

Dopo quasi dieci anni tra progetti e lavori di realizzazione, ieri mattina 8 luglio 2019, è stato “finalmente” inaugurato il filobus Laurentina-Tor Pagnotta alla presenza della sindaca Virginia Raggi.
Circa undici chilometri di preferenziale (tra andata e ritorno) che, in tutto questo periodo, sono diventati, alternativamente, “croce e delizia” per i residenti dei vari quartieri interessati dal nuovo piano della mobilità.
Sebbene lodevole nelle intenzioni: collegare quartieri periferici con l’utilizzo di filobus per ridurre le emissioni di inquinanti nell’aria; il “progetto”, tuttavia, presenta delle criticità che si paleseranno, ancora di più, quando la tratta entrerà a pieno regime.
Cerchiamo di vederne alcune:
1) Mancanza di parcheggi di scambio sebbene previsti in fase progettuale. A Fonte Laurentina (via Brunetti), per esempio, l’unico parcheggio utilizzabile è quello previsto per le scuole.
2) La via Laurentina in alcuni tratti, con l’introduzione della corsia preferenziale per il filobus, è stata ridotta ad una sola corsia. Ciò causerà rallentamenti e traffico sempre più congestionato. Traffico che aumenterà notevolmente, da settembre in poi, con l’apertura del nuovo centro commerciale “Maximo”, uno dei più grandi d’Europa.
3) Il quartiere Giuliano Dalmata è stato isolato chiudendo due passaggi in via Cippico e via dei Sommozzatori.
4) La revisione e il depotenziamento dei percorsi delle altre linee e la creazione di nuovi collegamenti nell’intero quadrante (così come presentati in questi giorni) rischia di isolare interi quartieri (Laurentino 38, per esempio) o creare ulteriori disagi (due mezzi piuttosto che uno per arrivare a una fermata della metropolitana) per chi usa i mezzi pubblici.
Naturalmente solo il “tempo” sarà galantuomo…
L’opera, come al solito “innovativa”, avrebbe dovuto sostituire il prolungamento Laurentina-Trigoria della Metro B. Si è rivelata, invece, un’opera utile solo a sfatare il mito secondo cui esistano delle “alternative più economiche, più ecologiche e più veloci da costruire delle metro”. Un mito elaborato ad arte da chi, semplicemente, vuole
disinvestire sulle infrastrutture, tentando maldestre soluzioni al ribasso.
Brunella Bassetti
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