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Il 25 maggio, nella biblioteca dell’Accademia di Romania a Roma, sono stati presentati due libri. Questi, benché diversi tra loro (uno di prosa e l’altro di poesia), legati da una comune tematica, la terra romena.
Il primo Autoritratto frammisto di vento o versi smorti è di Stefan Damian nativo di Arad in Romania, molto attivo all’Università di Cluj Napoca (Transilvania) e all’Istituto di cultura italiano dove insegna la lingua italiana. Non è nuovo alla poesia e ha scritto molti libri in versi. Tradotto molti autori italiani in romeno.
Il volume di Damian, con poesie in italiano, è stato presentato da Neria de Giovanni, direttrice dalla Nemapress Edizioni. Sono intervenuti Maria Milvia Molciano e Antonio Maria Masia che ha completato il suo intervento con una esauriente lettura dei versi di Damian.
“La poesia di Stefan Damian – si legge nella prefazione di Enzo Santese – è un mare calmo le cui minime increspature di superficie denunciano la presenza di correnti di profondità, che si scontrano, si amplificano, si acquietano in maniera direttamente proporzionale all’intensità del pensiero…”
Laura Rainieri ha presentato invece il suo ultimo libro Viaggio in Romania (tra realtà fantasia e utopia), tradotto in romeno appunto dal Prof Stefan Damian.
Sabino Caronia nel suo intervento ha presentato un’angolatura molto interessante del testo, dimostrando una continuità di pensiero della Ranieri con una sua prima raccolta di poesie dal titolo Nessuno ha potuto sposarci dove, nella poesia “Radici”, come in altre, si ricorda che noi abbiamo tante radici, ma anche i piedi per potere andare lontano. E la Rainieri, appunto, tra i suoi viaggi ha compiuto anche questo, in Romania, per ricercarvi le proprie radici contadine e un modo di vivere più naturale.
Stefan Damian in una nota al suo volume mette in rilievo l’importanza del libro come esperienza odierna, passata di moda, di annotare le tappe del viaggio, le proprie impressioni come una volta i veri viaggiatori. La Rainieri, invece, lascia trasparire i propri sentimenti, la disponibilità a partecipare alla vita dell’individuo, della collettività e della Natura. Dunque il Viaggio non è una semplice registrazione di fatti e atti, bensì una diretta implicazione nelle realtà circostanti nata dal desiderio di coglierle con la maggiore precisione possibile e di appartenervi con la consapevolezza che non si può vivere di egoismi e di segregazione nel nostro “infinitamente piccolo”.
La dott.ssa Tatiana Ciobanu, poetessa e fine dicitrice, ha letto qualche passo del libro in romeno ed è intervenuta sulla importanza delle relazioni femminili, concludendo don la declamazione della bella poesia di Nina Cassian “Distinzioni”.
Numerosi e qualificati gli astanti e gli interventi.
Foto 1: Laura Rainieri e Sabino Caronia
Foto 2: Tatiana Ciobanu
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