I diamanti di Sambuci

"Gioielli” di prossimità, spesso sconosciuti alla maggioranza della popolazione della capitale
Biondo in un momento magico

Domenica 25 ottobre 2020 è terminata a Velletri, la IV edizione della Campaniliana (rassegna nazionale di teatro e letteratura dedicata ad Achille Campanile), ospitata dal teatro Artemisio-Gian Maria Volonté.

Un misto di nostalgia (ci venivamo con il compianto Antonio Perelli) e di rabbia, abbiamo appena saputo che da lunedì 26 ottobre era prevista la chiusura di palestre e teatri, che ci ha stretto e ci stringe il cuore.

“Sapete che faccio?…”, dico io come per spezzare lo stato d’animo distrutto, “…domani me ne vado a Sambuci, ho saputo che c’è il tartufo bianco”.

Non ricevo risposta, ma l’indomani il sole splende alto e caldo: Giove Pluvio mi ha sempre assistito nelle mie scorribande bucoliche.

Trovato!

Sia Anna, che Annamaria accettano di buon grado: perché rimanere a casa con questa bella giornata?

Sambuci, splendido borgo ad appena 44 chilometri da Centocelle, si erge su una collina di 434 metri, in mezzo a boschi secolari dei monti Prenestini: insomma un posto ideale per chi cerca rifugio dal caos e dall’inquinamento della città.

È un comune con meno di 1000 abitanti e, a farcelo conoscere è stata Aurora Fratini; adesso descrivere Aurora è impossibile perché non si possono compendiare in poche righe tutte le attività, le idee, le iniziative per rendere più vivi e vivaci questi posti incantevoli alle porte di Roma: insomma è una donna di straordinaria cultura e vitalità, vero vanto di tutti i centri culturali di cui fa parte.

Biondo con Manuela

Telefoniamo a Manuela Valentini, che con voce simpatica e ben impostata, infatti ha un passato di avvocato, ci dà appuntamento all’azienda di tartufi VALPROMA (acronimo composto dai cognomi e nomi dei titolari: Valentini Proietti Manuela Marcello; le ultime 4 lettere inoltre indicano la provincia dove è ubicata l’azienda).

Arrivati sulla collina in via Nuova Piana ci guardiamo intorno: l’autunno, con i suoi colori caldi, si manifesta in tutto il suo splendore; i profumi, poi, mandano in tilt il cervello: dalla scatola magica di Manuela si sprigionano gli antichi, ma sempre attuali, profumi atavici: ricordate le ricette di Apicio e di Gioacchino Rossini?

Decidiamo di comprare i tartufi più piccoli per una precisa e diversificata utilizzazione in cucina: per ogni tartufo una diversa ricetta.

Due tartufi, due ricette

Uovo fritto al tartufo bianco di Sambuci

Il primo tartufo (Tuber Magnum Pico) lo utilizziamo la sera stessa per impreziosire un uovo fritto: è indubbiamente la forma più semplice, ma gustosissima; consigliamo di cuocere perfettamente prima l’albume e poi adagiarci il tuorlo facendolo rotolare senza romperlo; il pepe e il sale possono essere aggiunti a piacere, ma quello che non può mancare assolutamente è il tartufo: a scagliette o grattugiato? Se avete pazienza, in tutte e due le maniere. Attenzione questo piatto crea dipendenza perché è semplice ed esalta la qualità degli ingredienti.

Il secondo tartufo l’abbiamo utilizzato il giorno dopo a pranzo per ingioiellare un risotto alla zucca; ingredienti: riso carnaroli/arborio, zucca gialla q.b., buccia di limone/arancio q.b., brodo vegetale, burro chiarificato, parmigiano, noce moscata q.b., zafferano; cari buongustai di Abitare a Roma i suddetti ingredienti sono ovviamente modificabili a secondo dei vostri gusti, potreste per esempio aggiungere un leggera piccantezza (pepe o peperoncino), ma anche qui il tartufo di Sambuci è indispensabile.

 

Tutte queste prelibatezze, della nostra grande tradizione culinaria, esistono perché l’appassionato Marcello con l’infaticabile Biondo (di razza Lagotto), di buon mattino, vanno a cercare sui monti Prenestini questi “diamanti” di prossimità, spesso sconosciuti alla maggioranza della popolazione della capitale.

VALPROMA indirizzi:

Via Nuova Piana n. 3, 00020 Sambuci RM

valproma@gmail.com

tel.: 3479177587

 

Annamaria Marazzi, Anna Onori, Henos Palmisano.


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