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Libertà di stampa: in Italia peggio che in Lesotho – Privilegi anche “post mortem”- Il Cairo sempre più inquietante – Che gli Attawapiskat si uccidano pure – Quello sponsor al di là dei limiti – Brocchi – Perché no Buffon e Allegri?

Fatti e misfatti di aprile 2016

Libertà di stampa: in Italia peggio che in Lesotho

“La libertà di stampa è ovunque in consistente e preoccupante declino – secondo i dati del rapporto annuale stilato da “Reporter senza frontiere” sullo stato generale dell’informazione – e, tra i Paesi in cui questo avviene, c’è l’Italia scesa, nella classifica mondiale, dal già vergognoso 73° posto al 77°”.

Ci sarebbe da arrossire, considerando che, in Europa, fanno peggio dell’Italia soltanto Cipro, Grecia e Bulgaria. Ma, soprattutto, considerando che, nel mondo, fanno meglio Moldova, Armenia e perfino Nicaragua e Lesotho. Ma tant’è. Perché nessuno sembra arrossire. Né gli editori né i giornalisti né i lettori. Tanto meno i politici, i manovratori della grossa finanza, le varie caste, addirittura la mafia e la camorra, ai quali tutti va bene così. Va bene, per lo più, l’informazione sotto i tacchi. Ci sarebbe da arrossire, sì, ma anche da piangere.

Privilegi anche “post mortem”

“A parità di contributi versati – com’è noto – la pensione dei deputati è più alta di quella di un comune cittadino”.

Già questo non sarebbe giusto. Ma, ai deputati, questo ancora non basta. Zitti zitti, quatti quatti, stanno preparando nuove norme per assicurare anche una più alta pensione di reversibilità ai loro aventi diritto. Agli aventi diritto, così, i privilegi dai morti loro.

Il Cairo sempre più inquietante

“Ahmed Abdallah – presidente del Consiglio di amministrazione della “Commissione egiziana per i diritti e le libertà” – è scomparso, da ieri, al Cairo”.

Il fatto diviene ancor più inquietante, se si considera che Ahmed Abdallah stava offrendo la sua consulenza a quei legali i quali, su mandato della famiglia Regeni, stanno cercando la verità sull’atroce assassinio del figlio Giulio. Per le autorità del Cairo, comunque, nessun problema. Faranno sapere, quanto prima, che loro non c’entrano con quella sparizione e che, magari, potrebbe essere stato, a rapire Ahmed Abdallah, il fantasma del faraone Tutankhamen. Tanto per loro, vergognosamente, una cinica boiata in più o una in meno…

Che gli Attawapiskat si uccidano pure

“La Comunità indigena degli Attawapiskat – nell’Ontario – ha dichiarato lo stato d’emergenza dopo che cento dei suoi, in un mese, e addirittura dieci, in un solo giorno, si sono suicidati per il loro altissimo livello di povertà”.

Il Governo canadese ha deciso di occuparsi della drammatica situazione? Sì: il “premier” liberale Justin Trudeau se n’è occupato sessanta secondi per definire il caso “straziante”. Così straziante da concluderlo così. Straziante punto e basta. Ma perché, evidentemente, il Governo canadese ha ben altro di cui occuparsi che dei suicidi seriali degli Attawapiskat. Donne e uomini, c’è da presumere, ritenuti di “serie b”. Solo indiani.

Quello sponsor al di là dei limiti

“Una delle prime banche italiane – ha detto di aver saputo l’ ex Ministro ed oggi candidato sindaco a Benevento, Clemente Mastella – sarebbe scesa in politica, violando qualche norma, per sostenere il Pd. In occasione di un comizio del Ministro Maria Elena Boschi, ad esempio, avrebbe utilizzato i numeri di cellulare dei propri clienti per invitarli ad andare”.

Ma quale sarebbe questa banca? Gratta gratta, sarebbe venuto fuori: il Monte dei Paschi di Siena. E, se davvero così, sarebbe una ulteriore conferma di quanto sia largo il cerchio magico di Matteo Renzi e di Maria Elena Boschi. Largo e, molte volte, anche un po’ così. O molto così.

Brocchi

Andiamo avanti – così, secondo il “Corriere della sera”, Silvio Berlusconi ha incoraggiato, nonostante i disastrosi risultati, l’allenatore del “Milan calcio”, Brocchi”.

Sembra ormai, quella di Berlusconi, una nuova grande missione: incoraggiare i brocchi. Non solo, infatti, quelli con la “b” maiuscola, ma anche quelli con la minuscola. Come certi suoi candidati sindaci alle prossime amministrative di giugno. Anche Bertolaso a Roma? “Honni soit qui mal y pense” (Si vergogni chi pensasse male).

Perché no Buffon e Allegri?

alfio-marchini“Io e Marchini – se n’è uscito il candidato berlusconiano a sindaco di Roma, Guido Bertolaso – siamo come Totti e Spalletti”.

Ma perché Totti e Spalletti che, con la squadra della “Roma”, sono al terzo posto in classifica, e non Buffon e Allegri che, con la squadra della “Juventus”, sono già sicuri del primo? Bertolaso, evidentemente, non ha troppa fiducia in se stesso e in Marchini per cui si sente, tutt’al più, terzo. E cioé, tornando dal campo di calcio al campo della politica, fuori dal ballottaggio. Ma allora che fa? Si gufa da solo?


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