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L’Ospedale Britannico al Celio e Santo Stefano Rotondo

Scoprire una Roma sempre magnifica in giornate così diverse

#IORESTOACASA è l’hastag che tutti noi conosciamo bene, ma se per qualche comprovato ed urgente motivo si fosse costretti ad uscire di casa ecco che si presenterebbe ai nostri occhi una città assediata dal silenzio, dalla paura, da un minuscolo, microscopico attaccante che cerca in tuti i modi, soprattutto i più subdoli, di entrare e devastare la città.

Eppure, La Città resiste, si è arroccata sulle sue posizioni e continua, instancabilmente, a manifestare la sua facoltà di resistenza e di consapevolezza della storia.

Per nostra fortuna, esistono in Roma luoghi, angoli, momenti spaziali nei quali sembra che il tempo, questo orrendo attimo moderno, non esista; sembra che l’aria assuma una consistenza tutta particolare.

La settimana scorsa, per motivi familiari, sono stata l’accompagnatrice/autista per una visita medica oculistica di controllo presso l’Ospedale Britannico.

Veramente inconsueto arrivare in una Piazza San Giovanni deserta, percorrere le vie del Celio, leggere nei negozi chiusi segni dell’assedio e poi entrare nel cortile ospedaliero del San Giovanni Addolorata ed incamminarsi lungo viali rigogliosi di una natura in pieno risveglio verso l’ambulatorio medico.

Un edificio chiaramente datato dal tempo, ma molto ben tenuto, medici ed infermieri umani e professionali, personale di servizio disponibile attento e giustamente concentrato sul rispetto delle norme di sicurezza: un angolo di sanità romana dal quale potersi godere la vista di una sanità efficiente e professionale.

Una fondazione, la IRCCS “G.B. Bietti” che gestisce il primo polo ospedaliero mono specialistico di cura e ricerca oculistica in Italia, un polo specialistico che, inserito all’interno del San Giovanni Addolorata rappresenta per migliaia di pazienti un luogo di cura e ricerca per le numerose patologie oftalmiche.

E poi uscendo dal padiglione un colpo, intenso, meravigliosamente appassionante: Roma.

Potrà sembrare poco rispettoso ma per chi ama, studia, conosce e parla della Città ogni incontro con Lei diventa un piccolo frammento di eternità.

Appena separato da un muro, oltre le siepi e gli alberi, una costruzione attira l’attenzione: una torre a prima vista, un edificio rotondo che si alza sulle costruzioni che lo circondano.

È una chiesa, antica, bella, affascinante: Santo Stefano Rotondo!

Eretta nel V secolo d.C. (quello della caduta dell’Impero Romano, del sacco di Alarico, del linciaggio di Ipazia ad Alessandria d’Egitto, della parabola e delle conquiste di Attila e di molto altro ancora) presenta una pianta circolare, tre navate concentriche e pilastri edificati sugli assi ortogonali così da impostare uno schema cruciforme.

In un unico edificio di culto si racchiudono e vengono esaltati elementi dell’architettura classica e della cosiddetta “rinascita classica” dell’architettura paleocristiana: la pianta circolare, infatti, riprende le linee degli antichi edifici cultuali pagani (come ad esempio il tempio di Ercole Vincitore al Foro Boario vicino alla Bocca della verità) ma anche quelli eretti in epoca costantiniana in memoria dei martiri della fede (i cosiddetti martyria) e non per ultimo vi è un potente e chiarissimo richiamo alla rotonda della basilica del Santo Sepolcro di Gerusalemme, l’Anastasis.

Stefano, il protomartire della cristianità è così legato alla resurrezione di tutti i testimoni della fede e in particolare a quella del Maestro che lo ha preceduto!

Oggi la chiesa appartiene al Pontificio Collegio Germanico-ungarico, è annoverata tra le basiliche minori ed è  la chiesa nazionale di Ungheria.

Un luogo avulso dal tempo ma perfettamente compreso nello spazio di Roma, un luogo ospitale e silenzioso per chi voglia semplicemente riposare la mente o il cuore, per chi voglia godere delle meraviglie dell’Urbe, per chi voglia pregare e meditare.

Quando questo periodo sarà finalmente trascorso Santo Stefano Rotondo, oggi chiusa ed interdetta, aprirà nuovamente le sue porte e si ripresenterà a quanti desiderino conoscerla.


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11 commenti su “L’Ospedale Britannico al Celio e Santo Stefano Rotondo

  1. Grazie per quesa magnifica descrizione storica e archeologica culturale. Roma non finisce mai di stupire e si rimanere incantati da tanta bellezza

  2. Che scrittura vivace , gradevole veramente! Si vede che ami la tua città , e soprattutto che la conosci in modo serio profondo
    Brava Olga! Sarebbe bello con la mia associazione averti come guida.
    Buona Pasqua a voi tutti
    Abbraccio

    1. Grazie, sarebbe bello anche per me poter lavorare con voi! Quando, appena potremo, ci vivredemo, sarà un piacere e un onore per me condividere voi le emozioni che Roma mi suscita ogni volta che la incontro!

  3. È nettare per la nostra anima e la nostra cultura leggerti e ascoltarti. Trasudano vero amore per quello che per te non è solo un lavoro ma vera passione.
    Grazie OLGA!!… per aver condiviso con noi un altro pezzetto di Roma.
    Alla prossima lettura!

    1. È sempre una grandissima emozione sentirsi parte di una Città che ha dato tanto. È sempre una grandissima emozione poter narrare di questa città.
      Grazieeee

  4. Meravigliosa descrizione della mia basilica preferita. Sono felice di sapere che le fantastiche emozioni che mi suscita la città di Roma siano condivise con altre persone.

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