L’uomo del futuro. Sulle strade di Don Lorenzo Milani di  Eraldo Affinati

Venerdì 29 aprile 2016, ore 10,30 nella Sala Conferenze della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma la presentazione del libro

Nell’ambito del Progetto Spazi900 e in occasione del Maggio dei Libri 2016, la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma ospita in Sala Conferenze venerdì 29 aprile 2016 (ore 10,30) un incontro pubblico con lo scrittore romano Eraldo Affinati, che presenterà il suo ultimo libro, L’uomo del futuro. Sulle strade di Don Lorenzo Milani, candidato al Premio Strega 2016.

L’incontro sarà principalmente rivolto agli studenti delle scuole medie superiori della Capitale, ma sarà aperto al pubblico su prenotazione (bnc-rm.ufficiostampa@beniculturali.it).

invitoA quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa don Lorenzo Milani, prete degli ultimi e straordinario italiano, tante volte rievocato ma spesso frainteso, non smette di interrogarci. Eraldo Affinati ne ha raccolto la sfida esistenziale, ancora aperta e drammaticamente incompiuta, ripercorrendo le strade della sua avventura breve e fulminante: Firenze, dove nacque da una ricca e colta famiglia con madre di origine ebraica, frequentò il seminario e morì fra le braccia dei suoi scolari; Milano, luogo della formazione e della fallita vocazione pittorica; Montespertoli, sullo sfondo della Gigliola, la prestigiosa villa padronale; Castiglioncello, sede delle mitiche vacanze estive; San Donato di Calenzano, che vide il giovane viceparroco in azione nella prima scuola popolare da lui fondata; Barbiana, “penitenziario ecclesiastico”, in uno sperduto borgo dell’Appennino toscano, incredibile teatro della sua rivoluzione. Ma in questo libro, frutto di indagini e perlustrazioni appassionate, tese a legittimare la scrittura che ne consegue, non troveremo soltanto la storia dell’uomo con le testimonianze di chi lo frequentò. Affinati ha cercato l’eredità spirituale di don Lorenzo nelle contrade del pianeta dove alcuni educatori isolati, insieme ai loro alunni, senza sapere chi egli fosse, lo trasfigurano ogni giorno: dai maestri di villaggio, che pongono argini allo sfacelo dell’istruzione africana, ai teppisti berlinesi, frantumi della storia europea; dagli adolescenti arabi, frenetici e istintivi, agli italiani di Ellis Island, quando gli immigrati eravamo noi; dalle suore di Pechino e Benares, pronte ad accogliere i più sfortunati, ai piccoli rapinatori messicani, ai renitenti alla leva russi, ai ragazzi di Hiroshima, fino ai preti romani, che sembrano aver dimenticato, per fortuna non tutti, la severa lezione impartita dal priore.


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