L’Inferno di Pianosa. L’esperienza del 41 bis nel 1992, di Rosario Enzo Indelicato
Martedì 12 aprile alle 17, presso la Sala 1 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la presentazione del volumeMartedì 12 aprile 2016 alle 17,00, presso la Sala 1 della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, sarà presentato il volume L’Inferno di Pianosa. L’esperienza del 41 bis nel 1992, di Rosario Enzo Indelicato, a cura di Cetta Brancato, edito da Sensibili alle foglie.
L’incontro sarà introdotto dal saluto del Direttore della BNCR Andrea De Pasquale, cui seguiranno gli interventi di Giovanni Maria Flick, ex Ministro di Grazia e Giustizia, Patrizio Gonnella, Presidente nazionale dell’Associazione Antigone ed autore della prefazione, Francesco Lo Piccolo, giornalista di Huffington Post e direttore della rivista Voci di Dentro, Alfonso Sabella, magistrato antimafia e Direttore del DAP Dipartimento Amministrazione Penitenziaria. Coordina il giornalista Rai Onofrio Dispenza. Saranno presenti gli autori.
Rosario Enzo Indelicato, boxeur professionista in gioventù, si dedica ancora a questo sport allenando anche i giovani a rischio.
Cetta Brancato, scrittrice, vive e lavora a Palermo.
Nel 1992 alcune centinaia di persone vengono prese e deportate nelle carceri del circuito di Alta Sicurezza – cinquantadue solo a Pianosa – e vengono sottoposte a trattamenti inimmaginabili. La parola chiave di quella esperienza, giustificata istituzionalmente come “lotta alla mafia” e regolata dall’applicazione dell’articolo 41 bis dell’Ordinamento penitenziario, può essere sintetizzata come pratica della tortura, reato che ancora oggi non è previsto nel codice penale italiano. Rosario Enzo Indelicato è una di quelle centinaia di persone a cui è toccato vivere l’inferno quotidiano, che va molto aldilà delle restrizioni formali a cui fanno riferimento gli articoli di legge e getta i detenuti in una condizione di non vita, nell’indifferenza delle istituzioni e di molti cittadini. Indifferenza e non ignoranza, come si evince dalla testimonianza dell’Autore, che ha scontato, in attesa di giudizio, cinque anni in quella terra di nessuno dove i diritti più elementari vengono cancellati dalla prepotenza e dalla violenza della polizia penitenziaria, alla quale è affidata consapevolmente la gestione delle carceri.
Questo libro non vuole essere una denuncia: sentenze e documenti istituzionali su quei fatti esistono già. Vuole essere un faro acceso sulle celle nascoste delle carceri italiane: perché nessuno possa fingere di non sapere cosa succede, ancora oggi, lì dentro.
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