La Festa della Befana o della dodicesima notte

Il 6 gennaio ricorre la festa della Befana, il cui termine è la corruzione lessicale di Epifania (del Signore), che è la festa della Chiesa Cristiana Cattolica nella quale ricorre la “manifestazione della Divinità” di Gesù, che all’inizio coincideva con la sua nascita e successivamente con la visita e l’adorazione da parte dei tre Magi (anche se nel Vangelo di Matteo non è indicato il loro numero) Melchiorre, Baldassarre e Gaspare, i quali, guidati dalla Stella, arrivano a Betlemme e portano a Gesù, rispettivamente, l’oro (simbolo  della sua regalità. Infatti è ritenuto dai Magi “Re dei Giudei”), l’incenso (simbolo della sua divinità) e la mirra (simbolo della sua umanità, in quanto era usata nella unzione dei defunti).

Invece “la festa della Epifania ricorre il 19 gennaio nella Chiesa Cristiana Ortodossa, che segue il Calendario Giuliano (adottato da Giulio Cesare nel 46 a. C.), che ha attualmente uno sfasamento di 13 giorni (era di 10 giorni nel 1582, di 11 nel 1700, di 12 nel 1800 e sarà di 14 nel 2100) rispetto al Calendario Gregoriano (adottato in Occidente nel 1582, su disposizione del Papa Gregorio XIII).

La festa della Befana è tipicamente italiana. Secondo la tradizione, la Befana è una vecchia, vestita di stracci che vola a cavallo di una scopa e porta ai bambini, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio, regali vari (in genere dolciumi, frutta secca e piccoli giocattoli, ma anche il carbone ai bambini che non sono stati buoni durante l’anno) che infila nelle calze appese al camino o ad una finestra.  Però in alcune Regioni italiane, i regali sono portati da Santa Lucia (il 13 dicembre) in Sicilia o dai Re Magi in Sardegna.  Da alcuni decenni però i doni vengono portati ai bambini da Babbo Natale, in occasione del Natale, il 25 dicembre. In quella occasione anche gli adulti si scambiano doni. In altri Paesi invece i regali ai bambini sono portati da San Nicola (Santa Claus nei Paesi del Nord Europa e dell’America del Nord) il 6 dicembre (giorno della sua morte, nel 343).

Prima del Cristianesimo la festa riguardava i riti propiziatori agricoli pagani, per assicurare una buona produzione agricola ed un anno propizio.  I Romani li celebravano alla fine dell’anno solare, dopo il Solstizio d‘inverno (il 21 o 22 dicembre), quando il “giorno di luce” è il più corto dell’anno (poi il Sole aumenta il suo irraggiamento, con l’incremento delle ore di luce giornaliere), e la ricorrenza del Natalis Soli Invicti (25 dicembre), in onore del dio Mitra.

La “dodicesima notte” dopo il Solstizio invernale si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la Madre Natura, identificata nella dea Diana, protettrice della vegetazione, degli animali selvatici, delle sorgenti ed anche delle donne alle quali assicurava parti non dolorosi. Inoltre i Romani. alle Calende di gennaio, cioè nel primo giorno del mese, in occasione della festa del dio Giano (da cui deriva il nome del primo mese dell’anno, gennaio) e della dea Strenia (da cui deriva il termine “strenna”), si offrivano a vicenda ramoscelli di alloro e ulivo con fichi e mele con l’augurio che l’anno nuovo potesse essere dolce come questi frutti.

La Chiesa Cristiana ha ripreso le feste pagane romane celebrando il Natale (la nascita di Gesù) il 25 dicembre (in coincidenza con la celebrazione del Natalis Soli Invicti) e la Epifania il dodicesimo giorno successivo.

La Befana è rappresentata come una vecchia, con la gobba ed il naso adunco molto pronunciato, con i capelli bianchi e spettinati, raccolti con un fazzolettone annodato sotto il mento (non porta quindi il cappello a cono, come è rappresentata normalmente, che invece è indossato dalla strega), con la gonna lunga e rattoppata (e spesso con un grembiule) ed uno scialle pesante di lana colorata sulle spalle, con le scarpe rotte. Si sposta cavalcando una scopa, tenendo la ramaglia davanti a sé (non dietro, come la strega). Porta i regali per i bambini in un sacco di iuta o in una gerla tenuta sulle spalle.

Secondo una leggenda del XII secolo i Re Magi, non riuscendo a trovare la strada per Betlemme per rendere omaggio a Gesù “Re dei Giudei” e per portargli i doni, chiesero informazioni ad una signora anziana. I Magi per ringraziarla, le chiesero di accompagnarli, ma la signora rifiutò. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, decise di andare a cercarli. Preparò un sacco pieno di regali da portare a Gesù e si mise alla loro ricerca, senza trovarli. Pertanto decise di bussare ad ogni casa che incontrava lungo il cammino e di dare i doni ai bambini che vi abitavano, nella speranza che uno di loro fosse Gesù. Da allora, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio gira per il mondo portando doni a tutti i bambini.

Un’antica usanza, ancora oggi in uso in molte Regioni, è l’accensione la sera del 24 dicembre, vigilia di Natale, del “ceppo” un grosso tronco che deve bruciare per 12 notti, fino all’Epifania.  Le ceneri erano sparse nei campi per propiziare buoni raccolti.

In passato la notte dell’Epifania era chiamata la “Dodicesima notte” e la relativa Festa era molto sentita dalla popolazione europea, tanto che il drammaturgo inglese William Shakespeare compose una commedia in 5 atti chiamata “La dodicesima notte, o quel che volete” (Twelfth Night, or What You Will), scritta tra il 1599 ed il 1601 e rappresentata il 2 febbraio 1602 nella Middle Temple Hall di Londra.

Nel nostro Paese, dove la festa della Befana è molto sentita, il 6 gennaio era giorno festivo fino al 1977. Infatti in quell’anno fu approvata la Legge 5 marzo n. 54 che abolì oltre alla festa della Befana anche le feste di San Giuseppe (19 marzo), dell’Ascensione (40 giorni dopo la Pasqua), del Corpus Domini (il primo giovedì successivo alla domenica di Pentecoste), dei Santi Apostoli Pietro e Paolo (29 giugno). Con la stessa Legge furono spostate alla prima domenica di giugno la Festa della Repubblica (che cadeva il 2 giugno) ed alla prima domenica di novembre la Festa dell’Unità Nazionale (già Festa della Vittoria nella Prima Guerra Mondiale, che cadeva il 4 novembre).

La festa della Befana e stata rispristinata nel 1985 con il D.P.R. n. 792, insieme con la Festa dei Santi Pietro e Paolo, per il Comune di Roma.

Nel 2001, con la Legge n. 336 del 2000 è ritornato festivo il 2 giugno, Festa della Repubblica.


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