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Il Sunia, cinquanta anni dopo (2)

Gli interventi di Stefano Chiappelli (segretario generale Sunia) e Daniela Barbaresi (Segreteria nazionale Cgil)

Il 6 dicembre 2022 all’Auditorium Antonianum in Roma, stesso luogo della sua costituzione l’8 e 9 dicembre del 1972, è stato celebrato Il 50° anniversario del Sunia, con la partecipazione dei fondatori, degli attivisti e dei militanti di ieri e di oggi e degli autori del libro e della mostra fotografica Francesco Sirleto e Vincenzo Luciani.

Presenti in sala (premiati con targa alla memoria) i figli di Aldo Tozzetti: Valter e Miriam, in rappresentanza anche della mamma Marisa, di Pietro Amendola: Antonella e Giovanni (in rappresentanza anche della sorella Piera) e la vedova di Rodolfo Carpaneto Lina con la figlia Laura anche in rappresentanza di suo fratello Massimo. Premiati anche ex e nuovi dirigenti del Sunia.

Sono intervenuti il segretario generale del Sunia Stefano Chiappelli, Daniela Barbaresi, della segreteria della CGIL, l’assessore alla Casa del Comune di Roma Tobia Zevi e il Sindaco di Roma, Roberto Gualtieri (https://abitarearoma.it/celebrato-il-50-anniversario-del-sunia/).

Purtroppo assenti per problemi di salute, tra i fondatori del Sunia invitati: il romano Senio Gerindi e il milanese Angelo Bonsignori, che ha inviato un suo messaggio augurale (qui di seguito pubblicato. Presenti invece il fiorentino Daneo Puggelli e (l’allora torinese) Vincenzo Luciani che ha svolto un intervento che pubblichiamo insieme a quello di quello di Bonsignori  Sunia 50 anni dopo (1).

 

Stefano Chiappelli, segretario generale del Sunia

Innanzitutto un affettuoso saluto a tutti.

Siete in tanti, tantissimi. Grazie a tutti di essere venuti, devo dire che sono un po’ emozionato, del resto ho l’onore di aprire questa giornata di festeggiamenti per i 50 anni del SUNIA, della nostra organizzazione.

Innanzitutto ringrazio per la presenza: per la famiglia di Aldo Tozzetti: la vedova Marisa, i figli

Walter e Miriam. Per la famiglia di Rodolfo Carpaneto: la vedova Lina, i figli Massimo e Laura. Per la famiglia di Pietro Amendola: i figli, Piera, Giovanni e Antonella

Qualche giorno fa raccontavo a mio nipote della ricorrenza dei 50 anni del SUNIA e lui mi ha risposto,

come parlano i ragazzi oggi, “eh zio è tanta roba!”. Sì è tanta roba, 50 anni sono una bella fetta di vita e di storia!

Per curiosità sono andato a vedere cos’era successo nel 1972. Alcuni fatti me le ricordavo altri proprio no. Visto che ero un ragazzino direi che mi ricordavo che Eddy Merckx vinceva tutto ma anche Thoni vinceva parecchio anche alle Olimpiadi invernali di Sapporo mentre in estate le Olimpiadi di Monaco di Baviera si ricordano soprattutto perché sono state quelle in cui ci fu l’attacco alla squadra degli atleti di Israele. Ma lasciando perdere lo sport, in quello stesso anno veniva presentata la prima 126 Fiat, destinata per decenni a sostituire la mitica 500. Proprio nel 1972, Nixon fa il primo viaggio di un presidente americano in Cina e firma con Breznev il trattato Salt1 sul contenimento delle Armi, situazione ben diversa dall’attuale, mi verrebbe da dire. Nixon verrà rieletto a novembre con una maggioranza schiacciante ma nello stesso momento della sua elezione incomincia anche a emergere lo scandalo del Watergate che poi portò alla sua fine politica. In Italia nel 72 ci furono le prime elezioni politiche anticipate, e sempre nel 1972 Enrico Berlinguer fu eletto segretario del Partito Comunista Italiano.

E poi, l’8 e 9 dicembre 1972, in questo stesso Auditorium Antonianum, dove siamo oggi, fu costituito, a partire da una molteplicità di realtà associative tra cui ricordo le più rilevanti erano UNIA, APICEP e il comitato nazionale ex assegnatari INA casa e Gescal, il SUNIA- Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari! Il 1972 è un po’ l’apice di un periodo di lotte e mobilitazioni iniziate nel ’68 con gli studenti in piazza in tutti i Paesi occidentali, che in Italia esplosero con l’autunno caldo del ’69 con protagonisti delle rivendicazioni, accanto agli studenti, gli operai e le Organizzazioni Sindacali. E proprio dai sindacati confederali partì anche la grande mobilitazione, con l’imponente sciopero generale per la casa del 16 novembre 1969.

Alcuni di voi avranno letto stralci del libro che parlano proprio di questo sciopero (ci sono anche delle foto) e alcuni dei presenti addirittura vi hanno partecipato.

Per le persone come me, che ci occupiamo di casa ormai da molti anni ma che, per ragioni anagrafiche, non possiamo ricordarci del grande sciopero del ’69, quella mobilitazione è un mito fondativo; perché le lotte per la casa, le nostre lotte cominciano in quegli anni… per chi invece ci prese parte, vi assicuro, è ancora un ricordo vivissimo.

Non più tardi di 4 anni fa mi è capitato di essere a Torino per un congresso e alla fine del mio intervento sono stato avvicinato da un compagno, Peppino, che mi ha detto: Segretario devi organizzare un grande sciopero per la casa, come quello del ’69!

Nessuno parla più di casa, ci hanno obbligato a comperarla, e meno male che l’abbiamo fatto, perché, se una volta non ci volevano affittare le case perché eravamo terroni, adesso le case in affitto proprio non ci sono più o sono solo per i facoltosi.

Ma anche tre giorni fa al congresso di Firenze quando ho ricordato lo sciopero del ’69 un compagno si è alzato in piedi e ha urlato: “io c’ero!”

È sull’onda delle mobilitazioni per il lavoro e per l’abitare che nasce l’esigenza di organizzare un vero e proprio sindacato specifico per la tutela degli inquilini, e in particolare quelli delle case popolari.

Per concentrare su un soggetto specifico, un corpo intermedio si direbbe adesso, le battaglie politiche del diritto a un abitare sostenibile e decoroso.

E così viene fondato il SUNIA! Il SUNIA indubbiamente dalla sua costituzione ha cercato proprio di svolgere questo ruolo.

Come mi ha scritto in una bellissima lettera, tra le tante che mi sono pervenute di protagonisti della fondazione che non possono essere presenti, la compagna Cristina Melchiorri…. il SUNIA fino agli anni novanta è stato, un sindacato di lotta e di governo, proprio come diceva all’epoca lo stesso Enrico Berlinguer del suo PCI.

“Di lotta” perché riempivamo di persone le piazze contro gli sfratti e il caro affitti e le sale dei caseggiati di edilizia pubblica per discutere del diritto ad una buona qualità dell’abitare e della vita.

“Di governo” perché le grandi Leggi di riforma dell’equo canone, del piano decennale per il rilancio dell’edilizia, del regime dei suoli e le varie leggi regionali di canone sociale le abbiamo volute, discusse, a volte scritte insieme ai legislatori.

Lascio alla lettura del libro di Vincenzo Luciani e Francesco Sirleto il compito di raccontare tutta la storia di questi 50 anni del SUNIA strettamente intrecciata con la storia politica, sindacale e sociale dell’Italia e al bellissimo video preparato per l’occasione da Daniele Barbieri che ringrazio di cuore.

Lasciatemi però almeno citare le forti e commoventi testimonianze delle persone che all’epoca della nascita del SUNIA, con le nostre battaglie, erano riuscite a passare da un alloggio di fortuna, perlopiù baracche, (qui a Roma intorno agli anni ’70 ce ne erano ancora tante, o alloggi a dir poco fatiscenti o che vivevano letteralmente sotto i ponti), in alloggi di edilizia popolare…. il nostro sindacato stava dando dignità ai meno abbienti.

E quanta ne dà di dignità una casa! Solo chi ha penato o pena ancora per averne una sa quanto sia importante “quel tetto sulla testa”.

Anche se parliamo degli anni ’70, poco si era ancora fatto a livello istituzionale per queste vergogne abitative e noi possiamo dirlo con orgoglio: abbiamo fatto la storia nel nostro paese sul diritto all’abitare!

I padri costituenti del nostro sindacato hanno dato speranza, dignità, hanno dato una svolta al nostro paese mettendosi in prima linea al fianco dei più deboli, combattendo, manifestando con loro, aprendo un processo di azioni per il diritto alla casa. Lotte che, partite da Roma, sono dilagate in tutto il Paese, ed oggi, dopo 50 anni, siamo ancora qui, per proseguire lo scopo per cui questo sindacato è nato: tutelare le fasce più deboli, i bisognosi.

Il nostro impegno è e sarà quello di garantire la tutela ed il diritto alla casa per tutti: non possiamo accettare che diventi una odissea per le famiglie sperare di poter avere un alloggio!

Vorrei concludere però parlando dell’oggi e possibilmente del domani.

E il presente e il prossimo futuro si presentano piuttosto cupi e complicati sotto l’aspetto economico, sociale e politico in particolare sulla pelle dei più deboli: lavoro precario, salari insufficienti, caro vita e affitti insostenibili

Siamo ormai da anni in quella che ho definito “crisi infinita” con picchi drammatici, come il periodo del lockdown, che si alternano a periodi in cui sembra assorbita la fase più acuta, ma poi scoppia la guerra!

Per non parlare del problema del clima di cui dovremmo dirci tutti i giorni “Ricordiamoci che la Terra è una e non abbiamo un altro pianeta”!

Senza dubbio grandi sono le difficoltà e le incognite che siamo chiamati ad affrontare Però nei periodi in cui tutto va bene, perché cambiare?

È nei periodi di difficoltà invece che siamo spronati a reagire, a cambiare, a inventarci qualcosa, a rilanciare, a uscire e lottare

Albert Einstein ha scritto: “La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. (…) Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine. È nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze.

E questo è sicuramente un momento di crisi, per di più con un governo di destra destra che già dai primi passi dimostra di considerare la povertà una colpa da far pagare piuttosto che aiutare e sostenere chi si trova in situazioni di povertà

Quindi forse un po’ paradossalmente credo che sia un momento favorevole per un rilancio che mi piace definire culturale, etico, umanitario, sociale che metta al centro valori primari ed essenziali.

E la casa è un diritto primario per l’uomo, da sempre. Certo questa casa adesso non solo deve esserci per tutti ma deve anche essere sostenibile per il pianeta e sostenibile nei costi, primi tra tutti quelli energetici.

La povertà e le disuguaglianze crescenti, le migrazioni stanno portando a un aumento esponenziale di persone che dormono per strada, alla comparsa di nuove baraccopoli che pensavamo di non vedere mai più, ad alloggi sovraffollati dove si fa a turno a starci per dormire: qualcuno in casa e gli altri in strada!

Però nella narrazione di destra, di tutto questo si tende a dire solo che chi sta in strada porta ad un aumento della criminalità e dell’insicurezza, quindi dobbiamo aumentare la repressione.

Il lavoro, la casa e la sanità per tutti sono invece i pilastri di una società democratica inclusiva e progressista e se gran parte dei partiti sono in crisi, perché a quanto pare non riescono più a essere agganciati agli elettori e alle loro necessità, noi sindacati invece abbiamo una mission chiara è netta, abbiamo l’investitura, la delega per portare avanti certe rivendicazioni.

il SUNIA ha la rappresentanza per rivendicare il diritto alla casa!

Anche per noi però si tratta di buttare il cuore oltre l’ostacolo. Dobbiamo ritrovare un po’ di quello spirito delle origini. E mentre continueremo a contrattare, a partecipare a confronti e Tavoli specifici, ecc., dobbiamo però pensare in grande, portare avanti e organizzare una grande manifestazione per il diritto a una casa dignitosa e sostenibile per tutti.

Quando sento che la Politica parla di grandi opere e cita ad es. il ponte sullo stretto, un’opera che dovrebbe essere il simbolo della capacità del genio italico, dimenticandosi dell’autostrada Palermo Catania che, come dice Rosario Fiorello, è il posto in cui si allenano i concorrenti della Parigi Dakar, non so a voi ma a me monta una rabbia e spero sempre che qualcuno si alzi e dica: dateci case non un inutile e costoso ponte.

Per concludere, a 50 anni dalla fondazione credo che sia ora di rilanciare una grande mobilitazione per la casa. I tempi sono maturi: pensate che alla recente conferenza annuale dell’ANCI a Bergamo dove persino il presidente della CEI, monsignor Zuppi, ha chiesto un Piano Casa, che il sindacato chiede da anni senza trovare ascolto dalla politica.

La politica ha abbandonato da tempo la casa al suo destino, pensando che ormai la percentuale di italiani proprietari della propria casa fosse talmente alta che il problema dell’affitto finisse con il riguardare solo settori molto marginali della società. Ma non è così.

1972-2022 un filo rosso costellato di mobilitazioni e di lotte unisce queste due date: ora come allora ci troviamo a dover lottare per garantire a tutti il diritto alla casa, a riprova del fatto che le conquiste non sono mai per sempre ma hanno bisogno sempre di essere difese e riaffermate.

Voglio concludere citando Nelson Mandela.

«Come la schiavitù e l’apartheid, la povertà non è naturale. Sono le persone che hanno creato la povertà e che hanno sopportato la povertà, e sono le persone che la sconfiggeranno. E sconfiggere la povertà non è un gesto di carità. È un gesto di giustizia. È la protezione di un diritto umano fondamentale, il diritto a una vita decente e dignitosa»

E noi in questa giustizia ci crediamo!

Viva il SUNIA per i prossimi 50 anni.

 

 

Daniela Barbaresi, segreteria nazionale Cgil

Un ringraziamento particolare a Stefano Chiappelli e, visto che ha ricordato avvenimenti importanti di quegli anni sul piano politico, nazionale e internazionale, così come in quello sportivo, consentimi anche un ricordo musicale visto che nel 1972 i Deep Purple suonavano “Smoke on the water”, per non parlare dei Led Zeppelin, Pink Floid e Eagles…

È un onore essere qui con voi a celebrare il 50° anniversario dalla nascita del SUNIA. Dopo cinquant’anni, era giusto e doveroso ripercorrere una storia che contiene pagine importanti di lotte per la casa: una casa a volte inesistente o inadeguata ai bisogni delle famiglie; una casa che era ed è tuttora gravata da canoni di affitto spesso insostenibili; una casa, inoltre, che nei grandi quartieri e complessi di edilizia popolare era ed è tuttora in condizioni di forte criticità.

Era quindi doveroso rendere omaggio a coloro che ebbero la grande intuizione di collegare la lotta per la casa, intesa quale diritto fondamentale delle persone, come peraltro, di fatto, prevede l’art. 47 della Costituzione, alle lotte dei lavoratori sul salario, sulle condizioni di lavoro, sui servizi pubblici, a partire dall’edilizia sociale e dalla lotta alla speculazione. Un insieme unitario di elementi senza i quali non si può ragionevolmente parlare di dignità e piena cittadinanza.

Importante il lavoro e il valore della memoria. Una memoria che è individuale e collettiva che ci riporta indietro nel tempo per darci la consapevolezza della strada percorsa in questi 50 anni.

Ce la dà la vostra bellissima mostra fotografica, perché niente come le immagini ci può far rivivere un passato in fondo non così lontano.

Ce lo dà il libro sui 50 anni del SUNIA e delle lotte per la casa.

È importante ricostruirne le radici dell’organizzazione da ricercare negli anni Cinquanta e Sessanta, dall’altra le grandi mobilitazioni e manifestazioni degli anni Settanta per la legge sull’equo canone, il Piano decennale sull’edilizia residenziale pubblica, una nuova legge sull’edificabilità dei suoli, contro gli sfratti e per l’abbattimento delle baraccopoli presenti nelle grandi città del Paese.

Ricordare lo sciopero generale per la casa del novembre 1969, quando il problema della casa fu uno dei principali terreni di lotta e la mobilitazione e fu determinante per una riforma del settore abitativo e della pianificazione urbana.

Sciopero per la casa pochi giorni prima della manifestazione nazionale dei metalmeccanici a Roma e dopo gli scioperi per le pensioni e contro le gabbie salariali. Pagine importanti a cui naturalmente viene dato il giusto rilievo.

Salario, pensioni, casa, salute con la nascita del Servizio sanitario nazionale, pubblico e universale, che chiude una straordinaria stagione di lotte e di conquiste sul lavoro, sui diritti sociali, civili e di cittadinanza frutto di un forte protagonismo di lavoratori e lavoratrici animati da una grande volontà di cambiamento e di giustizia sociale.

Con la mostra e il libro, vengono ricostruiti cinquanta anni di una storia ricca di insegnamenti, di uomini e di donne, di lavoratori e di giovani in cerca di occupazione, oltre che di un alloggio dignitoso: un racconto che si inserisce pienamente nella storia più complessiva, in continua trasformazione, della società italiana.

Il valore della memoria è importante e prezioso ma sarebbe solo un esercizio nostalgico se quella memoria, quel racconto del passato non dovesse servirci per riflettere sul presente e non ci aiutasse ad essere una lezione per l’oggi.

Questo pone la necessità di rilanciare la soggettività e il protagonismo di lavoratrici e lavoratori e di chi è in cerca di un’occupazione, dei pensionati e dei giovani, tanto sui luoghi di lavoro, quanto nei luoghi del vivere quotidiano: la casa, il quartiere e la città.

Il tema del diritto ad un’abitazione torna infatti oggi ad essere di stretta attualità.

La precarietà abitativa, il sovraffollamento che investe in Italia il 28% della popolazione contro una media europea del 17%, la ripresa generalizzata delle esecuzioni degli sfratti per morosità incolpevole, le esecuzioni immobiliari sulla prima casa, il forte peso sui costi dell’abitazione dei rincari delle utenze domestiche, rischiano di essere dirompenti per la tenuta sociale del Paese.

L’accesso all’alloggio e la sostenibilità del mercato abitativo rappresentano sempre più un terreno obbligato d’intervento per la tutela dei redditi.

Bisogna invertire la tendenza e tornare a rivendicare una politica della casa, un welfare abitativo centrato sui bisogni reali, colmando il progressivo arretramento dello spazio pubblico.

E serve ripartire da un concetto di equità e giustizia sociale.

Come cinquant’anni fa fu importante la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori sulla casa, oggi possiamo rimettere al centro la questione dell’abitare nell’ambito della vertenza generale per città più eque e sostenibili.

A dare più forza a questo rilancio, contribuiscono anche le proposte e le piattaforme che CGIL e SUNIA hanno elaborato insieme, a partire da quelle unitarie condivise con le altre organizzazioni, nella consapevolezza comune che la casa è un diritto fondamentale di cittadinanza, all’interno dei più ampi diritti sociali dei lavoratori.

Diritto che assume una particolare importanza in questi anni straordinariamente difficili in cui ci siamo trovati a fare i conti con la pandemia, la guerra, le pesanti ripercussioni sul piano economico, oltre che umano, che hanno accresciuto notevolmente diseguaglianze tra le persone e i territori.

La crisi degli ultimi anni sta avendo conseguenze allarmanti sulla perdita di potere d’acquisto dei redditi, sull’allargamento delle disuguaglianze economiche, sociali e territoriali e sull’aumento della povertà, che in termini assoluti riguarda oggi quasi due milioni di famiglie e 5,6 milioni di persone, ai massimi storici.

Altrettanto preoccupanti sono i numeri della povertà relativa che riguarda 12 milioni di persone e di coloro che sono a rischio di esclusione sociale che arrivano 15 milioni, pari al 25% della popolazione italiana e che confermano, purtroppo, che troppo spesso anche avere un lavoro non basta a garantire una vita dignitosa. Basti pensare che in Italia un lavoratore dipendente su tre ha una retribuzione lorda annua inferiore a 10 mila euro.

Numeri sulla povertà che sarebbero decisamente peggiori se non si fossero messe in atto misure di contrasto alla povertà a partire dal reddito di cittadinanza che ha consentito a un milione di persone di finire in condizioni di povertà.

Numeri destinati a crescere notevolmente senza adeguate misure di contrasto della povertà, che non significa solo difendere il reddito di cittadinanza, ma mettere in campo tutte quelle politiche necessarie di prevenzione del disagio e di presa in carico dei bisogni, da quello economico, quello educativo, quello abitativo.

Per questo da anni chiediamo che il reddito di cittadinanza venga sostenuto da adeguate politiche di inclusione sociale e reti di servizi territoriali e siamo profondamente contrari alla scelta che il Governo ha fatto con la legge di Bilancio, peraltro in un momento di pesantissima crisi e con un’inflazione al 12% che colpisce soprattutto i redditi più bassi, di abolire quella che è l’unica misura di contrasto alla povertà, con una serie di inaccettabili penalizzazioni già nel 2023.

Ma quello che indigna non è solo la narrazione dei fannulloni, ma la logica punitiva che colpevolizza coloro che si trovano in condizioni di disagio.

Questo mentre si estende una misura iniqua come la flat tax, si fa cassa sulle pensioni, non si affronta l’emergenza salariale e si allarga la precarietà con l’estensione dei voucher, mentre non si interviene nell’istruzione, nella sanità, nel contrasto alle diseguaglianze.

Questo lo abbiamo detto al Governo, lo ribadiremo domani nell’incontro con il Presidente del Consiglio a cui rimarcheremo il nostro giudizio fortemente critico sulla manovra e le nostre mobilitazioni e scioperi assieme alla UIL nella settimana dal 12 al 16 dicembre, per cambiare una manovra profondamente iniqua e sbagliata.

 

Celebrato il 50° anniversario del Sunia

L’intervento del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri – Il VIDEO dell’evento

Il Sunia, cinquant’anni dopo (1)

Il ricordo di due fondatori: Angelo Bonsignori e Vincenzo Luciani


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Un commento su “Il Sunia, cinquanta anni dopo (2)

  1. Il voler ricordare l’impegno di tanti compagni festeggiando i 50 anni di nascita del SUNIA è stata un’iniziativa assolutamente interessante e azzeccata, vista anche la presenza di molti compagni.
    Io ho avuto un grande piacere ritrovare tanti compagni del passato e per questo ringrazio tantissimo il gruppo dirigente del Sunia e i compagni che hanno permesso il successo di questa grande manifestazione.

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