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Lezioni agli studenti – 8. Quella gran voglia di una passeggiata

Pubblichiamo l’ottava delle “Lettere agli studenti”, rubrica curata dalla professoressa Lilia Bellucci

Cari studenti,
la speranza è audace. Non esita, non chiede ragioni. Trasporta oltre, anche quando tutto dimostra l’opposto.

Per nutrire speranza, bisogna saper provare passione. Solitamente se stiamo male cerchiamo distrazioni, che possano dis-trahere, “ trascinarci via”.  La passione, invece, ci introduce nella vita. Ci distoglie dai pensieri negativi, ma ci fa abitare ogni particolare del nostro giorno, anche le assenze e i vuoti.

La passione nasce dallo stupore, dalla scoperta di una “limpida meraviglia”, che “è il mondo l’umanità” e “la parola” stessa:

Poesia
è il mondo l’umanità
la propria vita
fioriti dalla parola
la limpida meraviglia
di un delirante tormento
(Ungaretti)

La limitatezza delle nostre stanze non può essere compensata solo dallo sconfinamento nei social.

Abbiamo bisogno di vivere questo limite come l’opportunità di recuperare il senso dell’infinito, che proviamo scoprendo il mondo.

La disponibilità di tutto ci ha tolto l’abitudine a cercare l’oltre. Ora dobbiamo consentire al nostro sguardo di vagare fuori dalla finestra, cercando di sentire ancora il mistero dell’universo, che non ci appartiene e non possiamo controllare, come un qualsiasi oggetto.

La passeggiata”, che Aldo Palazzeschi ha composto nei primi anni del Novecento, è un assurdo spazio-temporale di cose che si susseguono e si affastellano senza dire nulla di sé, nulla dell’altro.

– Andiamo?
– Andiamo pure.

Con questo invito il poeta ci conduce per mano attraverso insegne, strade, eventi, cose, persone, numeri, parole:

All’arte del ricamo,
fabbrica passamanerie,
ordinazioni, forniture.
Sorelle Purtarè.
Alla città di Parigi.
Modes, nouveauté.
Benedetto Paradiso
successore di Michele Salvato,
gabinetto fondato nell’anno 1843.
avviso importante alle signore !
La beltà del viso,
seno d’avorio,
pelle di velluto.
Grandi tumulti a Montecitorio.
Il presidente pronunciò fiere parole.
tumulto a sinistra, tumulto a destra.
Il gran Sultano di Turchia ti aspetta.

Tutto appare livellato e indistinto: politica e arte, lotteria e trattoria, slogan e individui, saponette e città. Il poeta trascrive quello che i sensi percepiscono e registrano percorrendo una via di città.

Quanto nell’abbondanza delle nostre esistenze era analogamente indifferenziato, togliendoci il dono della meraviglia? L’assurdo e il grottesco del nostro vivere emergono da questa poesia-inventario, che ci appare anti-etica e meccanica, accostando gli elementi in modo giocoso, ma stridente:

orologeria di precisione.
93
Lotteria del milione.
Antica trattoria “La pace”,
con giardino,
fiaschetteria,
mescita di vino.
Loffredo e Rondinella
primaria casa di stoffe,
panni, lane e flanella.
Oggetti d’arte,
quadri, antichità,
26
26 A.
Corso Napoleone Bonaparte.
Cartoleria del progresso.
Si cercano abili lavoranti sarte.

Forse per questo tra i versi si odono voci esclamanti:

Anemia !
Fallimento!
Grande liquidazione!
Ribassi del 90 %

Ancora, dopo “ Via Fratelli Bandiera / già via del Crocefisso”, risuona:

Saldo
fine stagione,
prezzo fisso.
Occasione, occasione!

Si delinea verso dopo verso quel “mondo in miniatura”, che non sa più differenziare utensili, avvisi, negozi, mestieri e ideali come “l’amor patrio”:

Lavanderia,
Fumista,
Tipografia,
Parrucchiere,
Fioraio,
Libreria,
Modista.
Elettricità e cancelleria.
L’amor patrio
antico caffè.
Affittasi quartiere,
rivolgersi al portiere
dalle 2 alle 3

E’ certo un mondo che annoia presto e che non ha senso neppure narrare. E allora?

– Torniamo indietro?
– Torniamo pure.

Oggi abbiamo l’opportunità di tornare indietro da questa cadenzata e inutile passeggiata, a cui rischiava di ridursi il nostro vivere, e possiamo riflettere su come compiere il nostro viaggio di conoscenza e di coscienza.

Escursioni nel tempo presente

Salvatore Natoli in “Stare al mondo. Escursioni nel tempo presente” ricorda che “La condizione umana s’identifica con lo stare al mondo. E una vita riuscita con il saperci stare… Per vivere bene è allora necessario saper abitare il proprio tempo, che è poi l’unico tempo che ogni uomo ha a sua disposizione”.

Essere presenti e felici si traduce spesso nell’attaccamento ad un vivere casuale ed opportunista, che lascia ancora più soli e vuoti. Cogliere l’attimo si è ridotto ad una reificazione della passione del vivere. Per i Greci antichi, invece, il kairòs era il momento opportuno che bisognava saper cogliere per capire cosa fosse meglio scegliere, come occorresse diventare, perché bisognasse rinunciare ad altro.

Vivere bene il presente vuol dire confrontarsi con quel che accade, con quel che si dice la durezza della realtà, che non è solo impedimento, ma anche occasione per le nostre vittorie e soprattutto per l’acquisizione di capacità, di beni durevoli”, osserva Natoli.

Il momento di prova che stiamo vivendo non si affronta rimpiangendo le passeggiate in libertà, ma nutrendo la speranza di camminare attraverso “la durezza della realtà”, che si affronta con “consuetudine alla lotta, attenzione alla sofferenza, sentimento forte della propria dignità e della propria gloria”.

Di fronte a questo impegno siamo fragili, ma è proprio la fragilità a guidarci verso la bellezza della vita e del suo mistero, elevandoci dal cumulo di cose e inducendoci a immaginare con speranza un domani nuovo.

La letteratura ci insegna a raccontare ciò che vediamo, ma soprattutto ciò che sogniamo. Non possiamo fermarci a quello che c’è, assemblandolo in un collage indifferenziato. La nostra forza originaria consiste nel narrare “la durezza della realtà”, ma anche nel rielaborare ogni elemento con l’interiorità e con la creatività.

Sulle pareti delle grotte di Lascaux, in una spaventosa preistoria, gli uomini hanno dipinto la lotta per sopravvivere e la paura, ma anche i desideri e gli auspici per il bene della collettività.

Solo un’immaginazione potente è capace di generare l’audacia della speranza e la passione del rinnovamento. Per questo piuttosto che rimpiangere una passeggiata distraente, proviamo a concepire dentro di noi  i primi passi di un cammino consapevole.


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