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“Gli inglesi dunque – con il loro voto al referendum – hanno decretato l’uscita del loro Paese dall’Unione europea”.
“God save the queen”, per carità, sempre e comunque. Ma ora salvi, per favore, anche la Gran Bretagna e l’Europa che ne hanno e ne avranno grandissimo bisogno. “Thank you”, grazie.
“Nel crollo delle certezze europee e delle Borse mondiali – seguite all’uscita della Gran Bretagna dall’Unione – è crollata anche, nel suo più piccolo, la Direzione pd che era stata convocata per oggi. Renzi, che insieme agli altri “premier” dell’Unione dovrà opportunamente occuparsi delle non poche e non leggere conseguenze di quell’uscita, l’ha infatti rinviata – sembrerebbe – di una settimana”.
Quella che è stata una “notte buia e tempestosa” per la Gran Bretagna e per l’Europa, dunque, non lo è stata più, ventiquattr’ore dopo, per il Pd e per Renzi. Ma, stando alle armi che il Matteo e le minoranze del suo partito stavano affilando per la Direzione di oggi, il rinvio di una settimana non dovrebbe favorire la minima tregua. Forse, anzi, potrebbe preparare una notte ancor più “buia e tempestosa”. Per il segretario pd e “premier”, comunque, lì “si parrà” la sua “nobilitate”.
“Il popolo dell’esodo – è stato recentemente ricordato nella “Giornata mondiale del rifugiato” – ha raggiunto, nel 2015, i 65 milioni in tutto il mondo”.
Un dato impressionante. Non ne è stato ricordato, però, uno più impressionante ancora: nel solo Mediterraneo, dal 2007 ad oggi, sono annegati più di 13.300 migranti in cerca di un rifugio in Europa. Solo una deprecabile dimenticanza? Forse, più verosimilmente, una vergognosa ipocrita coperta per cercare di nascondere il cinico menefreghismo di certo Bruxelles.
“Renzi – ha esortato Pierferdinando Casini – dovrebbe cambiare spartito”.
Un momento di pazienza, che diamine. Quale spartito e spartito. Renzi, infatti, sta ancora finendo di cambiare il partito.
“Se Renzi me lo chiedesse – se n’è uscito il noto vignettista satirico Sergio Staino – accetterei di dirigere “L’Unità””.
Se Renzi glielo dovesse chiedere, verosimilmente, una risata seppellirebbe i pochi lettori ancora rimasti.
“Ma quale sindaca – ha detto, salendo le scale del Campidoglio, la “5 stelle” Raggi – Chiamatemi Virginia”.
Certamente, però, nessuno la chiamerà così. Cariche istituzionali e dirigenti comunali continueranno a chiamarla sindaca. I romani, tutt’al più, la chiameranno Virgì.