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Le follìe del “no” e del “sì” – Il Tar del Lazio che non c’entra – Il più bel fiore non ne coglie più – Se il “Touring club italiano” stampa in Cina – Hillary e Madonna

Fatti e misfatti di ottobre 2016

Le follìe del “no” e del “sì”

“Il tante volte annunciato incontro Berlusconi-Salvini-Meloni – con lo scopo di concordare una strategia comune per il “no” al referendum costituzionale – si è finalmente tenuto, a Roma, nello storico Palazzo Grazioli”.

Nella reggia romana, cioé, di Silvio primo. Non si conosce, però, come sia andato l’incontro. Anche perché il Salvini, prima di parteciparvi, aveva proclamato che il re del centrodestra, ormai, è lui. Matteo Renzi, dunque, può stare più tranquillo: i vertici, dall’altra parte, continuano a darsele e ad accoltellarsi fra loro. Cosicché avrebbe potuto anche risparmiare i soldi spesi per ingaggiare perfino i masai, in Kenia, quali promotori del “sì”. Ecco a voi, ancora una volta, l’italica politica delle follìe.

Il Tar del Lazio che non c’entra

“Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso – presentato dal “Movimento 5 stelle” e da “Sinistra italiana” – sulla legittimità della scheda elettorale per il referendum del 4 dicembre”.

Motivo? Ricorso inammissibile per difetto di giurisdizione. Che ci può stare benissimo. Solo, però, una domanda: come mai ci sono voluti tutti quei giorni, al Tar del Lazio, per accorgersi di non essere giurisdizionalmente competente? Come mai? Mah…

Il più bel fiore non ne coglie più

“”Il più bel fiore ne coglie” – costruito da un verso del “Canzoniere” del Petrarca – è il motto datosi, nel 1590, dall’Accademia della Crusca. Quell’Accademia della Crusca che ancora oggi, dopo 426 anni, dovrebbe conservare il suo nobile e responsabile ufficio di garantire la purezza della lingua italiana”.

Ma perché dovrebbe e non deve? Perché, al di là di ipocrisie di comodo, sembra non stia conservando appieno quel suo ufficio. Avendo dato il suo “placet”, ad esempio, allo stravolgimento di quelle declinazioni latine che non contemplavano una variante femminile (accogliendo, ad esempio, parole come presidenta, ministra, sindaca, assessora) e, perfino, parole straniere (come, ad esempio, manager, baby sitter, happy hour, quiz, juke box, hi-fi). Ma perché questo? Qualcuno sostiene che molti membri dell’Accademia non amassero tanto l’italiano, evidentemente, a scuola. Qualcun altro sostiene invece che che molti membri, più che preoccuparsi della genuinità della lingua italiana, si preoccupino di non essere scomunicati dal “politically correct” o, meglio “scorrett”. Perché anche la carriera, nel mondo accademico italiano, è determinata dall’appartenenza a cordate di potere che poco hanno a che fare con la cultura. Quella autentica. Nel bel Paese là dove, una volta, il sì suonava.

Se il “Touring club italiano” stampa in Cina

“Aprendo la “guida” sulla Regione Lazio edita dal “Touring club italiano” – ha lamentato un lettore del “Corriere della sera” – ho letto: “Stampata in Cina””.

Tra poco, magari, sarà stampata in Cina anche la “Gazzetta ufficiale” dello Stato. E dovrà essere aggiornato, perfino, l’articolo 1 della Costituzione: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro cinese”. Auguri ai nostri giovani, soprattutto, i quali continuano a non trovare una occupazione.

Hillary e Madonna

“”Se voterete per Hillary Clinton – ha promesso la cantante Madonna – vi farò gioire con la mia bocca” (anche se lei non ha detto proprio così, ma è stata molto più esplicita)”.

Madonna mia, a che punto è arrivata la campagna elettorale per l’elezione del nuovo Presidente Usa.


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