, sta sottolineando da diverse settimane come le misure restrittive proposte siano “l’ennesima pagina odiosa di una lotta contro i poveri che sottende alla dimensione della povertà come colpa del singolo e non dell’incapacità dello stato di provvedere ad un reinserimento sociale”.

Campailla conclude la sua presa di posizione dichiarando che l’abolizione di ogni previsione circa l’offerta congrua, nella relazione tra misure di sostegno e politiche attive insieme alla reintroduzione dei voucher e agli sgravi fiscali per chi assume “non è altro che la necessità per il Governo di fornire alle imprese manodopera a basso costo, ancor di più in un paese senza un salario minimo adeguato.
Per tutti questi motivi ci opporremo con tutte le nostre forze a partire dalla settimana di attivazione territoriale dall’1 al 6 maggio in tantissime città ed il 27 nella manifestazione nazionale a Roma
”.


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