Il progetto del nuovo stadio multifunzionale AS Roma, i risvolti sportivi, economici e sociali – Secondo incontro pubblico

Seconda tappa del percorso di Dibattito Pubblico

Si è svolto lunedì 18 settembre presso l’ex Mattatoio in piazza Giustiniani (Testaccio) il secondo degli incontri programmati nella procedura di Dibattito Pubblico per l’analisi del progetto relativo al nuovo stadio della AS Roma.

Il secondo incontro, coordinato come il precedente da Marco Leone (Senior Advisor di Nomisma), ha visto un primo blocco di attività con presentazione da parte dei relatori (ed un primo blocco di domande relative ai temi trattati) ed è proseguito nella seconda parte con dei tavoli di approfondimento con un’esposizione a fine giornata del dibattito avvenuto nei tavoli stessi.

L’ambito economico di riferimento

Ad aprire gli interventi tecnici Federico Fantini, Presidente ASSI Manager (Associazione Italiana Manager Sport Business) che è intervenuto non per parlare dello specifico progetto, ma per inquadrare l’ambito economico in cui inserire le progettualità inerenti la costruzione degli impianti sportivi ed il loro impatto economico sul sistema. “Un elemento chiave che non viene mai sottolineato” ha detto Fantini “è la rilevanza nascosta del contributo dello sport alla nostra economia: parliamo del 3,6% del PIL (circa 100 MLD euro) nonché di circa 405.000 addetti secondo i dati dell’osservatorio Sport System”. Fantini ha ricordato che l’agricoltura vale il 2% e le costruzioni il 5% del Pil; quindi, lo sport nel suo complesso si colloca nel mezzo ed è un dato spesso nascosto perché sia nella classe dirigente che nell’opinione pubblica questo è un aspetto che non viene evidenziato nel nostro paese. “Viviamo inoltre una condizione detta sindrome del palazzetto, per cui tutto ciò che è legato allo sport anche nel nome viene definito con termini vezzeggiativi, cosa che non rende giustizia a delle infrastrutture moderne che potrebbero invece generare ulteriore valore”. Fantini ha quindi ricordato, a termine di paragone, gli Investimenti fatti nel mondo in tema di stadi, evidenziando che si vedono grandi investimenti sia in Paesi storicamente più legati alla creazione di moderne strutture sportive (USA e UK) ma anche in paesi con una minor storia legata a tali strutture (Polonia, Turchia, Russia). In Italia solo lo stadio di Bari (in occasione dei mondiali 1990) costituisce la creazione di una nuova struttura ex novo, poiché lo stadio della Juventus di recente costruzione è frutto della demolizione del vecchio Delle Alpi e non della creazione di un progetto in una zona nuova. “Gli stadi sono dei potenziali fattori di rigenerazione urbana nei territori di realizzazione” ha concluso “poiché trasformano le aree dove vengono realizzati e normalmente le trasformano con nuovi posti di lavoro, creano dei luoghi di visita di permanente (oltre l’utilizzo sportivo) e ciò crea dinamiche di impatto positivo per l’economia del territorio e per la società dello stesso”.

I tecnici dell’AS Roma

L’Ing. Silvia Prandelli, intervenendo come tecnico della Roma ha parlato di filo conduttore con cui legare il progetto alla rigenerazione urbana del quartiere di Pietralata, tramite un’idea di stadio aperto 365 giorni all’anno. “Cosa significa portare uno stadio del genere in un quartiere come Pietralata?” pone la Prandelli come riflessione alla platea. “Per l’intera area di realizzazione – di circa 120 ettari – il progetto si propone di portare avanti 3 macrotemi: la struttura stadio; gli spazi interni ed esterni divisi tra parco dello stadio e parco centrale, e le opere di urbanizzazione relative all’area stessa. Il progetto si inserisce al confine tra due centralità urbane, Pietralata e Tiburtina, con la prima che risulta essere un’area ad alta densità abitativa (circa 6.000 abitanti al kmq contro una media romana di 3.500); ha già un grande flusso di studenti universitari che crescerà ulteriormente con la creazione delle strutture della Sapienza. Nell’area ci sono inoltre 7.000 imprese di cui il 96% di dimensione medio-piccola (commerciali, artigianali, edili). Ultimo punto importante è la possibilità di integrazione della mobilità tra i servizi pubblici presenti e quelli ciclopedonali presenti e previsti. Tutto ciò è andato a confluire nella consegna del progetto di fattibilità tecnico-economica, avvenuta il 3 ottobre 2022 a seguito della quale sono state richieste alcune integrazioni da parte del comune, che a maggio 2023 ha espresso la dichiarazione di pubblico interesse, accompagnata da prescrizioni attuative”.  Nella descrizione dell’ing. Prandelli, l’idea ribadita in più occasioni dal proponente è quella di arrivare ad una apertura dello stadio nel 2027 in occasione del centenario. La Prandelli ha inoltre ricordato le attuali tendenze a livello europeo, secondo cui il concetto di stadio si sta evolvendo, poiché a differenza del passato si progettano impianti in posizione centrale o semi-centrale ma integrati nel tessuto del trasporto pubblico locale. “Questo progetto è stato scelto perché dal punto di vista dei trasporti l’area ha un’alta accessibilità nazionale, regionale ed urbana”. L’ingegnere nel terminare il suo intervento ha portato a titolo di esempio il nuovo stadio del Tottenham (Londra), pienamente inserito in un’area fortemente urbanizzata e definito un Community Stadium, ossia un impianto pensato anche per la comunità residente, perché presenta servizi vari per i quali rimane aperto tutto l’anno.

L’avvocato Alessandro Botto dello studio Legance (studio in collaborazione con l’AS Roma) ha invece esposto la cornice normativa del procedimento, ossia il provvedimento speciale chiamato anche legge stadi, che consiste in un regime semplificativo per la realizzazione degli impianti.  In questo procedimento, due sono i soggetti coautori: il soggetto privato (investitore-realizzatore) e il soggetto pubblico, che è il proprietario delle aree e quindi dell’infrastruttura affidata in regime di concessione. Il procedimento prevede una proposta del proponente privato (progetto preliminare) accompagnato da un piano economico finanziario che ne dimostri la sostenibilità. Sulla base di questi documenti si attiva un procedimento che confluisce in una conferenza di servizi preliminare che approva la manifestazione di pubblico interesse potendo inserire delle prescrizioni cautelative o modificative. A seguito di ciò si apre quindi il dibattito pubblico, al cui esito verrà presentato il progetto definitivo corredato da uno schema di convenzione tra amministrazione pubblica e proponente. Al termine di questi passaggi, tornerà tutto in una conferenza di servizi decisoria che darà il via alla realizzazione effettiva dell’opera (fase delle verifiche e delle autorizzazioni), a seguito del quale si aprirà la gara con la successiva aggiudicazione e stipula del contratto. L’avv. Botto ha inoltre ricordato che, in questo quadro normativo, l’intervento pubblico non può superare il 49% del capitale investito, altrimenti verrebbe snaturata l’opera che diventerebbe pubblica. Evidenziati anche i rischi per il privato, che sono quelli su cui ha un maggior controllo diretto della gestione del progetto, ossia  il rischio di costruzione, il rischio di disponibilità (garantire la fruibilità pubblica per tutto il periodo di durata contrattuale) ed il rischio di domanda (se ad es. la gente smetterà di venire o diminuirà la partecipazione allo stadio).

La convenzione sarà una concessione con diritto di superficie, con uso temporaneo a favore del soggetto privato” ha concluso Botto “Non è previsto alcun contributo pubblico ed il concessionario sarà responsabile di progettazione, realizzazione e gestione, inclusi i rischi di manutenzione dell’impianto. A fronte di ciò ovviamente potrà incamerare tutto ciò che entrerà dall’uso dell’impianto, stando però in linea con i trend di mercato la cui analisi sarà a cura del soggetto pubblico”.

Le domande nei tavoli di confronto

La seconda parte dell’incontro, dedicata alla costituzione di tavoli in cui poter porre domande più specifiche e sollevare dubbi da poter riportare all’assemblea plenaria, ha visto la presentazione di domande di varia natura (alcune delle quali però si trovavano a non essere in linea con l’argomento trattato nel pomeriggio): dalla valutazione dell’idoneità finanziaria del proponente (l’As Roma) ed i relativi dubbi di tenuta societaria, ai dubbi su un eventuale sottodimensionamento rispetto ai 55.000 posti previsti. Non sono mancate come prevedibile domande molto critiche che hanno affrontato il tema in maniera radicale, tra cui la necessità di prendere in considerazione aree alternative, l’elevato livello di incertezza e scarsità di informazioni – da cui l’impossibilità di valutare realmente il progetto – nonché il dubbio sul fatto che tutte le costruzioni già previste (tra cui Istat, Technopole, studentato della Sapienza) potrebbero essere già sufficienti per realizzare il quadrante di Pietralata senza dover necessariamente costruire anche uno stadio.

L’incontro è stato quindi chiuso dal coordinatore Marco Leone il quale, ringraziando tutti gli intervenuti in presenza ed on line, ha dato appuntamento all’incontro previsto per il 25 settembre presso la Casa delle Tecnologie Emergenti (all’interno della Stazione Tiburtina), in un incontro dal titolo “Lo stadio, le opere accessorie e le infrastrutture”, occasione durante la quale saranno affrontate molte delle domande poste durante lo svolgimento dei tavoli, e dove si entrerà probabilmente nel vivo della tematica del rapporto tra l’impianto ed il quartiere di Pietralata.

Gli incontri pubblici sullo Stadio dell’A.S. Roma a Pietralata

Le relazioni tra lo stadio e il quadrante di Pietralata – quinto incontro

 

Quarto incontro pubblico sul progetto stadio – Gli effetti del progetto sulla città di Roma e sulle strategie della mobilità

 

Lo stadio, le opere accessorie e le infrastrutture – Terzo incontro dell’iter di dibattito pubblico

 

Il progetto del nuovo stadio multifunzionale AS Roma, i risvolti sportivi, economici e sociali – Secondo incontro pubblico

 

Dibattito pubblico sulla proposta di intervento relativa allo “Stadio A.S. Roma” – Primo incontro di apertura

 

Stadio A.S.Roma, presentati gli incontri del dibattito pubblico. Il 1° il 7 settembre in Campidoglio


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Un commento su “Il progetto del nuovo stadio multifunzionale AS Roma, i risvolti sportivi, economici e sociali – Secondo incontro pubblico

  1. SE DEVE ESSERE FATTO UNO STADIO DA 35MILA PERSONE, MEGLIO NON FARLO, ACCETTARE COSI LE RICHIESTE DEI FASCIOCOMUNISTI DI SINISTRA SAREBBE DISFATTISTA, E DAREBBE LORO GIOCO DI IMBUTO DI STADIO CHE ANDREBBE BENE PER UN CITTADINA DI 50 MILA ABITANTI. BASTA IL CONCETTO DEL COMITATISMO DEL NO DELLE BASI ROSSOFASCISTE DI SINISTRA, CLASSICO CONCETTO CHE SE STAREBBERO AL POTERE FAREBBERO LE CLASSICHE DITTATURE MONARCHICHE CHIAMATE COMUNISTE, CHE DI COMUNISTA DI MARX O LENIN NON HANNO NIENTE MA ANZI HANNO I DIFETTI PIU’ MARCATI E DI MOLTO DELLE DITTATURE BRUNE E PEGGIO DA VENIRE. PIETRALATA ‘ CENTRO ORMAI. TOGLIAMO IL QUARTIERE DAL DEGRADO CON NUOVE TORRI PER UFFICI, STADIO E NUONA LINEA METRO , IL DISFATTISMO CHE LO VUOLE ISOLATO E’ ORRENDO. SI ALLO STADIO DA 70 MILA PERSONE. BASTA CHI SIEDE DA DECENNI A FARE COMIZI E POI CI METTE FIGLI E NIPOTI, CLASSICO DIFETTO ROSSOFASCIO DI SINISTRA, ( VISTO CHE DI SINISTRA COMUNISTA NON ESISTE NIENTE IN ITALIA MA SOLO AGGLOMERATI DI PARTITI , CENTRI SOCIALI ETC CHE FANNO FINTA DI DIVIDERSI PER OCCPUARE LA PIAZZA). OCCUPIAMO NOI LA PIAZZA, NOI CHE VOGLIAMO INFRASTRUTTURE PER LA CITTA’ CHE PORTEREBBE LAVORO E GENTE PER LE STRADE, BASTA LA POLITICA FASCIO-COMUNISTA-MONARCHICO.ERDITARIA DI SINISTRA CHE OCCUPA POSTI PER NON FAR ANDARE (FINORA..) NOI , IL VERO SPONTANEISMO DI SINISTRA SENZA PARENTI EFFINI A QUESTI.SI ALLO STADIO, , NO A BORGATE ANCORA FASCIOROSSE DI SINISTRA!!!! SI AMTRO, METROTRAM E TUTTO, CHI VUOL PACE DA CAMPO CI SONO ALPI E SPIAGGE VUOTE PER ABITARCI.

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